“Gli immigrati regolari e perbene sono i benvenuti”, parola di Matteo Salvini.
Uno che viene da zone di guerra o da paesi in cui c’è una dittatura (oltre che da una marea di paesi poveri) non può chiedere nè ottenere un visto.
Non può.
Questa frase di Salvini non significa niente, sta semplicemente prendendo per il culo i suoi elettori.
Uno che viene, mettiamo, dall’Eritrea, oggi non può essere regolare.
Deve entrare in Europa e poi richiedere l’asilo politico.
A quel punto diventerà “regolare”.
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Capito?
Spero di sì, perché io più semplice di così non lo so spiegare.
– “I 240.000 che ogni anno commettono reati no!”
A nessuno piacciono i criminali.
Ma sarebbe interessante capire come intende fare il nostro ministro dell’interno a distinguere tra “criminali” e “brave persone” prima di farli entrare.
Guardandoli in faccia?
No, perché se sa fare una cosa del genere siamo ad un punto di svolta: eliminiamo i tribunali, lo chiamiamo e facciamo decidere a lui chi è un delinquente e chi, invece, è una brava persona.
Insomma, un’altra affermazione senza alcun senso logico che però, a quanto pare, è piaciuta molto ai suoi fan, che amano sentirsi trattare come bambini con grosse difficoltà cognitive.
– “È così difficile capire la differenza???
Ipocrisia portami via (faccina)”
Abbastanza, sì (faccina).
[sostieni]
È difficile perché hai scritto una cosa buona per fomentare il tuo fan club, ma politicamente siamo dalle parti dei MioMiniPony.
C’è una frase che riassume abbastanza bene tutta questa situazione al confine tra il ridicolo, il disumano e la circonvenzione d’incapace:
“Il nazionalismo è una malattia infantile, il morbillo del genere umano”.
Lo disse un falsobuonista col Rolex, di quelli un po’ stupidotti, non so se lo conosci.
Si chiamava Albert Einstein.