L’altro giorno, mentre ero al parco con mio figlio, una mamma mi ha chiesto se quest’anno lo avrei mandato al Nido, la mia risposta è stata: “no, lo manderemo direttamente alla materna. Anche quest’anno sta con me, è ancora molto piccolo (ha 19 mesi)”. Il suo commento, con aria gelosa e maligna, è stato “sei proprio una madre all’antica“.
Ebbene sì, lo sono e me ne vanto.
La mia vita senza mio figlio non aveva senso. Io per averlo ho sfidato il destino, la scienza e anche la sfiga. Per me essere madre è vivere mio figlio 24 ore al giorno, seguirlo in ogni suo progresso, esserci sempre per lui, curarlo nei minimi dettagli e anche nelle futilità.
Sono fiera di non essermi mai persa neppure un sorriso di mio figlio, di non averlo “scaricato” a baby sitter o a parenti per farmi un week end di relax o per andare al cinema. Per me, e per mio marito, fare le cose senza mio figlio non ha senso. Perché la nostra felicità è lui e ci sentiamo completi solo inseme a lui. Per questo lo abbiamo tanto desiderato.
Ci sono madri che dopo 2, 3, 4 o 5 mesi dal parto decidono di lasciare il proprio bambino al Nido. Io non sarei mai riuscita a farlo, sarei morta di dolore e di preoccupazione. Ci sono donne che fanno figli con la facilità con la quale si fanno i biscotti, e con la stessa facilità li mollano ogni week end ai suoceri per “prendere aria” e “riposarsi” un po’. Mi chiedo perché queste donne abbiano deciso di essere madri. Saranno quelle che oggi si definiscono “madri moderne”, che non rinunciano alla carriera, che non rinunciano a loro stesse, che mantengono una autonomia anche dopo la maternità. Io non sono così. Io sono come era mia nonna e mia madre. Per me andare al parrucchiere o dall’estetista lasciando mio figlio da qualche parte non ha davvero senso. E’ un pomeriggio sprecato. Passare anche solo 1 ora lontana da lui per me significa privarmi dei suoi sorrisi, di un suo piccolo gesto nuovo, della possibilità di guardarlo, proteggerlo. Perché io sono follemente innamorata di mio figlio e davvero felice solo quando sono insieme a lui.
Pochi giorni fa leggevo della manager di Yahoo, Marissa Mayer, che, incinta di due gemelli, si vantava di essere assente dal lavoro solo per 15 giorni a “causa” della gravidanza. La prima cosa a cui ho pensato è “ma chi l’ha obbligata ad avere dei figli?”. Nel 2015 credo non sia difficile per una donna evitare una gravidanza che ti “distrae” dal lavoro. Questo è un caso estremo ma conosco moltissime donne che si vantano di lasciare i figli con chiunque pur di ritornare presto al lavoro o di andare a seguire la propria lezione di yoga. Sono donne che poi decidono di avere anche il secondo e terzo figlio magari, e ce la fanno anche. Per me sono donne che non hanno la stoffa per essere madri. E ora insultatemi e ditemi che sono all’antica, io però ero presente quando mio figlio ha fatto i primi passi, quando ha detto per la prima volta “mamma“, quando ha scoperto sapori e suoni nuovi. Mio figlio va a dormire solo se prima ha avuto cinque minuti di coccole con me. Mio figlio si sente sereno e tranquillo quando si gira e mi vede. Mio figlio sa che io sono sempre dietro di lui, sempre, e che non lo lascio mai da solo! Io per lui ci sono sempre, non mi è stato raccontato dalla maestra del Nido quando ha scoperto l’acqua o la sabbia. Lo ha fatto insieme ha me, e poi mi ha sorriso, è venuto da me e mi ha abbracciato forte. E questa per me è l’unica cosa che conta!