23 morti, 4 dispersi e 50 feriti: questo è il bilancio, forse definitivo, della tragedia avvenuta ieri in Puglia. È una delle pagine più tristi della storia recente italiana, al pari della strage di Viareggio nel 2009.
I FATTI – Alle 11 circa di martedì 12 luglio, due treni si sono scontrati su un binario unico tra Corato e Andria. La collisione è avvenuta tra due convogli, ognuno formato da 4 vagoni, alla velocità di 110 km/h. Le prime due carrozze di entrambi i treni quasi disintegrate. I soccorsi sono stati tempestivi e dalle lamiere è stato estratto anche un bambino ancora in vita. La causa, quasi certamente, è stato un errore umano: non c’è un sistema automatico per il binario unico e la segnalazione va fatta attraverso una comunicazione telefonica. Una comunicazione errata che ha portato a una tragedia senza precedenti.
LE DICHIARAZIONI – Tante le dichiarazioni sul disastro avvenuto in Puglia. Sul luogo dello schianto nel pomeriggio di ieri è arrivato anche Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha dichiarato: “E’ una tragedia immane, sono qui per coordinare la macchina dei soccorsi. Fatemi andare”. Parole sulla strage anche da parte di Matteo Renzi: “Non ci fermeremo finchè non sarà fatta chiarezza sulle responsabilità”, ha detto il Premier che stamattina si trovava a Milano. “Questo è il momento delle lacrime e in cui bisogna lavorare per recuperare le vittime e i feriti”. Cordoglio anche da parte di Sergio Mattarella: “Il mio primo pensiero va alle tante vittime e ai loro familiari, ai quali desidero far pervenire vicinanza e solidarietà. Ai feriti rivolgo gli auguri di pronta guarigione”.
LE LINEE FERROVIARIE – Come riportato dal Sole24Ore, la rete ferroviaria italiana può considerarsi divisa in due blocchi: quella che fa capo alla vigilanza di Rfi e quella che non è sottoposta alla vigilanza del medesimo controllore e che fa riferimento all’Ustif del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La rete che non fa parte di Rfi è gestita da circa 20 gruppi che controllano 34 società a livello locale, tra cui proprio Ferrotramviaria. Il problema di fondo, però, sono gli investimenti: ingenti quelli di Rfi (dal 2000 circa 7 miliardi di euro), pochi (e mal investiti) quelli riconducibili alle 34 aziende che, ricordiamolo, sono a partecipazione sia pubblica che privata.
STRAGE EVITABILE – Quello del binario unico è un problema che non riguarda solo quella tratta ma che colpisce il 70% circa della rete ferroviaria al Sud. Ma la notizia incredibile è che sono stati stanziati ben 180 milioni di euro per raddoppiare la linea e quindi creare quel doppio binario che avrebbe potuto evitare questo disastro. I lavori dovevano partire nel 2013 e finire nel 2015 ma in realtà non sono mai iniziati. Oggi Graziano Delrio ha riferito in Parlamento ed è stato oggetto di pesanti critiche da parte dei 5Stelle che hanno definito il Ministro “primo responsabile politico di questa tragedia”. Purtroppo tendiamo a risolvere i problemi dopo che succedono i disastri. L’intera rete ferroviaria italiana e i servizi che essa comporta sono ancora a un livello deficitario: treni fatiscenti, ritardi enormi e costi a volte esorbitanti, sono soltanto una parte dei problemi di un settore dove, nonostante i soldi spesi, le lacune da colmare sono moltissime. Nonostante le ultime statistiche vedono un miglioramento nei tempi di percorrenza, c’è ancora molto da lavorare. Nelle tabelle ISTAT pubblicate nel 2016 ma relative all’anno 2014, si può leggere che i passeggeri della rete ferroviaria nell’anno 2014 sono stati 854.755.657. Per quanto riguarda gli incidenti, soltanto nel 2014 sono stati 122 con 56 morti e 47 feriti gravi. Sono numeri sicuramente più bassi rispetto a quelli degli anni precedenti ma è comunque un dato ancora elevato e che testimonia come ci sia bisogno della messa in sicurezza dell’intero sistema. Questa è una delle tante piaghe che attanaglia l’Italia ma soprattutto il Sud, teatro di tantissime opere mai realizzate o mal realizzate. Errori e ritardi inspiegabili che purtroppo ieri hanno spezzato la vita e i sogni di molte persone.
Fonte immagine: Panorama.it