Benvenuti in Italia. Paese che ha visto venir alla luce letterati come Dante, artisti come Leonardo Da Vinci e trogloditi come quelli che hanno imbrattato l’Inter Wall. La faccenda è ormai nota a tutti: il popolo sportivo italiano ha ritoccato il fondo della decenza nella notte tra il 21 e 22 marzo.
L’IMPIETOSA VICENDA
In commemorazione dei 110 anni dalla fondazione dell’Inter, a Milano, precisamente a via Borsieri in zona San Siro, è stato inaugurato l’Inter Wall, un murale celebrante la storia nerazzurra. L’opera raffigura alcuni idoli del passato della società meneghina, protagonisti in campo e fuori di vere e proprie imprese in salsa interista. Con un’altezza di 18 metri ed una larghezza di 10, il murale rappresenta uno dei simboli più imponenti di arte urbana nel capoluogo lombardo. Svelata al pubblico il 19 marzo, la notizia aveva già scatenato sui social le prime scaramucce e critiche tra tifosi.
A far però scalpore è stato lo scenario impietoso a cui abbiamo dovuto assistere nella mattinata di giovedì. Vernice rossa, probabilmente ancora fresca, sparsa qua e là, ed una scritta chiara e ben leggibile. Il popolo italiano si divide: da un lato l’indignato popolo interista, dall’altro chi li sbeffeggia con beceri insulti. Infine, una piccola minoranza si domanda il perché di un atto tanto idiota quanto inconcludente.
UNA GARA D’INDECENZA
Ancora una volta l’ignoranza, mischiata alla rivalità sportiva, ha colpito. Stavolta un muro. Prima ancora persone, popolazioni o intere etnie.
In fondo imbrattare una parete è niente in confronto. Sono cose “normali”, almeno qui da noi. A far preoccupare maggiormente è come si possa passare, nel giro di poco più di due settimane, dall’amore fraterno per il cordoglio del defunto Davide Astori a questo vile atto. La pochezza umana è davvero arrivata così in basso? La domanda è ovviamente retorica.
[newsletter]
Altro punto a fare scalpore sono le motivazioni usate da chi sostiene i vandali, i quali inneggiano alla non simpatia verso lo stendardo a tinte nero azzurre. Scommettete che gli stessi che avrebbero pagato per poter sporcare il murale, a parti invertite, sarebbero stati in prima linea per denunciare lo scempio?
NON È STATA SOLTANTO DELLA VERNICE
A rovinare l’Inter Wall, e con essa la cultura sportiva nazionale, non è stata solamente della comunissima vernice rossa, bensì i valori di una società in rovina da svariati punti di vista. Per intenderci, è come se prendessimo i brandelli della nostra decenza e li gettassimo nell’immondizia.
[coupon id=”18845″]
La motivazione dell’azione, come noto, è lo schieramento opposto alla tifoseria interista. Per tale motivo, dovremmo sentirci autorizzati ad imbrattare la parete della casa adiacente alla nostra, solo perché non ci piace il colore della parete? Sarebbe quindi lecito affacciarsi dal davanzale della nostra finestra ed urlare ingiurie ai vicini? Sono casi simili in fondo.
Gli autori dell’atto vandalico sono ancora ignoti, ma poco importa la bandiera di appartenenza. Ognuno rivolga il dito verso chi vuole.
Siate consci però che l’unico gesto ammesso è portare una mano sul petto e recitare un mea culpa lungo e sincero.
[foto copertina: FCInter1908.it]