Lo scorso 3 giugno i cittadini del Lesotho, piccolo stato enclave all’interno del territorio della Repubblica Sudafricana, sono stati chiamati alle urne per eleggere i 120 membri dell’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento del Paese sudafricano (Palamente ea Lesotho). I principali sfidanti erano il primo ministro in carica, Pakalitha Mosisili, ed il capo dell’opposizione Tom Thabane.
SFIDUCIA A MOSISILI ED ELEZIONI ANTICIPATE
In carica dal 1998 al 2012, Pakalitha Mosisili aveva vinto tre tornate elettorali consecutive prima di essere sconfitto da Tom Thabane al termine del suo terzo mandato. Lo stesso Mosisili, leader del Democratic Congress (DC), partito da lui fondato nel 2011, è però riuscito a riprendere le redini del governo nelle elezioni del febbraio 2015, mettendo a segno un colpo di stato “morbido” con il sostegno dell’esercito, e sconfiggendo proprio Thabane ed il suo partito, denominato All Basotho Convention (ABC). A quel punto, Thabane e Monyane Moleleki, un deputato del DC, hanno dentato di destituire Mosisili formando una nuova maggioranza, ma il primo ministro ha reagito sospendendo Moleleki dal partito, mentre Thabane ha abbandonato il Paese.
Dopo alcuni mesi, Thabane è tornato in Lesotho nel febbraio 2017 e, il 1° marzo di quest’anno, il parlamento ha votato la sfiducia nei confronti del governo Mosisili. Il primo ministro ha così chieso al sovrano e capo di stato del Paese monarchico, Letsie III, di dissolvere il parlamento, invocando le elezioni anticipate pur di non lasciare il potere nelle mani di Thabane e Moleleki, che nel frattempo ha fondato un nuovo partito, l’Alliance of Democrats.
RISULTATI: VITTORIA DI THABANE E GOVERNO DI COALIZIONE
Nonostante il momento travagliato della vita politica del piccolo Paese africano, solamente il 46.85% degli 1.2 milioni di aventi diritto ha deciso di recarsi alle urne, un’affluenza in linea con quella delle precedenti tornate elettorali. I risultati hanno premiato l’All Basotho Convention ed il suo leader Tom Thabane, che dunque tornerà al comando del governo di Maseru dopo tre anni. L’ABC ha ottenuto il 40.52% delle preferenze, vincendo in quarantasette degli ottanta collegi elettorali del Lesotho, e guadagnandosi un totale di quarantotto seggi. Il sistema elettorale in vigore è infatti di tipo misto fra il first-past-the post di matrice britannica (ovvero il candidato più votato di ciascun collegio ottiene un seggio) ed un sistema proporzionale di distribuzione dei restanti quaranta seggi, per non penalizzare troppo quei partiti che ottengono buone percentuali a livello nazionale senza però vincere in molti collegi.
Se l’ABC ha registrato un incremento di due rappresentanti in parlamento, il grande perdente di questa tornata elettorale è proprio il primo ministro uscente Tom Thabane, che ha visto il suo Democratic Congress ottenere solamente il 25.82% dei suffragi, con una perdita di diciassette seggi (da quarantasette a trenta). Il terzo candidato al posto di premier, Mothetjoa Metsing, si è invece fermato all’8.95% con il suo Lesotho Congress for Democracy, che si è preso undici posti nell’Assemblea Nazionale.
Non disponendo della maggioranza assoluta in parlamento, Thabane, ha già annunciato la sua intenzione di formare un governo di coalizione attraverso la bocca del segretario di partito e suo braccio destro, Samonyane Ntsekele. Ai quarantotto seggi dell’ABC si aggiungeranno dunque i nove dell’Alliance of Democrats (7.34%), il partito fondato da Monyane Moleleki, i cinque del Basotho National Party, e l’unico parlamentare ottenuto dal Reformed Congress of Lesotho. In questo modo, la nuova alleanza di governo raggiungerebbe la maggioranza assoluta per appena tre seggi.
Per quanto riguarda gli altri partiti entrati in parlamento, vanno segnalati i sei seggi del Movement for Economic Change ed i tre del Popular Front for Democracy, mentre a completare la composizione della camera bassa sono un deputato a testa per National Independent Party, Basutoland Congress Party, Marematlou Freedom Party e Democratic Party of Lesotho.
Il grande obiettivo di Thabane, che sulla carta dovrebbe restare in carica per i prossimi quattro anni, è quello di riportare il Paese alla normalità ed alla stabilità, esercito permettendo. Il sostentamento della popolazione del Lesotho resta sempre un tema sempre di grande, visto che il Paese dipende per molte forniture, compresa quella d’acqua, dal Sudafrica, e dunque il punto cardine fondamentale delle politiche del governo di Maseru sarà certamente rappresentato dal mantenere buoni rapporti con la più importante potenza regionale, che tra l’altro già in passato ha dimostrato di sostenere Thabane.