Come annunciato la scorsa settimana, cinque dei sette partiti che compongono il parlamento della Lettonia hanno trovato un accordo per la formazione del nuovo governo, guidato da Arturs Krišjānis Kariņš.
Dopo i falliti tentativi di formare un governo da parte di Jānis Bordāns, ex ministro della Giustiza e leader del Nuovo Partito Conservatore (Jaunā konservatīvā partija, JKP), e di Aldis Gobzems, del partito populista A chi appartiene lo Stato? (Kam pieder valsts? – KPV LV), la Lettonia ha potuto finalmente votare la fiducia al nuovo esecutivo, nella giornata di mercoledì. Dopo le elezioni di ottobre, infatti, il governo uscente di Māris Kučinskis aveva continuato a svolgere le proprie funzioni per evitare un vuoto di governo, e, dopo lunghe settimane di trattative, la Saeima (il parlamento unicamerale lettone) ha potuto finalmente mettere ai voti la fiducia al nuovo esecutivo. A guidarlo sarà quasi certamente Arturs Krišjānis Kariņš, ex ministro dell’Economia ed europarlamentare, rappresentante del partito di centro-destra Nuova Unità (Jaunā Vienotība).
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Arturs Krišjānis Kariņš, cinquantaquattro anni, nato e cresciuto negli Stati Uniti, detentore della doppia cittadinanza con tanto di laurea in linguistica presso la University of Pennsylvania, è stato individuato come potenziale premier dal presidente Raimonds Vējonis al fine di trovare un compromesso tra le cinque forze che andranno a formare la coalizione di governo. Oltre a JKP, KPV LV e Nuova Unità, prenderanno parte all’esecutivo anche la coalizione Attīstībai/Par! (letteralmente Sviluppo/Per!) ed il partito Alleanza Nazionale (Nacionālā Apvienība – NA) del giovane Raivis Dzintars.
La votazione della fiducia, tuttavia, non è stata priva di tensioni: insieme, le cinque forze che compongono questo “pentapartito” lettone, avrebbero dovuto raggiungere sessantasei voti sui cento scranni che compongono la Saeima, ma il bilancio finale è stato di sessantuno favorevoli e trentanove contrari. A mancare all’appello sono stati cinque parlamentari di KPV LV, che già avevano precedentemente espresso la propria contrarietà all’accordo (in un primo momento si era parlato addirittura di dodici potenziali “dissidenti”).
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L’ultimo nodo da sciogliere riguardava il nome del ministro dell’Economia, dopo che Didzis Šmits (KPV LV) aveva rinunciato al ruolo per il quale era stato designato. Secondo gli equilibri decisi dai leader del pentapartito in salsa lettone, è stato un esponente della stessa compagine politica, Ralfs Nemiro, ad essere assegnato al ruolo.
Ancora una volta, invece, la coalizione di governo escluderà dalle sfere del potere la prima forza politica del Paese, il Partito Socialdemocratico “Armonia” (in lettone Sociāldemokrātiskā Partija “Saskaņa”, in russo Социал-демократическая партия «Согласие») di Vjačeslavs Dombrovskis, che però ha il “difetto” di essere considerato soprattutto come il partito degli elettori di etnia russa. Lo stesso Dombrovskis ha fatto notare che l’ostracismo nei confronti del suo partito non fa altro che ampliare la spaccatura tra le due principali componenti etniche della popolazione della Lettonia, quella lettone e quella russa. Il leader socialdemocratico ha anche definito inopportuna la scelta del leader del partito meno rappresentato in parlamento per il ruolo di premier. L’altra forza esclusa dal governo sarà invece l’Unione dei Verdi e dei Contadini (Zaļo un Zemnieku savienība, ZZS), una coalizione di partiti ruralisti, conservatori ed euroscettici. Il prossimo governo, del resto, sembra orientato a mantenere la Lettonia su posizioni di politica estera filoeuropeiste e filostatunitensi, nonché piuttosto anti-russe.: “La Lettonia continuerà la sua corsa euro-atlantica”, ha dichiarato il nuovo premier di fronte ai cento deputati.
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COMPOSIZIONE DEL NUOVO GOVERNO LETTONE
Primo Ministro – Arturs Krišjānis Kariņš (Nuova Unità)
Ministro della Difesa – Artis Pabriks (Attīstībai/Par!)
Ministro della Giustizia – Jānis Bordāns (JKP)
Ministro degli Esteri – Edgars Rinkēvičs (Nuova Unità)
Ministro dell’Economia – Ralfs Nemiro (KPV LV)
Ministro delle Finanze – Jānis Reirs (Nuova Unità)
Ministro degli Interni – Sandis Ģirģens (KPV LV)
Ministro dell’Istruzione e della Scienza – Ilga Šuplinska (JKP)
Ministro della Cultura – Dace Melbārde (NA)
Ministro del Welfare – Ramona Petraviča (KPV LV)
Ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Regionale – Juris Pūce (Attīstībai/Par!)
Ministro dei Trasporti – Tālis Linkaits (JKP)
Ministro della Sanità – Ilze Viņķele (Attīstībai/Par!)
Ministro dell’Agricoltura – Kaspars Gerhards (NA)