Domenica 14 ottobre si sono svolte le elezioni legislative in Lussemburgo, valide per il rinnovamento dei sessanta seggi della Camera dei Deputati. L’affluenza alle urne è stata dell’89.66%.
Alla tornata elettorale si arrivava dopo cinque anni di governo di coalizione guidato da Xavier Bettel, esponente del Partito Democratico (DP, in lussemburghese: Demokratesch Partei, in francese: Parti Démocratique, in tedesco: Demokratische Partei), membro della maggioranza insieme al Partito Operaio Socialista Lussemburghese (in lussemburghese: Lëtzebuerger Sozialistesch Arbechterpartei, in francese: Parti Ouvrier Socialiste Luxembourgeois, in tedesco: Luxemburger Sozialistische Arbeiterpartei, abbreviato in LSAP) ed a I Verdi (in lussemburghese: Déi Gréng; in francese: Les Verts; in tedesco: Die Grünen).
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Il Partito Popolare Cristiano Sociale (in lussemburghese: Chrëschtlech Sozial Vollekspartei – CSV), la forza politica più importante del Paese, era rimasta invece all’opposizione nonostante il primo posto alle elezioni del 2013. Il partito oggi guidato da Claude Wieseler aveva invece governato ininterrottamente dal 1979 al 2013, sotto la direzione di Pierre Werner, Jacques Santer e soprattutto Jean-Claude Juncker, primo ministro del Granducato dal 1998 al 2013, ed oggi presidente della Commissione Europea.
Come cinque anni fa, il CSV ha ottenuto il primo posto nell’agone elettorale, andando però incontro ad una lieve flessione, con il 28.31% delle preferenze e ventuno deputati eletti, due in meno rispetto alle precedenti elezioni, scendendo sotto la soglia del milione di preferenze (gli aventi diritto sono poco più di 250.000, ma in Lussemburgo ogni votante può esprimere preferenze multiple per i candidati). Il partito di Wieseler resterà comunque all’opposizione, visto che le tre forze di governo hanno mantenuto la maggioranza: il DP ha perso un seggio, passando a dodici (16.91%), LSAP ha eletto tredici deputati contro i sedici del 2013 (17.60%) ed I Verdi sono cresciuti da sei a nove seggi (15.12%). Con trentuno deputati su sessanta, dunque, la coalizione del governo Bettel resta al potere con la maggioranza più risicata possibile, come confermato da Félix Braz, Ministro della Giustia ed esponente del partito ecologista. che ha invece affermato l’impossibilità di formare un governo con il CSV.
[sostieni]
Tra gli altri partiti, il Partito Riformista di Alternativa Democratica (in lussemburghese: Alternativ Demokratesch Reformpartei, in francese: Parti Réformiste d’Alternative Démocratique, in tedesco: Alternative Demokratische Reformpartei) ha eletto quattro deputati (8.28%), il Partito Pirata del Lussemburgo (in lussemburghese: Piratepartei Lëtzebuerg, in tedesco: Piratenpartei Luxemburg, in francese: Parti pirate du Luxembourg) ha eletto per la prima volta due rappresentanti (6.45%), e La Sinistra (in lussemburghese: Déi Lénk) ha confermato i sue due deputati (5.48%). Non ha invece ottenuto seggi il Partito Comunista del Lussemburgo (in lussemburghese: Kommunistesch Partei vu Lëtzebuerg, in francese: Parti Communiste Luxembourgeois, in tedesco: Kommunistische Partei Luxemburgs; abbreviato in KPL o PCL), che si è fermato all’1.27%.
In un momento di grande confusione e frammentazione della politica continentale, possiamo affermare che la conferma della coalizione di governo in Lussemburgo rappresenta un evento piuttosto raro. Bettel dovrà comunque incontrare il Granduca Enrico per ottenere l’investitura ufficiale per il nuovo mandato da premier.