Scoperto nel 1503 dal capitano spagnolo Juan de Bermúdez, in onore del quale fu denominato, l’arcipelago delle Bermuda entrò ben presto a far parte dell’Impero britannico, nel quale è tuttora incluso. Furono gli inglesi, infatti, a costruire i primi insediamenti umani stabili sulle isole, fino ad allora disabitate. Le Bermuda detengono comunque una certa autonomia da Londra: il territorio d’oltremare britannico possiede infatti un proprio parlamento bicamerale, composto da una camera bassa, la House of Assembly, e da una camera alta, il Senato, non elettivo e composto da appena undici membri. La corona britannica è rappresentata dal governatore, massima carica dell’arcipelago, attualmente detenuta da John Rankin.
ELEZIONI ANTICIPATE E VITTORIA LABURISTA
A regolare lo status ed il funzionamento politico delle Bermuda è il Bermuda Constitution Order del 1968, che funge da legge fondamentale del territorio. Esso prevede la durata quinquennale del mandato dei deputati della House of Assembly, che sono nel numero di trentasei, e che vengono eletti con il sistema del first-past-the-post, tipico dei sistemi politici britannici e affini. Le prossime elezioni, previste cinque anni dopo la prima riunione della nuova legislatura, si sarebbero dunque dovute svolgere nel 2018, ma a provocare le elezioni anticipate è stata la caduta del governo di centro-destra.
L’OBA (One Bermuda Alliance) deteneva una maggioranza molto ristretta alla House of Assembly, con diciannove deputati contro i diciassette dell’opposizione, composta interamente dal Progressive Labour Party (PLP). Nel momento in cui due parlamentari della maggioranza hanno deciso di uscire dal partito per diventare indipendenti, i laburisti hanno proposto un voto per sfiduciare il governo. Michael Dunkley, leader dell’OBA e capo del governo ha così accettato la sconfitta prima ancora del voto, chiedendo al governatore Rankin di dissolvere la camera bassa.
Questa situazione ha portato alle elezioni anticipate di martedì 18 luglio, che hanno regalato una vittoria schiacciante ai laburisti, destinati a formare un nuovo governo sotto la guida del loro leader, E. David Burt. Utilizzando lo slogan di “Let’s Put Bermudians First” nella propria campagna elettorale, i laburisti hanno ottenuto il 58.89% delle preferenze, contro il 40.61% dell’OBA. Tradotto in seggi, il sistema del first-past-the-post ha permesso la formazione di una maggioranza molto netta: ventiquattro deputati per i laburisti, dodici per il centro-destra. Nessun indipendente è stato eletto.
Dopo i governi di Craig Cannonier e Michael Dunkley degli ultimi anni, i laburisti tornano dunque a governare l’arcipelago, come era già accaduto ininterrottamente dal 1998 al 2012.