Ci eravamo già occupati di Frank Merenda quando diede dei “pigri” agli Afghani ed agli ebrei vittime dell’olocausto. Quello che stiamo per raccontarvi oggi, però, valica di gran lunga i confini dell’accettabile ed anche del meramente discutibile, finendo nel baratro nell’osceno.
Presunto ed autocertificato, citando la descrizione in uno dei suoi video su Youtube, come “l’esperto di Marketing #1 in Europa e uno dei più pagati e seguiti al mondo.“, in verità per lo più noto tra micro imprenditori e titolari di PMI apparentemente convinti che il fatturato rappresenti la misura del valore di ogni (piccolo) uomo, con una apparente ossessione verso le università che non ha frequentato ed i docenti accademici cui probabilmente invidia la laurea che sono stati in grado di prendere, infatti, Merenda oggi fa parlare di sè per un commento che lascia sgomenti, anche per la consueta reazione entusiasta ed acritica dei suoi fan.
Sempre molto caustico ed anche “violento” nel suo stile comunicativo, Il marketer, infatti, ha dedicato il commento che potete leggere di seguito e vedere direttamente da qui ad Andrea Doro, giovane consulente anch’egli di marketing, che mesi fa si è suicidato e che per anni ha criticatato proprio Merenda, i suoi metodi, i suoi contenuti ed i suoi dogmi. Non certo in via esclusiva, oppure “ossessiva” come viene descritta dal guru.
La segnalazione del commento, ci è venuta proprio da alcuni amici del ragazzo scomparso nel settembre del 2022, quando ha deciso di togliersi la vita per un male oscuro su cui nessuno, neppure gli amici più stretti ed i familiari, hanno potuto avere chiarezza e tanto meno (naturalmente) emettere giudizi.
Il contesto e gli schemi settari
Le parole del commento di Merenda sono oscene quanto inequivocabili, condite anche da un dichiarato “dispiacere” in aggiunta, che risulta ancora più beffardo essendo in totale contraddizione con gli epiteti gravemente offensivi che vengono rivolti al ragazzo, naturalmente incapace di difendersi.
Doro viene infatti dipinto come una sorta di persecutore psicopatico, definito “fortemente disagiato” e, in chiusura, paragonato a persone che a dire del non qualificato Merenda avrebbero delle similitudini “negli schemi psicologici” (del disagio mentale?), poiché critiche nei suoi confronti.
Il contesto del commento esacrabile di Merenda, infatti, è importante da delineare perché spiega in maniera abbastanza chiara l’intento del marketer, che ha voluto usare la triste storia del “nemico” suicidatosi per convalidare una tesi:”Chiunque mi muova determinate critiche, in maniera continuata nel tempo, è un disagiato che poi magari arriva anche a suicidarsi”.
Le frasi inqualificabili del guru, infatti, come molto spesso accade, nascono da una grave incapacità oramai palesata negli anni: quella di gestire le critiche ben argomentate e competenti. In più, cosa che lascia increduli, tali frasi vengono accolte in maniera totalmente acritica dai suoi fan, che al momento hanno addirittura dato un “cinque” virtuale e ed unamime al guru.
Dinamiche che potrebbero essere simili a quelle di una vera e propria setta, con in leader infallibile ed il suo “branco” pronto a colpire con ferocia chiunque osi non limitarsi all’adulazione cieca, anche solo appoggiando acriticamente le dichiarazioni del capo intoccabile ed infallibile.
La claque incitata al bullismo
Come ogni guru che si rispetti, infatti, Merenda è sempre pronto ad utilizzare come “arma” la propria claque, puntualmente e continuamente portata a prodursi nella consueta forma di becero bullismo nei confronti del bersaglio individuato, in questo caso specifico il marketer Francesco Galvani ed il sottoscritto, rei (ovviamente), oltre che di non essere fan del Merenda e di aver criticato una sua campagna pubblicitaria lanciata con “Il Salvagente”, anche di fatturare troppo poco per poter avere diritto di parola. Provare a commentare, anche con educazione, un post del marketer senza limitarsi ad incitarlo e complimentarsi, significa infatti incorrere in decine di reazioni scomposte e tentantivi di denigrazione più o meno grossolani e puerili. Portati avanti, per lo più, come dicevamo, dal target medio di Merenda: micro e piccoli imprenditori convinti che offendere il prossimo e sventolare fatturati non siano un modo estramente tossico e puerile di interagire.
Ora, a parte attestare la consueta cialtroneria ed approssimazione della claque adulante e rabbiosa nel reperire informazioni complete ed aggiornate nei confronti dei target da diffamare (di Galvani si commentava con spregio un fatturato trimestrale, scambiandolo per annuale; dello scrivente si analizzavano i bilanci di questo umile giornale indipendente, che non ha certo ambizioni milionarie), c’è da sottolineare un altro dettaglio interessante, che analizzeremo nel paragrafo sottostante.
I “successi” di Merenda oltre la formazione
Difatti, oltre alla pochezza lato capacità analitiche dei fan merendiani, potremmo poi dire, seguendo i loro stessi (limitati) schemi di pensiero ma questa volta con la giusta pretesa di coerenza a darci man forte, che in effetti non si contano i grandi “successi” del guru con azienda svizzera al di fuori della mera formazione. Posta Power ed altre iniziative che Merenda ha portato al di là dall’unico ambito dove sa muoversi discretamente, i suoi fan potrebbero riferirci quanto bene siano andate e che indotto e posti di lavoro abbiano creato.
A noi non risulta nulla che sia degno di nota a parte, appunto, la società di consulenza e formazione che va sicuramente bene e non da oggi. Come imprenditore non formatore, però, Frank Merenda non pare aver prodotto (in oramai diversi lustri di attività) nulla di valido e duraturo.
A questo punto ci si chiede da quale pulpito, il guru ed i suoi fan, distribuiscano patenti di credibilità e diritto di critica e parola connesse al mero fatturato prodotto dal bersaglio designato, arrivando addirittura a sputare sulla memoria di un ragazzo scomparso solo pochi mesi fa, in uno dei modi più dolorosi e scioccanti per chiunque gli volesse bene o anche solo lo conoscesse.