HO CHI MINH CITY – Le relazioni tra Cuba e Vietnam risalgono naturalmente ai tempi della Guerra Fredda, quando i due stati era uniti dall’appartenenza al blocco comunista. Molto nota la frase pronunciata da Fidel Castro: “Cuba è pronta a dare il proprio sangue per il Vietnam”, oggi stampata sulle magliette commemorative del líder máximo vendute per le strade di Ho Chi Minh City. Dal 1960, quando i due governi stabilirono le relazioni ufficiali, il Vietnam è inoltre sempre stato il secondo partner commerciale di Cuba in Asia, naturalmente alle spalle della Cina, soprattutto grazie alle importazioni di riso da parte dell’isola caraibica (il Vietnam è il secondo esportatore di riso al mondo dopo la Thailandia).
La fratellanza tra i due stati è stata sempre effettiva e molto solida. Nel corso della guerra del Vietnam, infatti, Castro non spese solamente parole di solidarietà nei confronti del Paese asiatico, ma passò anche ai fatti: i cubani, ad esempio, costruirono ospedali da campo per l’esercito del Vietnam del nord, e, secondo fonti statunitensi, molti prigionieri di guerra sarebbero stati interrogati da agenti cubani, in quanto questi conoscevano la lingua inglese, al contrario dei vietnamiti. In tutto, oltre mille cubani avrebbero partecipato al conflitto vietnamita.
Non deve sorprendere, dunque, la visita ufficiale di questi giorni da parte di Nguyễn Phú Trọng, segretario generale del Partito Comunista del Vietnam (Đảng Cộng sản Việt Nam), a Cuba. Il leader del Paese asiatico ha reso omaggio alla tomba di Fidel Castro, accompagnato da Raúl Castro, in un’emozionate cerimonia. Il fratello minore del defunto líder máximo è stato anche insignito dell’Ordine della Stella d’Oro, il più alto riconoscimento della Repubblica Socialista del Vietnam, mentre a Nguyễn Phú Trọng è stata riconosciuta una laurea honoris causa in scienze politiche dall’Università de L’Avana. Ma la ragione dell’incontro è stata soprattutto la cooperazione economica tra i due governi, entrambi determinati a proseguire sulla strada per il socialismo nonostante il mondo sembri, in questo periodo storico, correre dal lato opposto.
“Crediamo fermamente che gli esiti di questa visita contribuiranno in maniera importante alla continuazione ed alla promozione della tradizionale amicizia e della solidarietà che legano il Vietnam a Cuba, e, in particolare, a rafforzare e migliorare l’efficacia tra i nostri due Paesi nei tempi a venire”, ha dichiarato Nguyễn Phú Trọng. In effetti, sono stati ben nove gli accordi di cooperazione firmati dai due leader in questi giorni.
In piena fase di aggiornamento del proprio modello economico, Cuba ha in effetti richiesto il sostegno dell’antico amico vietnamita, uno dei Paesi che negli ultimi anni ha fatto registrare la maggior crescita al mondo. Nguyễn Phú Trọng ha ricordato che “l’economia di mercato non può abbattere il socialismo”, aggiungendo che “per costruire il socialismo è necessario sviluppare un’economia di mercato in maniera corretta”. In questa formula, il leader vietnamita ha riassunto il cammino intrapreso dal suo Paese negli ultimi anni, quello dell’economia di mercato con orientamento socialista, definizione che si trova sia nella Costituzione Vietnamita che nei documenti ufficiali del Partito Comunista del Vietnam.
In pratica, Nguyễn Phú Trọng ha voluto indicare a Raúl Castro la strada da percorrere, quella delle riforme economiche, ma sempre sotto il controllo dello stato, mantenendo gli elementi dell’economia centralizzata socialista e la guida del partito unico. Cuba, però, ha uno svantaggio non da poco rispetto al Vietnam: mentre il governo di Hanoi confina con un partner economico affidabile ed importante come la Cina, Cuba si trova a soffrire, sin dal 1962, l’embargo degli Stati Uniti, la potenza economica più vicina e che, per posizione geografica, rappresenterebbe un partner commerciale ideale. In passato, anche il Vietnam fu sottoposto ad un blocco economico da parte di Washington, ma sono oramai passati oltre vent’anni dal suo decadimento.
In conclusione, entrambi i governi, tanto quello cubano quanto quello vietnamita, sono pienamente coscienti di non aver raggiunto la costituzione di una società socialista in senso pieno, come si può leggere a chiare lettere nei documenti ufficiali di entrambi i Partiti Comunisti: tuttavia, Cuba ed il Vietnam non vogliono rinunciare a questo ambizioso obiettivo a lungo termine (al contrario di quello che afferma la maggioranza della stampa occidentale, che vorrebbe la svendita di Cuba al miglior offerente). Dall’altro lato, entrambi i governi stanno cercando di trovare la propria posizione nell’ambito dello scacchiere economico globale attraverso riforme che permettano ai due Paesi di proseguire nel migliore dei modi sulla strada per la costruzione del socialismo, garantendo allo stesso tempo un continuo miglioramento delle condizioni di vita materiali dei propri cittadini.
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