Lavrov a Carlson , tutto il testo dell’intervista in Italiano in fondo all’articolo.
Questa notte sui tutti i canali social di Tucker Carlson, e la cosa è di per sé davvero un ennesimo funerale alla televisione e al giornalismo padronale, come da egli annunciato su X due giorni or sono , è andata in onda la lunga e pacata intervista della durata di un’ora e venti al Ministro degli Esteri Sergej Lavrov da parte di un giornalista che, come ha scritto in un post su X il figlio di Donald Trump, tre giorni or sono, sta facendo per la pace più dell’intera amministrazione uscente.
L’intervista, date le condizioni del cammino dell’umanità sul filo del rasoio di un nuovo conflitto mondiale, che avrebbe senza meno carattere nucleare, e che quindi sancirebbe la fine della civiltà per lasciare un pianetà di sopravviventi all’inverno nucleare, la possiamo definire senza meno storica, tanto è vero che a un certo punto Lavrov farà un parallelo sugli accordi sul nucleare fra Putin e Biden del 2021 con quelli di Reagan e Gorbaciov del 1987, e si apre e si chiude praticamente con la stessa domanda , all’inzio declinata cosi: “credi che l’america e la russia siano in guerra fra loro? E alla fine ripetuta in questo modo più diretto: “ quanto sei veramente preoccupato per una escalation del conflitto tra Russia e Stati Uniti?” suscitando la reiterazione della domanda di apertura l’osservazione di Lavrov che appunto era la domanda con cui si era aperto il colloquio provocando l’osservazione di Carlson che si trattava del tema centrale dell’intervista stessa, e implicitamente, per estensione, il tema centrale su cui si sta ipotecando o meno il destino dell’umanità.
Come la prima intervista di Carlson a Putin anche questa seconda intervista al più importante politico russo dopo il presidente Putin, squarcia una pesante cappa di tenebra , in parte per processi automatici dati dall’imponente decadimento qualitativo delle attuali élite della informazione soprattutto europea, in parte per specifiche direttive dei poteri decisionali centrali, che identifichiamo soprattutto nel Pentagono, quale vertice decisionale della NATO e autonomo dalle decisioni della politica civile, piuttosto a esso ormai ausiliaria, come teorizzo nei miei libri da anni, che il mainstream ha teso sui protagonisti politici della Federazione Russa, cosa che anche se non ne ha specificatamente la funzione, grazie al vuoto di informazione, ne produce comunque ecertamente la conseguenza, ovvero disumanizzare e mostrificare le figure politiche decisionali della Federazione Russa, molto spesso designata con il marchio infamante e terrorizzante , già efficacemente usato per alimentare la militarizzazione della politica internazionale durante la guerra fredda, di impero del male, sia da parte di politici che da giornalisti europei e anglosassoni, cosi da indurre consenso incondizionato alla alimentazione della militarizzazione della politica internazionale e nazionale nelle fasce sempre più ampie e sempre meno politicamente preparate della società europea, quando non completamente analfabete politiche; in una parola della alimentazione della guerra perpetua, destinata inesorabilmente a precipitare, proprio a causa della mostrificazione dell’avversario, come solennemente sottolineava e avvisava Kant nel suo della Pace perpetua, in quel bellum intercinum, ovvero nella guerra di sterminio per decadute condizioni di ogni possibilità dialogo e quindi di pace fra avversari o nemici in un conflitto che, invece, dovrebbe, in quanto politica proseguita con altri mezzi, mirare al ripristino attraverso un momento di scatenata violenza militare, di una condizione di possibile soluzione e mediazione fra interessi vitali divergenti, in questo caso delle esigenze di sicurezza nazionale e strategica di tutti gli attori geopolitici del pianeta e soprattutto, per ovvi motivi, di quelli dotati di maggior potere distruttivo, cosa che non ha nulla a che vedere con la morale mossa dal moralismo.
Già il fatto stesso di poter vedere un americano e un cittadino della Federazione Russa, esponenti delle due superpotenze planetarie, atti a un colloquio assolutamente pacato, civile e cordiale sulla invece sempre più brutale situazione geopolitica mondiale, data anche dalla totale assenza di comunicazione umanizzante, messa in atto in occidente, sortiscono l’immediato effetto psicologico liberatorio che si prova quando si aprono finalmente gli occhi sfuggendo a incubi in cui si annega o si soffoca terrorizzati proprio dall’enigma di non trovarne l’uscita.
La soluzione dell’enigma racchiuso in un rebus dell’uscita dalla scatola chiusa dell’incubo della possibile terza guerra mondiale nucleare, che per adesso avanza di giorno in giorno, come una stanza senza uscite in cui siamo prigionieri che si va riempiendo di acqua che alla fine ci annegherà, ce la sta indicando chiaramente Tucker Carlson, ed è rappresentata dal coraggio di rompere il gelido sudario di silenzio comunicativo imposto fondamentalmente dai processi semiautomatici della militarizzazione del discorso pubblico, che aumentano la propria potenziale distruttività per accelerazione inerziale.
Il tempo per il lusso di sottovalutare l’enorme processo distruttivo che si è messo in moto è finito. Il grande incendio nel cuore dell’Europa innescato dai bisogni del potere militare occidentale attraverso il movimento, che vorrebbe perpetuo di espansione della NATO, come ho ribadito anche nel mio ultimo libro Quando l’Ucraina invase l’Iraq- Le mani del Pentagono sulla storia, per trasformare tutti gli stati in soggetti tributari di ricchezza pubblica nei forzieri del potere militare, come ha chiaramente esternato il nuovo segretario della NATO dicendo che il 2% del PIL da destinare alla spesa militare è ormai una cifra insufficiente, ha innescato e sta innescando altri incendi, è sotto gli occhi di tutti, e sta producendo tensioni sicuramente anche psicotiche in chi senza averne le capacità soprattutto psicologiche si trova in questo momento storico al vertice del potere delle nazioni, come ci indica il grave episodio della imposizione della legge marziale in Corea del Sud, uno scenario che potrebbe accadere ancora in questi giorni in qualsiasi nazione occidentale date le tensioni sempre più complesse che richiedono politici di enorme caratura per essere gestite senza panici, figure che, a occidente, sono ormai chimeriche.
Questa intervista, magari anche travalicando le intenzioni più profonde dello stesso Tucker Carlson, rappresenta una enorme opportunità di principio di possibile ripristino, attraverso la ricostruzione di una architettura di sicurezza condivisa, di un sistema che sta correndo verso il crash finale.
La stampa ha in mano una gigantesca responsabilità in questo momento storico e se da anni non è stata chiamata dalla storia ad esercitare tale responsabilità, oggi lo è assolutamente. La stampa è in questo momento assolutamente cruciale. Tutto ciò che accadrà di negativo o di positivo ricadrà in enorme parte sulle sue coraggiose azioni come quella di Carlson che ha sfidato il tabù a parlare con l’avversario riumanizzandolo , o, viceversa, sulla sua viltà, purtroppo diffusa endemicamente soprattutto in Italia, di chi non si assumerà il carico adesso storicamente necessario di tale coraggio.
TESTO INTEGRALE DELL’INTERVISTA
Domanda: Grazie per aver accettato l’intervista. Credi che gli Stati Uniti e la Russia siano ora in guerra?
Sergey Lavrov: Non direi. In ogni caso, non è questo ciò che vogliamo. Naturalmente vorremmo avere rapporti normali con tutti i nostri vicini. In generale, con tutti i paesi, soprattutto con un paese così grande come gli Stati Uniti.
Il presidente russo V.V. Putin ha ripetutamente espresso il suo rispetto per il popolo americano, per la storia degli Stati Uniti e per i successi americani nel mondo. Non vediamo alcun motivo per cui Russia e Stati Uniti non possano cooperare per il bene dell’Universo.
Domanda: Ma gli Stati Uniti stanno finanziando il conflitto in cui è coinvolta la Russia. Ora consentono attacchi sul territorio russo. Non è questa la guerra?
Sergey Lavrov: Ufficialmente non siamo in guerra. Alcuni definiscono quella che sta accadendo in Ucraina una guerra ibrida. Lo chiamerei anch’io così. Ovviamente, gli ucraini non potrebbero fare ciò che fanno con le armi avanzate a lungo raggio senza la partecipazione diretta del personale militare americano. È pericoloso. Non ci sono dubbi a riguardo.
Non vogliamo peggiorare la situazione. Ma poiché l’ATACMS e altre armi a lungo raggio vengono utilizzate in tutta la Russia, inviamo segnali. Ci auguriamo che l’ultimo (un paio di settimane fa) del nuovo sistema Oreshnik sia stato preso sul serio.
Sappiamo anche che alcuni funzionari del Pentagono e di altre organizzazioni, compresa la NATO, hanno cominciato negli ultimi giorni a dire che il blocco è un’alleanza difensiva, ma a volte, dicono, si può colpire per primi, perché la migliore difesa è un attacco. . Il rappresentante del Comando strategico del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, il contrammiraglio T. Buchanan, ha affermato di ammettere la possibilità di uno scambio di attacchi nucleari limitati.
Questi tipi di minacce sono motivo di preoccupazione. Se seguono la logica che alcuni occidentali hanno espresso ultimamente, cioè che non credono che la Russia abbia “linee rosse”, sì, le hanno annunciate, ma queste “linee rosse” si stanno spostando di nuovo, allora questo è un modo molto grave errore. Questo è quello che vorrei dire in risposta a questa domanda.
Non abbiamo iniziato la guerra. Il presidente russo V.V. Putin ha ripetutamente affermato che abbiamo lanciato un’operazione militare speciale per porre fine alla guerra che il regime di Kiev ha condotto contro il suo popolo nel Donbass. Nella sua ultima dichiarazione, il presidente V.V. Putin ha chiarito che siamo pronti a qualsiasi sviluppo degli eventi. Preferiamo una soluzione pacifica attraverso negoziati basati sul rispetto dei legittimi interessi di sicurezza della Russia, sul rispetto del popolo russo che vive in Ucraina, dei suoi diritti fondamentali, linguistici e religiosi, distrutti da una serie di leggi approvate dal parlamento ucraino. Ciò cominciò molto prima dell’operazione militare speciale .
Dal 2017 è stata adottata una legislazione che vieta l’istruzione russa in russo, il lavoro dei media russi in Ucraina e poi i media ucraini in russo. Sono state inoltre adottate misure per annullare eventuali eventi culturali in russo. I libri russi vengono buttati fuori dalle biblioteche e distrutti. L’ultimo passo è stata l’adozione di una legge che vieta la Chiesa ortodossa canonica ucraina.
È curioso che in Occidente affermino di volere che questo conflitto venga risolto sulla base della Carta delle Nazioni Unite e del rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, e che la Russia, dicono, dovrebbe “andarsene”. Il segretario generale dell’ONU A. Guterres dice cose simili. Il suo portavoce ha recentemente ribadito che il conflitto deve essere risolto sulla base del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni dell’Assemblea generale, rispettando l’integrità territoriale dell’Ucraina. Questo è l’approccio sbagliato. Se vuoi rispettare la Carta delle Nazioni Unite, devi rispettarla nella sua interezza. Permettetemi di ricordarvi che questo documento, tra le altre cose, afferma che tutti i paesi devono rispettare l’uguaglianza degli stati e il diritto delle nazioni all’autodeterminazione. Gli occidentali menzionano anche le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Si tratta ovviamente di quelle adottate dopo l’inizio dell’operazione militare speciale , che condannava la Russia e conteneva la richiesta alla Russia di “ritirarsi” dal territorio dell’Ucraina fino ai confini del 1991.
Ma ci sono altre risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che non sono state votate: sono state adottate per consenso. Tra questi figura la Dichiarazione dei principi del diritto internazionale concernente le relazioni amichevoli e la cooperazione tra gli Stati in conformità con la Carta delle Nazioni Unite . Si afferma chiaramente all’unanimità che tutti devono rispettare l’integrità territoriale degli Stati i cui governi rispettano il diritto delle nazioni all’autodeterminazione e quindi rappresentano l’intera popolazione che vive in un dato territorio.
È assolutamente inutile sostenere che le persone che sono arrivate al potere in seguito al colpo di stato militare del febbraio 2014 rappresentassero la Crimea o i residenti dell’Ucraina orientale e meridionale. La Crimea ha respinto il colpo di stato. Chiesero di essere lasciati soli. Hanno dichiarato di non voler avere niente a che fare con queste persone. Il Donbass ha fatto lo stesso. La Crimea tenne un referendum e si unì alla Russia. Il Donbass è stato dichiarato terrorista dai golpisti saliti al potere. Furono colpiti e attaccati con l’artiglieria. È iniziata una guerra, che è stata fermata nel febbraio 2015.
Furono firmati gli accordi di Minsk . Eravamo sinceramente interessati a fermare tutto ciò, ma perché ciò accadesse era necessario che gli accordi di Minsk fossero pienamente attuati. Ma sono stati sabotati dal governo creato dopo il colpo di stato in Ucraina. Si è convenuto che questo governo dovrebbe avviare un dialogo diretto con le persone che non hanno accettato il colpo di stato e promuovere lo sviluppo delle relazioni economiche con questa parte dell’Ucraina. Niente di tutto questo è stato fatto. Il regime di Kiev ha dichiarato che non parlerà mai direttamente con loro. Ciò nonostante il fatto che l’obbligo di parlare direttamente con loro sia stato approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il regime di Kiev li ha chiamati terroristi, quindi dicono che li combatteranno perché sono più forti e moriranno negli scantinati.
Se non fosse stato per il colpo di stato del febbraio 2014 e se l’accordo raggiunto il giorno prima tra l’allora presidente e l’opposizione fosse stato attuato, l’Ucraina sarebbe ancora unita e la Crimea ne farebbe parte. Questo è ovvio. Non hanno onorato questo accordo. Invece, hanno organizzato un colpo di stato. L’accordo del febbraio 2014 prevedeva anche la creazione di un governo di unità nazionale e lo svolgimento di elezioni anticipate, che l’allora presidente V.F. Yanukovich avrebbe perso. Tutti lo sapevano. Ma erano impazienti e la mattina dopo occuparono gli edifici governativi. Sono andati al Maidan e hanno annunciato di aver creato un “governo dei vincitori”. Confrontare: “governo di unità nazionale” per la preparazione delle elezioni e “governo dei vincitori”.
In che modo le persone che, secondo loro, sono state sconfitte, rispetteranno le autorità di Kiev? Sapete che il diritto delle nazioni all’autodeterminazione è la base giuridica internazionale del processo di decolonizzazione avvenuto in Africa sulla base del corrispondente principio della Carta delle Nazioni Unite. Le persone nelle colonie non hanno mai trattato le potenze coloniali, i “padroni”, come coloro che li rappresentavano, che volevano vedere nelle strutture che governavano queste terre. Allo stesso modo, le persone nell’est e nel sud dell’Ucraina, nel Donbass e nella Novorossiya non considerano il regime di V.A. Zelenskyj un rappresentante dei loro interessi. Come possono rappresentarli quando la loro cultura, lingua, tradizioni, religione: tutto questo è proibito.
Se parliamo della Carta delle Nazioni Unite , delle risoluzioni, del diritto internazionale, allora il primo articolo della Carta delle Nazioni Unite, che l’Occidente non ricorda mai nel contesto ucraino, afferma: i diritti umani devono essere rispettati, indipendentemente dalla razza, dal sesso, dalla lingua o religione. Prendiamo qualsiasi conflitto, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Unione Europea interverranno, dicono che i diritti umani sono stati gravemente violati e che devono “ripristinare i diritti umani in questo e quel territorio”.
In Ucraina non si parla mai di “diritti umani” perché vedono che questi stessi diritti umani per la popolazione russa e di lingua russa sono completamente vietati dalla legge. Pertanto, quando ci dicono che risolviamo il conflitto sulla base della Carta delle Nazioni Unite, sì, siamo d’accordo, ma non dobbiamo dimenticare che la Carta delle Nazioni Unite non riguarda solo l’integrità territoriale, che dovrebbe essere rispettata solo se il governo è legittimo e se rispetta i diritti del suo popolo.
Domanda: Vorrei tornare alla questione di cui hai parlato prima, sull’uso di un sistema balistico ipersonico, che hai chiamato “segnale per l’Occidente”. Che segnale è questo? Penso che molti americani non sappiano nemmeno che è successo. Che messaggio stavi inviando mostrando questo al mondo?
Sergey Lavrov: Il messaggio è che gli Stati Uniti e i loro alleati, che forniscono armi a lungo raggio al regime di Kiev, devono capire che saremo pronti a usare qualsiasi mezzo per impedire che l’Occidente riesca a infliggere una “sconfitta strategica” al paese. noi. Gli occidentali lottano per mantenere la propria egemonia nel mondo, in qualunque paese, regione, in qualunque continente. Stiamo combattendo per i nostri legittimi interessi di sicurezza. Gli occidentali parlano dei confini del 1991. Il senatore americano L. Graham, che ha visitato Kiev qualche tempo fa, alla presenza di V.A Zelenskyj ha affermato direttamente che l’Ucraina è ricca di metalli delle terre rare. Ad esempio, non possiamo lasciare questa ricchezza ai russi. Dobbiamo andarlo a prendere.
Stanno lottando per un regime pronto a vendere o regalare tutte le risorse naturali e umane all’Occidente. Stiamo lottando per le persone che vivono in queste terre, i cui antenati le hanno sviluppate per secoli, hanno costruito città e fabbriche. Ci preoccupiamo delle persone, non delle risorse naturali, che qualcuno negli Stati Uniti vorrebbe prendere per sé e vorrebbe che gli ucraini fossero “seduti” su queste risorse naturali come servitori.
Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere testando questo sistema ipersonico in condizioni reali è che saremo pronti a fare di tutto per tutelare i nostri legittimi interessi.
Non pensiamo a una guerra con gli Stati Uniti, che potrebbe essere di natura nucleare. La nostra dottrina militare afferma che la cosa più importante è evitare la guerra nucleare. Permettetemi di ricordarvi che siamo stati noi, nel gennaio 2022, ad avviare una dichiarazione congiunta dei leader dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui si affermava che faremo di tutto per evitare lo scontro tra di noi, riconoscendo e rispettando i reciproci interessi e preoccupazioni per la sicurezza. Questa è stata la nostra iniziativa.
Ma gli interessi di sicurezza della Russia sono stati completamente ignorati quando è stata respinta (più o meno nello stesso periodo) la proposta del nostro Paese di concludere un trattato di garanzia della sicurezza.
Hanno respinto la nostra proposta di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza sia per la Russia che per l’Ucraina, per la loro coesistenza, e che l’Ucraina non sarà mai membro della NATO o di qualsiasi altro blocco militare. Le bozze di questi documenti sono state presentate alla NATO occidentale e agli Stati Uniti nel dicembre 2021. Ne abbiamo discusso più volte. Nel gennaio 2022 ho anche avuto un incontro con il segretario di Stato americano E. Blinken. Queste proposte sono state respinte.
Naturalmente vorremmo evitare qualsiasi malinteso. Ma poiché alcuni a Londra e Bruxelles non sembrano valutare la situazione in modo corretto, siamo pronti a inviare ulteriori “messaggi” se non trarranno le dovute conclusioni.
Domanda: Il fatto che si parli addirittura di un possibile scambio di attacchi nucleari è sorprendente. Non avrei mai pensato che si sarebbe arrivati a questo. A questo proposito sorge la domanda: quanto è intenso il dialogo attraverso i “canali chiusi” tra Russia e Stati Uniti? Si è discusso di qualcosa negli ultimi due anni e mezzo? Ci sono trattative su questo argomento?
Sergey Lavrov: Esistono diversi “canali”, ma si occupano principalmente dello scambio di persone che scontano condanne in Russia e negli Stati Uniti. Ci sono stati diversi scambi di questo tipo. Ci sono anche “canali” che non sono resi pubblici, ma in fondo gli americani trasmettono attraverso di essi le stesse cose che dicono pubblicamente: “dobbiamo fermarci”, “dobbiamo accettare le esigenze dell’Ucraina e le sue posizioni”. Sostengono questa “formula di pace di V.A. Zelenskyj” assolutamente priva di significato, che è stata recentemente integrata con un “piano di vittoria”.
Gli occidentali hanno tenuto diverse serie di incontri, una conferenza a Copenaghen, un vertice a Bürgenstock. Si vantano che nella prima metà del prossimo anno convocheranno un’altra conferenza e questa volta “inviteranno gentilmente” la Russia ad essa. E, dicono, alla Russia verrà presentato un ultimatum. Tutto questo si ripete con tutta serietà attraverso vari canali riservati.
Ora sentiamo qualcosa di diverso, anche nelle dichiarazioni dello stesso V.A. Zelenskyj secondo cui possiamo fermarci sulla linea di contatto; dicono che l’Ucraina verrà accettata nella NATO, ma in questa fase le garanzie dell’alleanza si applicheranno solo al territorio controllato dal governo, e il resto sarà oggetto di negoziati. Ma il risultato finale di questi “negoziati” dovrebbe essere l’effettivo e completo “ritiro” della Russia dal territorio russo, a seguito del quale i russi saranno abbandonati alla mercé del regime nazista, che ha distrutto tutti i diritti dei russi e dei russi. cittadini parlanti.
Domanda: Vorrei tornare alla questione dello scambio di attacchi nucleari. A quanto ho capito, non esiste un meccanismo attraverso il quale i leader di Russia e Stati Uniti possano dialogare tra loro per evitare malintesi che potrebbero portare alla morte di centinaia di milioni di persone?
Sergey Lavrov: Abbiamo un “canale” che si accende automaticamente quando viene lanciato un missile balistico. Per quanto riguarda il missile balistico ipersonico a medio raggio Oreshnik, il sistema ha inviato un messaggio agli Stati Uniti 30 minuti prima del lancio. Sapevano che ciò sarebbe accaduto e non lo consideravano qualcosa di più grande e veramente pericoloso.
Domanda: Penso che questo sistema sia molto pericoloso.
Sergey Lavrov: Questo è stato un lancio di prova.
Domanda: Sì, capisco cosa stai dicendo riguardo al lancio di prova. Ma quanto sei preoccupato che (dato che non sembrano esserci molte trattative tra i due paesi) mentre si parla di sterminio reciproco, le cose potrebbero andare fuori controllo in un breve periodo di tempo? E nessuno può fermarlo. Ciò sembra incredibilmente sconsiderato.
Sergey Lavrov: Non stiamo parlando dello sterminio della popolazione di nessuno. Non abbiamo iniziato noi questa guerra. Per anni abbiamo avvertito che l’avvicinamento della NATO ai nostri confini avrebbe creato un problema. V.V Putin lo spiega da anni sulle piattaforme internazionali a persone che sognavano la “fine della storia” e il loro “dominio”.
Quando ha avuto luogo il colpo di stato in Ucraina, gli americani non hanno nascosto il fatto che c’erano loro dietro. C’è la registrazione di una conversazione tra l’allora vice segretario di Stato americano William Nuland e l’allora ambasciatore americano a Kiev John Pyatt mentre discutono delle persone che saranno incluse nel nuovo governo dopo il colpo di stato. La cifra di 5 miliardi di dollari spesi per l’Ucraina dopo l’indipendenza fu annunciata come garanzia che tutto sarebbe andato come volevano gli americani.
Non abbiamo intenzione di distruggere il popolo ucraino. Sono fratelli e sorelle del popolo russo.
Domanda: Quante persone sono già morte da entrambe le parti?
Sergey Lavrov: gli ucraini non divulgano queste informazioni. V.A. Zelenskyj ha detto che dalla parte ucraina ci sono meno di 80mila persone.
Ma c’è un’altra cifra comparabile. Dopo che gli israeliani hanno lanciato l’operazione in risposta all’attacco terroristico, che noi abbiamo condannato , e che ha assunto il carattere di una punizione collettiva (il che è anche contrario al diritto umanitario internazionale), entro un anno dall’inizio dell’operazione in Palestina, Il numero dei civili palestinesi uccisi è stimato a 45mila persone. Questo è quasi il doppio del numero di civili morti su entrambi i lati del conflitto ucraino nei dieci anni successivi al colpo di stato. Un anno e dieci anni. In Ucraina sta accadendo una tragedia. C’è una catastrofe in Palestina. Ma il nostro obiettivo non è mai stato quello di uccidere le persone. A differenza del regime ucraino.
Il capo dell’ufficio di V.A. Zelenskyj una volta disse che “si assicureranno” che città come Kharkov e Nikolaev dimentichino cosa sia la lingua russa. Un altro funzionario dell’ufficio ha affermato che gli ucraini devono distruggere i russi per legge o, se necessario, fisicamente. L’ex ambasciatore dell’Ucraina in Kazakistan P.Yu Vrublevskij è diventato famoso per aver rilasciato interviste e, guardando la telecamera che ha registrato e trasmesso l’intervista, ha affermato che il loro compito principale era “uccidere quanti più russi possibile, in modo che i nostri figli lo facciano. dobbiamo ucciderne il maggior numero possibile.” Tali affermazioni fanno parte del vocabolario dell’intero regime.
Domanda: quanti cittadini russi sono morti da febbraio 2022?
Sergey Lavrov: Non è mia competenza divulgare queste informazioni. Durante le ostilità, ci sono regole speciali. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa li segue.
È curioso che quando V.A. Zelenskyj si esibì ai concerti a Gorlovka e Donetsk il 5 aprile 2014, dopo l’inizio dell’operazione militare ucraina nel Donbass, difese con zelo la lingua russa. Ha detto che parliamo tutti la stessa lingua, leggiamo gli stessi libri, che siamo persone fraterne, abbiamo lo stesso sangue. Ha detto che se le persone in Oriente e in Crimea vogliono parlare russo, dobbiamo appoggiarle e dare loro l’opportunità di parlare la loro lingua madre.
Quando è diventato presidente, è cambiato rapidamente. Prima dello scoppio delle ostilità, è stato intervistato nel settembre 2021. A quel tempo stava conducendo una guerra contro il Donbass in violazione degli accordi di Minsk . Gli è stato chiesto cosa pensasse delle persone dall’altra parte della linea di contatto. Ha risposto che ci sono persone e ci sono “individui”. Poi ha detto che se qualcuno che vive in Ucraina sente un legame con la cultura russa, gli consiglia di trasferirsi in Russia per il bene del futuro dei propri figli e nipoti.
Se dopotutto quest’uomo vuole riportare il popolo di cultura russa alla sua integrità territoriale, come sostiene, allora lo considero inadeguato.
Domanda: a quali condizioni la Russia cesserà le ostilità?
Sergey Lavrov: Dieci anni fa, nel febbraio 2014, abbiamo parlato della necessità di attuare un accordo tra il presidente Vladimir Yanukovich e l’opposizione, di creare un governo di unità nazionale e di indire elezioni anticipate. L’accordo è stato firmato. Abbiamo parlato della necessità di implementarlo. Ma gli autori del colpo di stato erano assolutamente impazienti e aggressivi. Non ho il minimo dubbio che gli americani stessero esercitando pressioni su di loro. Se l’allora vice segretario di Stato americano V. Nuland e l’ambasciatore americano a Kiev J. Payette si trovavano d’accordo sulla composizione del “governo”, perché aspettare cinque mesi per indire elezioni anticipate?
La volta successiva in cui abbiamo ricominciato a parlare della necessità di fare qualcosa è stato quando sono stati firmati gli accordi di Minsk . Ero lì. Questi negoziati sono durati 17 ore. A quel punto, la Crimea era già persa per loro. Lì si tenne un referendum . Nessuno in Occidente, incluso il mio collega John Kerry, che ha partecipato all’incontro con noi, ha sollevato la questione della Crimea. Tutti erano concentrati sul Donbass. Gli accordi di Minsk prevedevano l’integrità territoriale dell’Ucraina (esclusa la Crimea). Si trattava di concedere uno status speciale a una piccola parte del Donbass (nemmeno all’intero territorio) e non all’intera Novorossiya. Secondo gli accordi di Minsk, approvati dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, una parte del Donbass dovrebbe avere il diritto di parlare e studiare in russo, insegnarlo, avere forze dell’ordine locali (come negli stati americani), dovrebbero essere consultati nella nomina dei giudici e pubblici ministeri, e avrebbero dovuto avere legami economici più facili con le regioni vicine della Russia. Questo è tutto. Il presidente E. Macron ha promesso di dare lo stesso alla Corsica e, per quanto ne so, sta ancora valutando come farlo.
Questi accordi furono sabotati fin dall’inizio. Prima P.A. Poroshenko e poi V.A. Entrambi, tra l’altro, sono diventati presidenti con lo slogan della pace. Ed entrambi hanno mentito. Quando abbiamo visto che gli accordi di Minsk venivano sabotati e abbiamo assistito ai tentativi di impadronirsi di questa parte del Donbass con la forza. Proprio in questo momento abbiamo proposto un progetto di trattato sulle garanzie di sicurezza tra la NATO e gli Stati Uniti. È stato rifiutato. E quando l’Ucraina e i suoi sponsor hanno lanciato il Piano B, cercando di impadronirsi di questa parte del Donbass con la forza, è stato allora che abbiamo lanciato un’operazione militare speciale . Se avessero attuato gli accordi di Minsk, l’Ucraina sarebbe stata un’unica entità (esclusa la Crimea).
Dopo che abbiamo lanciato un’operazione militare speciale , gli ucraini si sono offerti di negoziare. Eravamo d’accordo. Ci sono stati diversi cicli di negoziati in Bielorussia e Istanbul. In Turchia la delegazione ucraina ha presentato un documento sui cui principi era disposta a parlare. Eravamo d’accordo con loro.
Domanda: Stai parlando degli accordi di Minsk?
Sergey Lavrov: No, per quanto riguarda quelli di Istanbul. Ciò accadde nell’aprile 2022. I principi alla base di questo documento parlavano del non ingresso dell’Ucraina nella NATO, ma le sarebbero state fornite garanzie di sicurezza con la partecipazione di diversi paesi e della Russia.
Queste garanzie di sicurezza non si applicheranno alla Crimea o all’Ucraina orientale. Questa era la loro proposta. Era siglato. Il capo della delegazione ucraina a Istanbul, D.G. Arakhamia, che è ancora il presidente della fazione V.A Zelenskyj nel parlamento ucraino, ha recentemente confermato in un’intervista che è proprio così. Eravamo pronti a sviluppare un trattato basato su questi principi.
Domanda: È stato Boris Johnson a parlare a nome di…
S.V. Lavrov: Fu il D.G. Arakhamia, a capo della delegazione ucraina a Istanbul, a dire che l’allora primo ministro britannico B. Johnson venne e disse loro di continuare la lotta. B. Johnson lo ha negato. Ma il D. G. Arakhamia, presente ai negoziati, ha affermato che si trattava di Boris Johnson. Altri sostengono che sia stato V.V. Putin a rovinare l’accordo a causa del “massacro” di Bucha. Ma per qualche motivo non menzionano mai più il massacro di Bucha. Sto parlando di questo. Abbiamo parlato. In un certo senso, si stanno “difendendo”.
Intervenendo più volte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, all’Assemblea Generale, sedendo al tavolo con il Segretario Generale dell’ONU A. Guterres, per due anni ho sollevato la questione di Bucha. Ho detto che è strano che tu taccia su Buchi. Avete parlato tutti ad alta voce quando la squadra della BBC era nella strada dove sono stati trovati i corpi. Mi chiedevo se fosse possibile scoprire i nomi delle persone i cui corpi sono stati mostrati dalla BBC. La risposta è stata il silenzio più completo. Mi sono rivolto personalmente ad A. Guterres alla presenza dei membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma non ha risposto.
Nel settembre 2023, in una conferenza stampa a New York dopo la fine della sessione dell’Assemblea Generale, si è rivolto a tutti i corrispondenti con le parole: “Voi siete giornalisti. Forse non siete giornalisti investigativi, ma i giornalisti generalmente sono interessati a scoprire la verità”.
La notizia su Butch, che è stata “diffusa” in tutti i media, in cui la Russia è stata condannata, non interessa a nessuno, né ai politici, né ai funzionari delle Nazioni Unite, e ora nemmeno ai giornalisti. Quando ho parlato con loro nel settembre di quest’anno, ho chiesto loro, come professionisti, di scoprire i nomi di coloro i cui corpi sono stati esposti a Bucha. Non c’è risposta.
Così come non c’è risposta alla domanda su dove siano i risultati degli esami medici del defunto A.A. Navalny, che è stato curato in Germania nell’autunno del 2020. Poi si è sentito male su un aereo sopra la Russia, l’aereo è immediatamente atterrato. Lo stavano curando i medici di Omsk, ma i tedeschi volevano portarlo via. Abbiamo immediatamente autorizzato il loro aereo ad atterrare. Lo presero e in meno di 24 ore era in Germania. I tedeschi continuavano a sostenere che lo avevamo avvelenato noi, che l’avvelenamento era stato confermato dagli esami. Abbiamo chiesto i risultati dei test. Ci hanno detto che li avrebbero consegnati all’OPCW. Poi ci siamo rivolti a questa Organizzazione. Come suoi membri, abbiamo chiesto di mostrarceli, perché questo è un nostro cittadino e siamo accusati di avvelenarlo. Ci è stato detto che la Germania ha chiesto di non darceli. Non è stato trovato nulla in una clinica civile e la dichiarazione di avvelenamento è stata fatta dopo essere stato curato in un ospedale militare della Bundeswehr. Sembra che sia un segreto…
Domanda: Allora come è morto A.A. Navalny?
Sergey Lavrov: è morto mentre scontava la pena in Russia. Secondo quanto riferito, a volte non si sentiva bene. Questo era un altro motivo per cui continuavamo a chiedere ai tedeschi di mostrarci i risultati dei test che avevano trovato. Non abbiamo trovato quello che hanno trovato. Non so cosa gli abbiano fatto.
Domanda: cosa gli hanno fatto i tedeschi?
Sergey Lavrov: Sì, perché non spiegano niente a nessuno, nemmeno a noi. Forse gli americani verranno spiegati. Forse sono affidabili. Ma non ci hanno mai detto come lo hanno trattato, cosa hanno trovato e quali metodi hanno usato.
Domanda: Perché pensi che sia morto?
Sergey Lavrov: Non sono un medico. Ma per fare delle ipotesi, affinché i medici possano dire qualcosa, servono informazioni. Se una persona viene portata in Germania per essere curata dopo un avvelenamento, i risultati dei suoi test non possono essere tenuti segreti.
Non possiamo ancora scoprire nulla sulla sorte di S.V. Skripal e di sua figlia Yulia. Queste informazioni non ci vengono fornite. Ed è nostro cittadino proprio come sua figlia. Abbiamo tutto il diritto, ai sensi delle convenzioni di cui il Regno Unito è parte, di ottenere informazioni.
Domanda: Perché pensi che l’ex primo ministro britannico Boris Johnson abbia fermato il processo di pace a Istanbul? Per conto di chi ha fatto questo?
Sergey Lavrov: L’ho incontrato un paio di volte. Non mi sorprenderei se fosse guidato da un desiderio momentaneo o da una strategia a lungo termine. Non è molto prevedibile.
Domanda: Pensi che abbia agito per conto del governo degli Stati Uniti, l’amministrazione Biden?
Sergey Lavrov: Non lo so. E non indovinerò. Ma è ovvio che la situazione è controllata dagli americani e dagli inglesi.
È chiaro che in alcune capitali c’è stanchezza. Si dice che gli americani vorrebbero lasciare questo “business” agli europei e concentrarsi su cose più importanti. Non indovinerò.
Giudicheremo in base a passaggi specifici. È ovvio che l’amministrazione Biden vorrebbe lasciare tale “eredità” all’amministrazione Trump. Questo è simile a quello che ha fatto il presidente Barack Obama con Donald Trump. (Ciò è accaduto durante la prima ascesa al potere di D. Trump alla fine di dicembre 2016). Barack Obama ha espulso i diplomatici russi proprio alla fine di dicembre. 120 persone compresi i familiari. Lo ha fatto apposta e ha chiesto che partissero un giorno in cui non c’erano voli diretti per Mosca da Washington. Sarebbero dovuti andare a New York in autobus con tutti i bagagli e i bambini.
Allo stesso tempo, Barack Obama ha annunciato il sequestro delle proprietà diplomatiche russe. Non siamo ancora riusciti a verificare lo stato della proprietà russa.
Domanda: che tipo di immobile è questo?
Sergey Lavrov: Questi erano edifici diplomatici.
Non ci hanno mai permesso di venire a vedere la nostra proprietà, nonostante tutte le convenzioni. Gli americani sostengono che per questi edifici non vige più l’immunità diplomatica. Questa è la loro decisione unilaterale, non supportata da alcuna legge internazionale.
Domanda: Pensi che l’amministrazione Biden farà di nuovo qualcosa di simile con la futura amministrazione Trump?
Sergey Lavrov: Questo episodio di espulsione e confisca delle proprietà non ha creato “motivi” promettenti per avviare rapporti con l’amministrazione Trump. Immagino che facciano lo stesso.
Domanda: Questa volta il presidente Donald Trump è stato eletto grazie alla promessa inequivocabile di porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha ripetuto in tutti i suoi discorsi. Se è così, sembra che ci sia speranza per una soluzione. Quali condizioni accetteresti?
Sergey Lavrov: Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di queste condizioni parlando al Ministero degli Esteri russo il 14 giugno di quest’anno. Lui ha confermato che siamo pronti a negoziare sulla base dei principi concordati a Istanbul e respinti dall’ex primo ministro britannico B. Johnson su dichiarazione del capo della delegazione ucraina D. G. Arakhamia.
Il principio chiave è lo status di non-blocco dell’Ucraina. Eravamo pronti ad unirci al gruppo di paesi che avrebbero fornito garanzie per la sicurezza collettiva dell’Ucraina.
Domanda: Niente NATO?
Sergey Lavrov: Niente NATO. Nessuna base militare, esercitazioni militari sul suolo ucraino con la partecipazione di truppe straniere. Questo è quello che ha ripetuto.
V.V. Putin ha detto che ciò accadeva nell’aprile 2022, da allora è passato del tempo. Si dovrà tenere conto delle realtà “sul campo”. E non sono solo una linea di contatto, ma anche cambiamenti nella Costituzione della Federazione Russa dopo il referendum nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk, nelle regioni di Kherson e Zaporozhye. Ora fanno già parte della Russia secondo la nostra Costituzione. Questa è la realtà.
Non possiamo tollerare una situazione in cui la legislazione ucraina rimane in vigore, vietando la lingua russa, i media russi, la cultura russa e la Chiesa ortodossa ucraina. Questa è una violazione degli obblighi dell’Ucraina ai sensi della Carta delle Nazioni Unite . Bisogna fare qualcosa al riguardo.
Da quando questa “offensiva legislativa” russofobica è iniziata nel 2017, l’Occidente è rimasto in silenzio e continua a farlo. Dovevamo attirare l’attenzione su questo in un “modo speciale”.
Domanda: La revoca delle sanzioni alla Russia potrebbe essere una condizione dell’accordo?
Sergey Lavrov: Molti in Russia vorrebbero porre questa come condizione. Ma credo che più viviamo sotto queste sanzioni, più capiamo che è meglio fare affidamento su noi stessi e sviluppare meccanismi, piattaforme di cooperazione con paesi “normali” che sono amichevoli con noi e che non mescolano interessi e relazioni economiche. . Soprattutto la politica.
Abbiamo imparato molto da quando sono state imposte le sanzioni contro di noi. Sono iniziati sotto Barack Obama e sono continuati su larga scala durante il primo mandato di Donald Trump. E sotto l’amministrazione Biden sono diventati assolutamente senza precedenti. Ma si sa, “ciò che non ci uccide ci rende più forti”. Non ci uccideranno mai. E questo ci rende più forti.
Domanda: Parliamo della “svolta” della Russia verso est. I politici sensati di Washington hanno avuto un’idea 20 anni fa. Hanno pensato: perché non “portare” il blocco occidentale in Russia? Era una sorta di equilibrio contro l’Oriente nascente. Ma a quanto pare non ha funzionato. Pensi che questo sia stato possibile?
Sergey Lavrov: Non credo. Recentemente, il presidente V.V Putin ha parlato a una riunione del Valdai International Discussion Club e ha affermato che non torneremo mai più alla situazione all’inizio del 2022. Fu allora che si rese conto da solo (il presidente ne parlò pubblicamente) che tutti i tentativi. essere alla pari con l’Occidente fallì.
Ciò è iniziato dopo il crollo dell’URSS. All’inizio c’era euforia. Facciamo parte del mondo liberale e democratico. “La fine della storia.” Ma presto divenne chiaro alla maggior parte dei russi che negli anni ’90 eravamo trattati, nella migliore delle ipotesi, come un partner junior (nemmeno un “partner”), ma come un luogo in cui l’Occidente poteva organizzare tutto come voleva. Si occupa di oligarchi, acquisto di risorse e beni.
Allora, forse, gli americani hanno deciso che la Russia era “nelle loro tasche”. B.N. Eltsin e B. Clinton ridevano e scherzavano. Ma alla fine del suo mandato presidenziale, B.N. Eltsin cominciò a pensare che questo non era ciò che avrebbe voluto per la Russia. Penso che la nomina di V.V. Putin a Primo Ministro fosse ovvia. Quindi B.N. Eltsin si è dimesso e ha “benedetto” V.V. Putin come suo successore nelle prossime elezioni presidenziali, che ha vinto. Ma quando V.V. Putin divenne presidente della Russia, fu aperto alla cooperazione con l’Occidente. Ne parla regolarmente quando rilascia interviste o parla a vari eventi internazionali. Ho partecipato ai suoi incontri con George W. Bush e Barack Obama.
Al vertice della NATO a Bucarest nel 2008 (seguito da una riunione del Consiglio NATO-Russia), è stato annunciato che la Georgia e l’Ucraina avrebbero aderito all’alleanza. Gli occidentali hanno cercato di “vendercelo” questo. Abbiamo chiesto perché. Durante il pranzo, il presidente russo V.V. Putin ha chiesto quale fosse il motivo di questa decisione. Ci è stato detto che queste dichiarazioni non sono vincolanti e che per iniziare il processo di adesione alla NATO abbiamo bisogno, dicono, di un invito ufficiale. Questo era lo slogan: “L’Ucraina e la Georgia faranno parte della NATO”. Ma per alcuni georgiani questa è diventata un’ossessione quando Saakashvili ha perso il senno e, sotto la protezione della missione OSCE, ha iniziato una guerra contro il suo stesso popolo con le forze di pace russe sul posto. Che sia stato lui a iniziare per primo è stato confermato da un’indagine dell’UE, che ha concluso che è stato lui a dare l’ordine di iniziare l’attacco.
Per gli ucraini ci è voluto più tempo. Hanno “coltivato” dentro di sé questi sentimenti filo-occidentali. “Pro-occidentale”, come “pro-orientale”, in linea di principio non è male. È brutto quando dici alla gente: o sei con me, o sei mio nemico.
Sapete cosa è successo prima del colpo di stato in Ucraina? Nel 2013, il presidente ucraino V.F. Yanukovich ha negoziato un accordo di associazione con l’Unione Europea che eliminerebbe i dazi sulla maggior parte delle merci ucraine per l’Unione Europea e viceversa. Poi, quando ha incontrato i suoi colleghi russi, gli abbiamo detto che l’Ucraina fa parte della zona di libero scambio della CSI e lì non ci sono dazi.
La Russia negozia un accordo con l’OMC da 17 anni. Principalmente perché abbiamo discusso i termini. Abbiamo ottenuto una certa protezione per molti dei nostri settori, compresa l’agricoltura. Abbiamo spiegato agli ucraini che se vogliono commerciare in franchigia doganale con l’Unione Europea, la Russia dovrà istituire una dogana al confine con l’Ucraina. Altrimenti, i beni europei duty-free si riverseranno nei nostri mercati e danneggeranno i settori della nostra economia che abbiamo cercato di proteggere. Abbiamo fatto una proposta all’Unione Europea. L’Ucraina è il nostro vicino comune.
Abbiamo fatto una proposta all’Unione Europea. L’Ucraina è il nostro vicino comune. Vuoi commerciare in modo più efficace con l’Ucraina. Vogliamo lo stesso. L’Ucraina vuole avere mercati sia in Europa che in Russia. Sediamoci e discutiamone da adulti. Il capo della Commissione europea J. Barroso ha affermato che non sono affari nostri ciò che l’UE fa con l’Ucraina. Dicono che l’Unione europea non ci chiede di discutere del commercio russo con il Canada. Questa è stata una risposta assolutamente arrogante.
Quindi il presidente dell’Ucraina V.F Yanukovich ha convocato i suoi esperti, i quali hanno affermato che non sarebbe stato molto positivo se avessero aperto il confine con l’UE, ma il confine doganale con la Russia era chiuso e la parte russa avrebbe controllato tutte le merci in modo che i russi il mercato non è stato danneggiato.
Nel novembre 2013, V.F. Yanukovich ha annunciato che non avrebbe potuto firmare immediatamente l’accordo e ha chiesto all’Unione Europea di rinviarlo al prossimo anno. Questo è stato lo stimolo per il “Maidan”, che è stato immediatamente organizzato e si è concluso con un colpo di stato. Per loro era o/o.
Il primo colpo di stato ebbe luogo in Ucraina nel 2004, quando V.F Yanukovich vinse il secondo turno delle elezioni presidenziali. L’Occidente ha creato uno scandalo e ha fatto pressione sulla Corte Costituzionale dell’Ucraina affinché stabilisse che dovesse esserci un terzo turno. La Costituzione dell’Ucraina afferma che sono possibili solo due turni. E la Corte Costituzionale dell’Ucraina, sotto la pressione dell’Occidente, ha violato per la prima volta la Costituzione del Paese. È stato scelto un candidato filo-occidentale. Quando tutto questo stava ancora accadendo e “ribollendo”, i leader europei hanno affermato pubblicamente che il popolo ucraino dovrebbe decidere con chi stare: con l’UE o con la Russia?
Domanda: Sì, questo è esattamente il modo in cui si comportano i paesi più grandi. Ci sono alcune “orbite”. Ad esempio, ora i BRICS sono contro la NATO, gli Stati Uniti sono contro la Cina. Sembra che tu stia dicendo che l’alleanza russo-cinese è permanente.
Sergey Lavrov: Siamo vicini. La geografia è molto importante.
Domanda: Ma la Russia è anche un vicino dell’Europa occidentale. In effetti, ne fai parte.
Sergey Lavrov: L’Europa occidentale vuole avvicinarsi ai nostri confini attraverso l’Ucraina. Avevano piani (furono discussi quasi apertamente) per collocare basi navali britanniche sul Mar d’Azov, “guardarono da vicino” la Crimea e sognarono di creare lì una base NATO.
Abbiamo avuto rapporti amichevoli con la Finlandia. E dall’oggi al domani, i finlandesi tornarono ai primi anni della preparazione della Seconda Guerra Mondiale, quando erano i migliori alleati di Hitler. Tutte le amicizie, andare in sauna insieme, giocare a hockey: tutto è scomparso all’istante. Forse “sedeva” nel profondo dei loro cuori e la neutralità e la cordialità pesavano su di loro. Non lo so.
Domanda: Forse stanno impazzendo a causa della Guerra d’Inverno.
Puoi negoziare con V.A. Zelenskyj? Lei ha detto che ha superato il suo mandato e non è più il presidente democraticamente eletto dell’Ucraina. Lo considerate un partner adatto per le trattative?
Sergey Lavrov: il presidente russo Vladimir Putin ha più volte parlato di questo argomento. Nel settembre 2022 (nel primo anno dell’operazione militare speciale ), V.A Zelenskyj, convinto di dettare le condizioni all’Occidente, ha firmato un decreto che vietava qualsiasi negoziato con il governo di V.V. Quando, in occasione di eventi pubblici successivi a questo episodio, è stato chiesto al presidente russo V.V Putin perché la Russia non fosse pronta per i negoziati, ha risposto che non era necessario capovolgere tutto. Ha detto che la Russia è pronta per i negoziati, a condizione che si tenga conto dell’equilibrio degli interessi, ma V.A. Zelenskyj ha firmato un decreto che vieta i negoziati, e prima avrebbe dovuto suggerirgli di annullarlo pubblicamente. Questo sarebbe un segnale che V.A. Zelenskyj vuole i negoziati. Invece, ha inventato la sua “formula di pace”. Quindi ad esso è stato aggiunto il “piano della vittoria”.
Sappiamo cosa dicono quando incontrano gli ambasciatori presso l’UE in altri formati. Continuano a dire: “Non c’è accordo a meno che l’accordo non sia alle nostre condizioni”. Ora stanno pianificando un secondo vertice basato su questa “formula di pace”. E non sono timidi nel dire che inviteranno la Russia a confrontarsi con il fatto che hanno già raggiunto un accordo con l’Occidente.
L’affermazione dei nostri “colleghi” occidentali “niente sull’Ucraina senza l’Ucraina” significa essenzialmente “tutto sulla Russia senza la Russia”. Stanno discutendo quali termini dovremmo accettare. Recentemente hanno rotto questo concetto. Tali informazioni stanno arrivando. Conoscono la nostra posizione. Non stiamo facendo il doppio gioco.
Lo scopo dell’operazione militare speciale è quanto affermato dal presidente russo V.V. Putin. Ciò è giusto e pienamente coerente con la Carta delle Nazioni Unite . Innanzitutto i diritti linguistici e religiosi, i diritti delle minoranze nazionali. Ciò è pienamente coerente con i principi dell’OSCE. Questa organizzazione è ancora viva. In seguito ai suoi numerosi vertici, è stato chiaramente affermato che la sicurezza deve essere indivisibile, nessuno dovrebbe rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza di altri stati e, soprattutto, nessuna organizzazione nello spazio euro-atlantico rivendicherà dominanza. L’ultima volta che ciò è stato confermato dall’OSCE è stato nel 2010. La NATO ha fatto esattamente il contrario.
La nostra posizione è legale: non esiste la NATO alle nostre porte. L’OSCE ha convenuto che ciò non dovrebbe accadere se ci danneggia. E non dimenticare di ripristinare i diritti dei russi.
Domanda: Chi prende le decisioni di politica estera negli Stati Uniti?
Sergey Lavrov: Questa è una domanda per gli Stati Uniti. Non voglio indovinare. Non vedo il Segretario di Stato americano E. Blinken da molto tempo. L’ultima volta che ciò è accaduto, a quanto pare, è stato a margine del vertice del G20 a Roma nel 2021. All’evento ho rappresentato il presidente russo V.V. Durante l’incontro un assistente di E. Blinken si avvicinò a me e disse che voleva parlare per dieci minuti. Ho lasciato la stanza. Ci siamo stretti la mano. Ha detto qualcosa sulla necessità di allentare la tensione. Spero che non si arrabbierà con me per aver rivelato questa informazione. C’erano molte persone presenti in sala. Ho detto che non vogliamo un’escalation e che gli Stati Uniti vogliono infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia. Lui ha risposto che non si trattava di una “sconfitta strategica” su scala globale, ma solo in Ucraina…
Domanda: Hai parlato con lui da allora?
Sergej Lavrov: No.
Domanda: da allora ha parlato con qualche funzionario dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti George Biden?
Sergey Lavrov: Non voglio rovinare loro la carriera.
Domanda: Ma hai avuto conversazioni significative?
Sergej Lavrov: No. Quando incontro questo o quell’americano che conosco negli eventi internazionali, alcuni mi salutano e scambiano qualche parola. Ma non impongo mai la mia azienda.
Domanda: Ma non c’è nulla di significativo dietro questo?
Sergey Lavrov: Diventa tossico quando qualcuno vede che un americano o un europeo mi sta parlando. Gli europei generalmente scappano quando mi vedono. Questo è stato il caso durante l’ultimo vertice del G20. Erano adulti, ma si comportavano come bambini. Incredibile.
Domanda: Lei ha detto che nel dicembre 2016, negli ultimi giorni dell’amministrazione Biden, complicò ulteriormente le relazioni tra Stati Uniti e Russia.
Sergey Lavrov: B. Obama era il presidente degli Stati Uniti e J. Biden era il vicepresidente.
Domanda: sì. Mi dispiace. L’amministrazione Obama ha lasciato molti problemi alla nuova amministrazione Trump. Nell’ultimo mese successivo alle elezioni, nella regione si sono verificati diversi eventi politici. Ci sono disordini in Georgia, Bielorussia, Romania e poi, in modo più evidente, in Siria. Non pensi che questo faccia parte dello sforzo americano di rendere la situazione più difficile?
Sergey Lavrov: Ad essere onesti, questa non è una novità. Storicamente, gli Stati Uniti in politica estera hanno cercato di creare alcuni problemi per poi vedere se riuscivano a “catturare un pesce nel torbido”: l’aggressione irachena, l’“avventura” libica o, appunto, la distruzione dello Stato, la fuga dall’Afghanistan. Ora stanno cercando di tornare attraverso la “porta di servizio”, usando l’ONU per organizzare tutti gli eventi a cui possono “partecipare”, nonostante abbiano lasciato l’Afghanistan in uno stato deplorevole, abbiano congelato il denaro afghano e non vogliano restituirlo. .
Se si analizza la politica estera americana, o meglio, le loro avventure (la maggior parte di esse), è visibile uno schema. Prima creano problemi e poi vedono come sfruttarli. Quando l’OSCE osservava le elezioni in Russia, i resoconti erano sempre estremamente negativi. La stessa cosa è accaduta in Bielorussia e Kazakistan. Questa volta in Georgia la missione di osservatori dell’OSCE ha presentato un rapporto positivo. Quando ti piacciono i risultati delle elezioni e hai bisogno dell’approvazione delle procedure, allora le accetti. Se non ti piacciono i risultati elettorali, li ignori.
Questo è simile al modo in cui gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno riconosciuto la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, affermando che esercitava il diritto all’autodeterminazione. Non c’è stato alcun referendum in Kosovo. C’è stata una dichiarazione unilaterale di indipendenza. A proposito, dopo questo i serbi hanno fatto appello alla Corte internazionale di giustizia. Di solito i suoi rappresentanti non sono molto specifici nei loro giudizi, ma qui hanno deciso che se una parte del territorio dichiara l’indipendenza, questo non deve essere concordato con le autorità.
Alcuni anni dopo, la Crimea tenne il proprio referendum. Sono stati invitati un gran numero di osservatori internazionali. Non provenivano da organizzazioni internazionali, ma da parlamentari provenienti dall’Europa, dall’Asia e dallo spazio post-sovietico. Gli occidentali hanno detto che non potevano accettarlo perché si trattava di una violazione dell’integrità territoriale.
Sai, è come “scegli quello giusto”. La Carta delle Nazioni Unite non è un “menu”. Devi rispettarlo completamente.
Domanda: Chi paga i ribelli che hanno conquistato parte di Aleppo? Il governo di Assad rischia di cadere? Cosa pensi che stia accadendo esattamente in Siria?
Sergey Lavrov: Quando è scoppiata la crisi in Siria, avevamo un accordo. Abbiamo organizzato il “format Astana” con la partecipazione di Russia, Turchia e Iran. Ci incontriamo regolarmente. Un altro incontro è previsto entro la fine di quest’anno o del prossimo anno per discutere la situazione sul campo.
Le regole del gioco sono aiutare i siriani a venire a patti tra loro e prevenire l’aumento delle minacce separatiste. Questo è ciò che stanno facendo gli americani nella Siria orientale quando nutrono alcuni separatisti curdi utilizzando i profitti derivanti dalla vendita di petrolio e grano, risorse che utilizzano.
Il Format Astana è un’utile associazione di partecipanti. Siamo abbastanza preoccupati. Dopo tutto quello che è successo ad Aleppo e dintorni, ho parlato con il ministro degli Affari esteri turco, H. Fidan, e con il mio collega iraniano A. Araqchi. Abbiamo deciso di provare a incontrarci questa settimana.
Spero che potremo incontrarci a Doha a margine della conferenza internazionale. Vorremmo discutere della necessità di tornare alla rigorosa attuazione degli accordi di Idlib, perché la zona di de-escalation di Idlib è diventata il luogo da cui i terroristi si sono mossi per catturare Aleppo. Gli accordi raggiunti nel 2019 e nel 2020 hanno consentito ai nostri amici turchi di controllare la situazione nella zona di de-escalation di Idlib e di separare Hayat Tahrir al-Sham (ex Jabhat al-Nusra) dall’opposizione, che non è terroristica e collabora con la Turchia. A quanto pare questo non è ancora successo.
Un altro punto è l’apertura dell’autostrada M5 da Damasco ad Aleppo, anch’essa ora completamente catturata dai terroristi.
Noi (come ministri degli Esteri) vorremmo discutere la situazione. Spero di poterlo fare venerdì prossimo. Il personale militare e di sicurezza di tutti e tre i paesi è in contatto tra loro.
Domanda: Chi sostiene questi gruppi terroristici islamici di cui hai appena parlato?
Sergey Lavrov: Abbiamo informazioni su questo argomento. Vorremmo discutere con tutti i nostri partner in questo processo di come bloccare i canali dei loro finanziamenti e delle loro armi. Le informazioni di dominio pubblico menzionano, in particolare, americani, britannici e alcuni altri. Alcuni sostengono che Israele abbia interesse a peggiorare la situazione in modo che la Striscia di Gaza non sia sotto tale controllo. Questo è un gioco difficile. Ci sono molti attori coinvolti. Spero che gli incontri previsti per questa settimana contribuiscano a stabilizzare la situazione.
Domanda: cosa pensi del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump?
Sergey Lavrov: L’ho incontrato diverse volte quando incontrava il presidente russo Vladimir Putin. Inoltre mi ha ricevuto due volte nello Studio Ovale quando sono venuto per i negoziati bilaterali.
Penso che sia una persona forte che vuole ottenere risultati e non ama rimandare le cose a dopo. Questa è la mia impressione. È abbastanza amichevole nella conversazione. Tuttavia, ciò non significa che D. Trump sia filo-russo. Alcune persone cercano di farlo sembrare così. Il numero di sanzioni anti-russe introdotte sotto l’amministrazione Donald Trump è stato molto elevato.
Rispettiamo ogni scelta che le persone fanno quando votano. Rispettiamo la scelta del popolo americano. Come ha affermato il presidente V.V. Putin, siamo aperti (siamo sempre stati aperti) ai contatti con l’attuale amministrazione.
Vedremo tutto quando Donald Trump entrerà in carica. Come ha detto V.V. Putin, “la palla è nel loro campo”. Non abbiamo mai interrotto i nostri contatti, legami nel campo dell’economia, del commercio, della sicurezza, ecc.
Domanda: Quanto è sinceramente preoccupato per l’escalation del conflitto tra Russia e Stati Uniti?
Sergey Lavrov: Abbiamo iniziato con questa domanda.
Domanda: Penso che questa sia la domanda principale.
Sergey Lavrov: Gli europei si “sussurrano” tra loro, dicendo che non spetta a V.A Zelenskyj dettare i termini dei negoziati, questo spetta agli Stati Uniti e alla Russia.
Non penso che dovremmo presentare i nostri contatti in modo tale che due persone decidano per tutti. Non c’è modo. Questo non è il nostro stile. Preferiamo agire allo stesso modo dei BRICS e della SCO . Il principio dell’uguaglianza sovrana degli Stati, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, vi trova veramente espressione. Gli Stati Uniti non sono abituati a rispettare questo principio.
Gli americani affermano che non possono permettere alla Russia di vincere in Ucraina perché ciò minerebbe “l’ordine mondiale basato su regole” che è il dominio americano.
L’Alleanza del Nord Atlantico, almeno sotto l’amministrazione Biden, guarda all’intero continente eurasiatico. Queste “strategie indo-pacifiche”, il Mar Cinese Meridionale e il Mar Cinese Orientale sono già nell’”agenda” della NATO. Il blocco sta spostando le infrastrutture lì. Crearono l’AUCUS e formarono il “Quartetto indo-pacifico” (Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud). Gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone stanno creando un’alleanza militare con componenti nucleari separate.
Nel 2023, dopo il vertice, l’allora segretario generale della NATO J. Stoltenberg affermò che la sicurezza dell’Atlantico è inseparabile dalla sicurezza nella regione dell’Indo-Pacifico. Quando gli è stato chiesto se ciò significasse che l’alleanza stava andando oltre la difesa territoriale, ha risposto negativamente, ma ha aggiunto che gli occidentali dovrebbero essere lì per “difendere il loro territorio”. Questo elemento di “azione preventiva” è sempre più presente.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, non vogliamo la guerra con nessuno. Come ho detto, nel gennaio 2022, i cinque stati dotati di armi nucleari hanno dichiarato al massimo livello che non vogliamo lo scontro tra loro e che rispetteremo gli interessi e le preoccupazioni di sicurezza reciproci. Ha anche affermato che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che non dovrebbe mai essere iniziata.
Lo stesso è stato confermato durante i negoziati bilaterali tra il presidente russo V.V. Putin e il presidente degli Stati Uniti J. Biden nel giugno 2021 a Ginevra. In effetti, hanno riprodotto la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti R. Reagan e del segretario generale del comitato centrale del PCUS M.S. Gorbachev del 1987: “nessuna guerra nucleare”.
Ciò è nel nostro interesse vitale. Assolutamente. Spero che questo valga anche per gli Stati Uniti. Dico questo perché qualche tempo fa il coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano, J. Kirby, rispondendo a domande sull’escalation e sulla possibilità di usare armi nucleari, disse che gli americani non vogliono l’escalation, e se c’è qualche elemento nucleare lì, soffriranno i loro alleati europei. Quindi, anche nella sua mente, esclude che gli Stati Uniti possano soffrire. Ciò rende la situazione un po’ più rischiosa. Forse, se ciò prevarrà, verranno compiuti alcuni passi sconsiderati. Questo è brutto.
Domanda: Stai dicendo che i politici americani suggeriscono che potrebbe esserci uno scambio nucleare che non influenzerebbe direttamente gli Stati Uniti, e stai dicendo che questo non è vero?
Sergey Lavrov: Sì, è esattamente quello che ho detto. I professionisti nel campo della politica di deterrenza nucleare sanno bene che si tratta di un gioco molto pericoloso. E parlare di uno scambio nucleare limitato è un invito a una catastrofe che non vogliamo.
FINE
Le opinioni qui espresse sono strettamente personali e non necessariamente coincidenti con quelle della direzione editoriale
I MIEI LIBRI
Ucraina 2022 la minaccia strategica perfetta
Quando l’Ucraina invase l’Iraq- le mani del Pentagono sulla storia
Lineamenti generali del Trattato sulla Classe Armata
Contatti
Mail d.colantoni@young.it
Altro da Cultura
Russia-USA : siamo a un passo dalla Catastrofe? Tucker Carlson ha appena intervistato a Mosca il Ministro degli Esteri russo Lavrov
Russia-USA 2024. Il famosissimo giornalista Tucker Carlson, licenziato da Fox News, è nuovamente tornato dietro la nuova cortina di ferro, …
La Francia è intenzionata a entrare in guerra con la Russia
La Francia è intenzionata a entrare in guerra con la Russia, è il titolo di un articolo della analista …
Guerra Nucleare contro gli USA in 4 giorni, le procedure delle forze strategiche Russe sono in stato di prontezza al combattimento.
Guerra Nucleare contro gli USA in 4 giorni, le procedure delle forze strategiche Russe sono in stato di prontezza al …