Hai mai provato a non mangiare zucchero e zuccheri per una settimana per poi osservare come ti senti quando lo riprovi? Io sì.
L’evoluzione del consumo di zucchero chiaramente non è andata di pari passo con quella dei recettori del dolce (T1R2+3). Gli antichi romani già conoscevano lo zucchero ma lo importavano in piccole dosi e lo usavano come medicina, ed è rimasto raro e costoso fino al ‘700.
Ora, nel succitato studio il 94% dei topini dell’esperimento era così eccitato dalle sostanze dolcissime da preferirle alla cocaina, anche quelli che già erano dipendenti dalla coca!
Negli ultimi 40 anni la scienza ha demonizzato i grassi, descrivendoli quali principali responsabili di obesità e malattie. Il cosiddetto paradosso francese andava accettato come un dogma. I nostri cugini d’oltralpe che ingollano formaggi con il 60% di grassi, foie gras (fegato grasso) e mettono il burro anche sullo spazzolino da denti, muoiono di infarto molto meno dei cugini americani che invece hanno ridotto il consumo di grassi del 30% negli ultimi decenni. Sarà il vino?!? Sarà colpa della birra?!?
Eppure la comunità scientifica conosce la verità da un pezzo. Purtroppo però le informazioni fanno fatica ad uscire dai laboratori e ancor di più ad essere accettate dall’opinione pubblica pigra e succube dei grandi marchi.
Lo zucchero infiamma, acidifica, nutre le cellule cancerose, provoca deficit dell’attenzione, ti fa ingrassare. Sballa la flora microbica della pelle, della bocca, del tratto digestivo, ti fa venire la candidosi. Altera i processi digestivi, ti fa ammalare di diabete e bastona il sistema immunitario. Altro che carie e pancetta.
Stiamo veramente andando incontro ad una dolce morte allora? Sì.
E anche no, la possibilità di scegliere ce l’abbiamo, anche se spesso non la usiamo. La capacità di discernere pure, e anche quella… Ma come scegliere? Quali sono le alternative?
Lasciamo stare i dolcificanti artificiali, quelli senza calorie, che il tuo corpo non riconosce come cibo e infatti non lo sono. E facciamo le dovute distinzioni: c’è zucchero e zucchero.
Oggi il nostro amichevole mercato ci offre vari tipi di questa droga. Partiamo dal minimamente processato rapadura (leggi qui i benefici) che contiene anche alcune vitamine e minerali importanti. Se vogliamo concederci una piccola trasgressione, questa potrebbe essere una soluzione migliore, insieme al miele (non cuocerlo mai però) e al succo di agave.
Meglio ancora la stevia, una pianta dolce che puoi coltivare anche in casa, ha un indice glicemico trascurabile ed è “sospettata” di avere poteri curativi. La sua dolcezza dura molto a lungo nel palato e non è gradita a tutti.
Lo zucchero bianco è adatto per fare sculture e trappole per gli insetti, ma non andrebbe mangiato, e ricorda che lo zucchero di canna “grezzo” è ugualmente raffinato e spesso colorato con melasse per farlo sembrare più rustico.
Il velenosissimo sciroppo di glucosio-fruttosio (high-fructose corn syrup) che è più raffinato della benzina super, va attivamente evitato. Secondo uno studio dell’università di Princeton lo sciroppo di glucosio-fruttosio non viene nemmeno riconosciuto come alimento dal tuo fegato, e il tuo cervello, dopo che lo hai ingerito, non riceve alcun segnale che lo informi che hai appena assunto una importante quantità di calorie e non regola la diminuzione dell’appetito. Ce lo mettono in ogni cibo e in ogni bevanda, dappertutto ( controlla sempre l’etichetta delle bibite e delle marmellate economiche, dei gelati e dolcetti vari).
E gli zuccheri naturali? Quelli della frutta, per esempio?
Come ho accennato, la frutta disponibile oggi è molto più dolce che nei tempi dei tempi. Solo per fare un esempio, fino ad un secolo fa esistevano centinaia di varietà di mele, molte erano meno dolci, altre aspre o addirittura amare (con quelle immangiabili ci si faceva il sidro). Oggi sul mercato si trovano appena cinque o sei varietà di mele, tutte molto dolci tranne una che lo è un po’ meno e che viene comunemente apostrofata come mela per i diabetici.
Gli zuccheri naturali sono una scelta migliore, certo, ma tieni sempre a mente che un frutto dolce contiene una botta di zuccheri, sii parco e scegli le more o le fragole piuttosto che l’uva. Lascia perdere le diete a base di sola frutta e per l’apporto di vitamine di cui hai bisogno rivolgiti più spesso alle verdure (bio). Ma soprattutto rifuggi dai succhi di frutta! Molte vitamine sono termosensibili o fotosensibili e spesso l’unica vitamina che ti ritrovi nel tuo bel succo a lunga scadenza è la vitamina C, l’acido citrico aggiunto come conservante (raramente estratto dagli agrumi come il nome lascerebbe intuire). Per il resto è una sporta di zuccheri.
E se trovi un albero selvatico dal frutto meno dolce, mangialo, usalo per rieducare il tuo palato. Piantalo, accudiscilo, perché anche la biodiversità delle piante è importante per la tua salute.
GG