Qualche mese fa mi fermo a fare rifornimento: “40 euro, grazie“. Il benzinaio provvede e poi, convinto di farmi un favore, mi chiede: “Facciamo 42, o lascio 40?”. Io lo guardo perplesso e gli dico: “Non sono il tipo che fa queste cose. E poi l’azienda è la mia, faccia 40”. Il benzinaio abbassa lo sguardo imbarazzato e scrive la cifra corretta.
Nella sua testa, infatti, quella piccola fregatura perpetrata in complicità contro un ipotetico datore di lavoro, era un modo per “fidelizzarmi”; per sdoganare con me il consueto familismo amorale di stirpe italica: fregare il prossimo come regola di vita. Importante precisare, tra l’altro, che queste cose mi sono capitate in tutta Italia: dalla provincia di Milano (proposta identica fattami da una rosticceria) a Palermo (idem).
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In Campania, invece, un noto ginecologo ed anche una referente dell’ASL, mi hanno confermato che la procedura per ottenere gravidanze a rischio è diventata molto più rigida e controllata, stracolma di burocrazia e con certificato da rinnovare mensilmente (tranne casi particolari) con tanto di visita fiscale a domicilio. Motivo? Tantissime, troppe false diagnosi che per anni hanno consentito a chi non ne aveva diritto di stare per 9 mesi a casa, stipendiata. Una prassi talmente consolidatasi, con una connivenza ed un’omertà diffusa a diversi livelli, da richiedere appunto nuove regole molto più stringenti (e rognose da seguire) anche per tutti gli onesti.
IL PARCHEGGIO AL CENTRO COMMERCIALE CAMPANIA
Quelli elencati fin qui, sono solo due degli esempi più tristi ed eclatanti della “peggiore italia”, ma l’immagine che state per vedere sintetizza forse ancora meglio il concetto di incivilità: l’altro giorno, nel parcheggio coperto del Centro Commerciale Campania di Marcianise (CE), ho assistito ad un’altra scena deprimente, di inciviltà non solo grave, ma totalmente gratuita e facilmente evitabile. Quella che vedete di seguito, infatti, è la foto di 8 vetture parcheggiate (per almeno 2 ore) in posti riservati ai disabili. Bene: quante di queste auto avevano il contrassegno? Una soltanto. Le altre, tra l’altro tutte auto da 25.000 euro di listino a salire, erano di persone senza alcun handicap.
La cosa ancora più grave, come accennato, è che in questo caso il gesto è doppiamente ingiustificato, poiché a circa 5 metri era possibile parcheggiare in uno dei numerosi posti liberi e non assegnati ai diversamente abili. Insomma: essere rispettosi del prossimo e della legge sarebbe costato praticamente zero sforzi e zero impegno. Il vantaggio ottenuto violando le regole è stato praticamente nulla. Nessuno infatti è stato “costretto” ad occupare abusivamente uno dei pochi posti riservati ai disabili, per mancanza di posti auto liberi. Si è trattato, tristemente, di deliberato e gratuito menefreghismo dei conducenti, disposti a negare diritti sacrosanti a persone in difficoltà pur di percorrere 5 metri in meno per raggiungere le uscite.
STESSA VERGOGNA ALL’OUTLET “LA REGGIA”
La situazione non è migliore all’Outlet “La Reggia”, sempre a Marcianise: qui ho notato addirittura 10 auto parcheggiate tutte nei posti riservate ai disabili. La metà erano auto di grossa cilindrata, tra i 60.000 e gli 80.000 euro, a dimostrazione che forse esiste una connessione tra prepotenza incivile e portafogli gonfio.
Delle 10 vetture, infatti, solo 3 avevano il contrassegno per gli invalidi ed erano tutte e tre utilitarie. Per carità, sorvoliamo pure sulla questione connessa alla tipologia di vettura, che sicuramente in questo caso non può fare statistica e che comunque è certamente di secondaria importanza.
Restiamo però focalizzati su questi eclatanti esempi d’inciviltà gratuita, poiché neppure “indotta” da condizioni particolari o esigenze specifiche (che comunque non giustificherebbero l’abuso, ovviamente).
I comportamenti denunciati sin qui, rappresentano purtroppo non un’esigua minoranza di cittadini italiani, ma una fetta cospicua della popolazione, forse addirittura crescente. La stessa che poi sbraita su Facebook per la corruzione, la disonestà e l’inciviltà altrui. La stessa che si lamenta degli “immigrati che sporcano tutto” e poi lascia le deiezioni dei propri cani ovunque per strada. Che urla contro “il sindaco che non fa pulire le strade” e poi getta lattine e bottiglie di vetro in piazza e lascia i preservativi usati su una strada di campagna.
Prima di inveire contro il prossimo, quindi, guardiamo noi stessi allo specchio. Guardiamo i nostri conoscenti, i nostri amici e persino i nostri cari; le persone più vicine a noi, che spesso mettono in atto proprio questi comportamenti illeciti ed immorali. Al solito, cerchiamo il corrotto che è dentro di noi ed in chi amiamo, prima di vederlo in qualcuno lontano dal nostro orticello affettivo.
Solo così avremo una classe dirigente migliore, un paese migliore; una vita migliore.
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