Oggi mi vergogno profondamente della mia città.
I Casamonica ci sono da decenni a Roma, tutti lo sanno, hanno le ville sulla Tuscolana, controllano lo spaccio della droga di roma sud e est, arco di travertino è roba loro. Eppure ieri il funerale di Vittorio Casamonica ha fatto di più, ha sancito una sconfitta ancora più grande. Ieri alla connivenza si è aggiunta l’approvazione.
Il prete non sapeva, non aveva visto i poster della facciata. Il Sindaco di Roma interroga il prefetto, i vigili smaltiscono il traffico. Eppure i manifesti erano lì almeno dalla mattina, da quando li ha visti Mina Welby che lì vicino ci abita.
Eppure quei cavalli che trainavano una carrozza nera bella grossa non sono mica arrivati lì perché ce li ha messi la fata turchina e puff! Hanno marciato dalla periferia fino alla chiesa di don Bosco, nel quartiere Tuscolano. Qualcuno ha montato le gigantografie del boss sui muri della chiesa, e nessuno ha detto niente. E qui entriamo in ballo anche noi, i romani che commentano, s’indignano ma poi non fanno niente. Altro che Sicilia, Napoli, l’io nu sacce niente è qui a Roma. È tra i preti, nella politica, tra le forze dell’ordine, tra noi cittadini incazzati pavidi e pure in mezzo a chi gli ha affittato quel cazzo di elicottero, chi gli ha stampato le gigantografie da Papa, dato i cavalli e la carrozza che no, stavolta non ritornerà a essere zucca.
Il marciume putrido della mafia a Roma resterà coperto d’oro, di petali di rosa ancora per molto tempo. È questo ciò che abbiamo capito ieri.
Sì, oggi mi vergogno profondamente della mia città.