Qual è la prima immagine che viene in mente quando si pensa ad un formaggio, uno qualunque? I sorci. La prima cosa sono i sorci. Tu sei lì che cerchi un’idea per reclamizzare qualcosa di grattugiabile e – PAM – pensi all’unica immagine che non dovrebbe balenarti in testa per tessere le lodi di un prodotto da casaro: i ratti.
Intendiamoci, i ratti hanno un’importanza letteraria, in quest’epoca, di tutto rispetto. Topolino è un topone di un metro e venti, che poi, per quanto è dato sapere, è l’unico esemplare della sua specie, oltre a Minni, ad avere avuto uno sviluppo così incontrollato ed evidente.
Poi abbiamo Geronimo Stilton, che io veramente non conoscevo ma che da qualche anno fingo come tutti di sapere che fosse un personaggione presentissimo nella letteratura di sempre e poi ci sono i roditori del Parmareggio, quadrupedi mammiferi della specie dei Muridi che, stante la provenienza regionale dell’alimento in oggetto, vantano un accento emiliano piuttosto marcato. Qui bisogna dettagliare perché la fiction va avanti da un po’. Allora, la scena è sempre la stessa: abbiamo una distesa di formaggio da grattare che viene a risultare il suolo della situazione e una famiglia di sorci abbigliata, chi più chi meno, sulla falsariga di Geronimo Stilton ma con le fattezze di quell’altro topo Disney, Stuart Little.
Detti sorci, in grado, come dicevamo, di esprimersi attraverso linguaggi umani, sebbene parmensi, dissertano sulla indubbia sapidità, sulle ineccepibili proprietà nutritive del Parmareggio e scorrazzano amabilmente a bordo di una decapottabile di altri tempi con la nota di colore data dall’adorabile canaglia rappresentata dal sorcio piccolo (si tratta infatti di una famiglia come quelle promosse dalla Cei, con padre madre e figlio) che ama chiosare alla sua maniera le più svariate avventure vissute dai roditori mentre attraversano le distese di formaggio.
Ora, i Muridi, è risaputo, trasmettono la Leptospirosi. La Leptospirosi è una malattia infettiva acuta sistemica di tipo vasculitico, causata da spirochete del genere Leptospira. I sintomi possono variare da lievi problematiche come mal di testa, dolori muscolari e febbre a gravi manifestazione con emorragia dai polmoni o meningite. Se insieme all’infezione compare anche ittero, e insufficienza renale ed emorragia, la condizione prende il nome di malattia di Weil. Il 90% dei pazienti sviluppa forme anitteriche che guariscono completamente. Il 10% sviluppa la forma itterica che ha una mortalità variabile tra 5 e 40%. La morte si verifica più spesso per insufficienza renale, per shock emorragico e più raramente per miocardite.
Si potrebbe obiettare, però, che i sorci individuati come testimonial del Parmareggio sono individui di campagna e, sebbene portatori naturali di malattie, molto meno infettivi di quelli di città. Ma l’obiezione non regge perché dall’abbigliamento alla ricercatezza del lessico (il padre topo dà l’idea di essere un docente, anche liceale, ma non un campagnolo) tutto fa pensare ad una famiglia cittadina, quindi pericolosissima per l’uomo, per le condizioni igieniche della sua stessa natura.
In più si aggiunga che detti Muridi abitano il formaggio, non se approvvigionano solamente. Ne deriva, quindi, che vi dormono, vi copulano, vi orinano e defecano in assoluta libertà. I Nas, per casi come questi, generalmente mettono i sigilli alle fabbriche e segnalano tutto alla procura che poi porta a processo l’azienda responsabile, ipotizzando reati tra i peggiori tra quelli presenti nel nostro Codice Penale così come in quello Civile in materia di sofisticazione alimentare.
Alla luce di tutto questo, veramente non si poteva studiare una campagna pubblicitaria diversa per reclamizzare il Parmareggio? Per me comunque, penne all’arrabbiata, grazie,…ché il formaggio grattugiato sopra… non lo voglio. Buon appetito.