È noto che gli americani, in generale, sono piuttosto ignoranti per ciò che riguarda la storia e la geografia, soprattutto se relativa a parti del mondo al di fuori dei confini USA. Questa caratteristica sembrerebbe confermata da un recente sondaggio secondo il quale un terzo degli americani non crede che 6 milioni di ebrei vennero sterminati nel corso dell’Olocausto.
Il sondaggio è stato portato avanti pochi mesi fa dalla Conference on Jewish Material Claims Against Germany (Conferenza sulle Rivendicazioni Materiali Ebree Contro la Germania), nota anche come Claims Conference (Conferenza sulle Rivendicazioni), in occasione dell’Holocaust Remembrance Day (Giorno della Memoria sull’Olocausto). Essa mostra una notevole mancanza di comprensione sul tema dell’Olocausto, tra gli americani, e soprattutto tra i Millenial (ossia quelli nati tra i primi anni ’80 e la fine degli anni ’90).
Secondo la Claims Conference ci sono dei “vuoti critici sia in termini di consapevolezza che di fatti basilari come anche di una conoscenza dettagliata dell’Olocausto” nella società Americana, ed ha stressato la necessità che le scuole USA impartiscano un’educazione più comprensiva sui crimini relativi a tale evento storico.
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Il sondaggio mostra che il 70% degli americani pensa che alla gente importi meno dell’Olocausto rispetto al passato. Ed una maggioranza del 59% hanno detto di credere che qualcosa di simile all’Olocausto possa avvenire di nuovo. Poco meno di un terzo (31%) delle persone che hanno partecipato al sondaggio non pensano che 6 milioni di ebrei furono uccisi durante l’Olocausto. Queste persone credono invece che il vero bilancio delle vittime ammonti almeno a due milioni in meno. Questa credenza vale per il 41% dei Millenial.
Come ben sappiamo il regime nazista di Adolf Hitler fece fuori approssimativamente 6 milioni di ebrei prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre I nazisti uccisero milioni di civili dell’Europa Orientale, disabili, omosessuali, prigionieri di guerra sovietici e prigionieri politici. Secondo le stime si parla di un totale che va tra i 15 ed i 20 milioni di persone.
Quasi metà (45%) degli americani non sono stati in grado di menzionare un solo campo di concentramento, ed il numero cresce tra i Millenial (49%). Dettaglio non da poco: due terzi dei Millenial (66%) non sono stati capaci di spiegare cos’era Auschwitz, uno dei campi di concentramento più noti nell’Europa sotto controllo nazista, diventato poi praticamente sinonimo del genocidio in atto.
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A peggiorare le cose si è scoperto, attraverso il sondaggio, che 15% delle persone consultate pensano che alla gente si dovrebbe permettere di esibire, oggigiorno, slogan e simboli nazisti, mentre l’11% ha detto che è accettabile avere un punto di vista neo-nazista.
Questo non può che destare preoccupazione visto il crescere delle attività e della fiducia in sé stessi dei cosiddetti hate groups (gruppi dell’odio). Secondo un rapporto uscito in febbraio e pubblicato dal Southern Poverty Law Center (ndr, un noto centro di studi della società USA), il numero di hate groups negli USA è cresciuto del 20% negli ultimi tre anni, mentre, in particolare, i gruppi neo-nazisti sono passati da 99 nel 2016 a 121 nel 2017.
Circa due terzi degli americani (68%) crede che ci sia anti-semitismo negli USA oggi, ed una maggioranza (51%) pensa che ci siano molti neo-nazisti nel paese.
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Può in parte rincuorare la scoperta che, nonostante le preoccupanti percentuali citate, il 93% dei consultati pensa che l’Olocausto debba essere insegnato nelle scuole, mentre il 96% crede che il genocidio sia infatti avvenuto. Quindi, almeno, il numero dei cosiddetti negazionisti è molto basso.
Greg Schneider, vice-presidente esecutivo della Claims Conference, ha detto: “Rimangono delle preoccupanti lacune nella consapevolezza sull’Olocausto, mentre dei sopravvissuti sono ancora tra noi; immaginate quando non ci saranno più dei sopravvissuti presenti per raccontare le loro storie. Dobbiamo impegnarci ad assicurare che gli orrori dell’Olocausto e che la memoria di quelli che hanno così tanto sofferto vengano ricordati, raccontati ed insegnati alle future generazioni”.
I risultati riportati dalla Claims Conference si basano su un campione rappresentativo di 1350 adulti americani intervistati al telefono ed online. Coloro chiamati a rispondere sono stati selezionati in modo casuale, ma riflettono comunque la demografia della popolazione adulta USA.
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