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Cenerentola di Rossini al teatro Martinetti di Garlasco – di Marcello Lippi

Postato il Maggio 30, 2018 Redazione Cultura 0

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Cenerentola di Rossini : La formazione del pubblico dei giovanissimi – 2.

A pochi giorni dall’aver assistito ad un’opera scritta per i giovani e rappresentata al teatro del Giglio di Lucca, “Il pirata Barbastrisce” di Marco Simoni ed aver presentato quella modalità come una delle due possibili “scorciatoie” per avvicinare al mondo dell’opera i giovanissimi delle scuole primarie, ho proseguito l’indagine andando a verificare al Teatro Martinetti di Garlasco l’altra possibilità, l’opera-pocket, ovvero l’opera classica rappresentata in forma abbreviata, con un narratore di collegamento per sopperire ai tagli narrativi e musicali.

Se, nel caso di Lucca, si era giunti a “commissionare” un’opera nuova, destinata ad un’orchestra di studenti del liceo musicale, a ballerine della locale scuola di danza, ad un coro di ragazzi del liceo e a due protagonisti della scuola musicale di Fiesole, affiancati da due professionisti, coinvolgendo il Lucca Comics ed altre istituzioni cittadine, nel caso di Garlasco il progetto era quello di rappresentare per ragazzi della scuola primaria un’opera celeberrima, coinvolgendoli a livello di creazione nella decorazione del teatro (grandi poster appesi in platea)  e di partecipazione diretta (cantando) durante l’opera, ridotta ad una sola ora abbondante di durata.

Lo confesso, ero prevenuto in entrambe le occasioni, convinto come sono che l’opera possa conquistare i cuori e l’attenzione dei piccoli in forma integrale, se proposta bene, e che sia un’entità sacra alla quale non si debba porre mano con tagli e riduzioni. Ma, devo dire, in entrambe le occasioni sono stato convinto dalla partecipazione commovente, entusiastica del giovanissimo pubblico.

L’operazione organizzata a Garlasco è stata semplicemente meravigliosa e mi ha messo davanti ad una bellezza alla quale non ero preparato: è nata infatti per iniziativa di due genitori di un/a alunno/a di terza elementare che, rimanendo anonimi, hanno donato i fondi necessari per la produzione, perché i bambini tutti della scuola locale fossero guidati alla musica e all’opera, come formazione dello spirito e dell’umanità di questi piccoli spettatori. Meravigliosa condizione di partenza! Saranno sicuramente benestanti e se lo potranno permettere, ma mi piace pensare che abbiano investito in cultura per i bambini di Garlasco, sopperendo alle lacune, come al solito, del mondo politico che di iniziative così dovrebbe finanziarne centinaia per il bene dei piccoli e dei grandi. Da questo atto di mecenatismo è nata l’idea e la sua realizzazione è nata dalla passione degli insegnanti e del regista dello spettacolo che è andato in tutte le classi ad insegnare “Una volta c’era un re” e a raccontare la serata.

Vedere i bambini in processione per le strade di Garlasco, tutti con una maglietta bianca uguale, sul retro della quale era scritto “Scuola in opera” e davanti “Una volta c’era un re”; vederli sedere in teatro ed aspettare zitti lo spettacolo, cui avrebbero partecipato poi con calore ed entusiasmo, ha creato il Valore, ciò per cui vale la pena fare una cosa e farla bene. Il Valore è predominante su altre priorità, se lo si afferma con chiarezza e lo si persegue. E’ come quando, con un’opera studio, si permette a giovani cantanti di debuttare ruoli importanti, pur rassegnandosi ad avere in palcoscenico meno qualità a vantaggio del Valore della Formazione e della Promozione.

In questo caso, pazienza se è stata rappresentata una versione ridotta dell’opera, con il solo pianoforte (in attesa poi di recite che seguiranno con orchestra) perché il teatro Martinetti è un piccolo gioiello che non può ospitare un’orchestra, neppure ridotta. Pazienza se sono state tagliati i pezzi più celebri, praticamente tutte le arie, tranne “una volta c’era un re” e “Non più mesta”, preferendo fare scorrere la narrazione con recitativi e pezzi di assieme. I bambini erano affascinati e questo è il Valore davanti al quale ogni altra considerazione perde d’importanza.

Il “narratore” non era in carne ed ossa, ma era lo Stregatto di Walt Disney, doppiato dal regista in modo impeccabile, come pure le proiezioni dal film hanno avuto larga parte nel costruire una scenografia per il resto assolutamente minimalista (non poteva essere diversamente).

Cenerentola di Rossini

La recitazione dei “buffi” Dandini e don Magnifico è stata più che esagerata, quasi buffonesca, alla commedia dell’arte, tanto che era molto improvvisata, con l’autorizzazione del regista. Non è mancato nulla: dita negli occhi, piedi pestati, alito pesante di una sorellastra con tanto di svenimenti collettivi quando alitava, sputacchi, discese in platea, balletti sui “crescendi” della musica rossiniana che hanno coinvolto anche i bambini del pubblico. E i bambini ridevano felici, rispondevano alle gag degli attori (per esempio facendo il verso a Dandini quando recita la sua presentazione terminando sempre le parole con il suffisso –ato), applaudendo, ballando e cantando, come quando lo Stregatto ha invitato tutti coloro che avessero al polso lo “smaniglio” (il gioiello di Cenerentola diventato per l’occasione un braccialetto di palline di legno regalate dal regista ad ogni bambino) ad unirsi al canto di lei in “una volta c’era un re”.

Hanno cantato un’aria dell’opera insieme all’incantevole protagonista (che l’ha dovuta cantare un tono sotto per esigenze della tessitura dei bambini) !!! Che esperienza meravigliosa!! Sarà un piccolo seme nel cuore di questi giovanissimi che spero nessuna forza maligna potrà estirpare.

Ottima la regia di Fabio Buonocore che ha creato uno spettacolo fluente, rapido ed efficace per giungere al cuore degli spettatori cui si rivolgeva. Se ha lasciato i “buffi” liberi di agire e di coinvolgere i colleghi in infinite goliardate, provocando spesso il riso tra gli stessi attori, ha invece diretto con cura ed attenzione gli altri protagonisti, fondendo in modo impeccabile ciò che avveniva sulla scena con quanto veniva proiettato sullo schermo.

Ha avuto la fortuna e l’abilità di poter disporre di due protagonisti giovanissimi, eccellenti vocalmente e fisicamente; affascinante e bravissima Oksana Maltseva, che, pur essendo un soprano, ha padroneggiato con esperienza il ruolo, con facili variazioni all’acuto, ma anche insospettabili, profonde note gravi da mezzosoprano. Ha vinto anche la lotta con le vertiginose agilità linguistiche che Rossini ha imposto, eseguite a velocità da far tremare i polsi ad uno straniero. Adorata dai bambini. Bellissima lei e bellissimo lui, il principe Ramiro che tutti immaginerebbero, Pierluigi d’Aloia, giovane e biondo, con una vocalità da tenore rossiniano puro, più una verve scenica notevole (a tratti anche “buffa” quando si lascia coinvolgere nei balletti). Prende qualche rischio nei superacuti, ma vince e convince.

I due buffi, Allan Rizzetti (Dandini) e Gabriele Bolletta (Don Magnifico) hanno conquistato i bambini a forza di gag. Rizzetti esagera, certo, ma funziona per i piccoli che si divertono moltissimo. Li sa prendere e trascinare, li coinvolge e li entusiasma. Non sempre inappuntabile vocalmente, a causa di una zona medio acuta eccessivamente aperta, ha invece una zona acuta folgorante, tutta “in maschera” ed ha una potenza di suono invidiabilissima. Bolletta, che ha rinunciato a sembrare vecchio, pur facendo il papà, un po’ fa da spalla a Rizzetti, un po’ crea un personaggio svampito, mortificato dai tagli, simpaticissimo. La voce è scura, ma più baritonale che da basso, con buona facilità nell’ agilità. Peccato non averli potuti ascoltare nelle rispettive arie. Chissà cos’avrebbero creato Rizzetti con l’aria di sortita “Come un’ape nei giorni di aprile” e Bolletta con “Miei rampolli femminini”!

Molto valido l’Alcindoro di Domenico Barbieri. Voce molto interessante. Anche di lui avrei voluto ascoltare di più. Vocalmente sicuro, timbro brunito, si contiene scenicamente, essendo il saggio, salvo poi scatenarsi, dopo una breve reticenza iniziale, nelle danze conclusive.

Completano il cast l’ottima Cristina di Mauro, che emana tanta bontà e simpatia da non riuscire ad essere antipatica nemmeno come sorellastra: efficace vocalmente e scenicamente fa un’ottima coppia con la sorellastra rivale Elisabetta Paglia, Tisbe, simpaticissima nell’accettare di simulare un’alitosi terribile che causa svenimenti in tutti gli altri personaggi.

Semplici ed efficaci i costumi di Fabio Buonocore realizzati da Elena Martelli. Un plauso particolare alla pianista giapponese Yuka Gohda. Sappiamo quanto sia difficile eseguire Rossini alla tastiera; a quelle velocità poi richiede un pianismo di prima qualità, che lei possiede.

Un grazie di cuore agli anonimi genitori che hanno desiderato il meglio per i bambini. Il loro gesto, proprio perché anonimo e privo di secondi fini, ha aggiunto bellezza alla vita di tutti.


MARCELLO LIPPI 

Autore e Critico Musicale per la Cultura di Young diretta da David Colantoni

Baritono. Nato a Genova, si è diplomato presso il conservatorio Paganini; e laureato presso l’istituto Braga di Teramo con il massimo dei voti. E’ anche laureato in lettere moderne presso l’Università degli studi di Genova. La sua carriera comincia nel 1988 con La notte di un nevrastenico e I due timidi di Nino Rota e subito debutta a Pesaro al Festival Rossini in La gazza ladra e La scala di seta. In seguito canta in Italia nei teatri dell’opera di Roma (Simon Boccanegra, La vedova allegra, Amica), Napoli (Carmina Burana), Genova (Le siège de Corinthe, Lucia di Lammermoor, Bohème, Carmen, Elisir d’amore, Simon Boccanegra, La vida breve, The prodigal son, Die Fledermaus, La fanciulla del west), Venezia (I Capuleti e i Montecchi), Palermo (Tosca, La vedova allegra, Orphée aux enfers, Cin-ci-là, Barbiere di Siviglia), Catania (Wienerblut, Der Schulmeister, das Land des Lächelns), Firenze (Il finanziere e il ciabattino, Pollicino), Milano ( Adelaide di Borgogna), Torino (The consul, Hamlet, Elisir d’amore), Verona (La vedova allegra), Piacenza (Don Giovanni), Modena (Elisir d’amore), Ravenna (Elisir d’amore), Savona (Medea, Il combattimento, Torvaldo e Dorliska), Fano (Madama Butterfly), Bari (Traviata, La Cecchina), Lecce (Werther, Tosca), Trieste (I Pagliacci, Der Zigeuner Baron, Die Fledermaus, Al cavallino bianco, La vedova allegra), Cagliari (Die Fledermaus- La vida breve), Rovigo (Werther, Mozart e Salieri, The tell-tale heart, Amica), Pisa (Il barbiere di Siviglia- La vedova allegra), Lucca (Il barbiere di Siviglia) eccetera. All’estero si è esibito a Bruxelles (La Calisto), Berlin Staatsoper (Madama Butterfly, La Calisto), Wien (La Calisto), Atene (Il barbiere di Siviglia- Madama Butterfly), Dublin (Nozze di Figaro, Capuleti e Montecchi),  Muenchen (Giulio Cesare in Egitto), Barcelona (La gazza ladra, La Calisto, Linda di Chamounix), Lyon (Nozze di Figaro, Calisto), Paris (Traviata, Nozze di Figaro), Dresden (Il re Teodoro in Venezia, Serse), Nice (Nozze di Figaro, The Tell-tale heart), Ludwigshafen (Il re Teodoro, Serse), Jerez de la Frontera (Nozze di Figaro), Granada (Nozze, Tosca), Montpellier (Calisto, Serse), Alicante (Traviata, Don Giovanni, Rigoletto, Bohème), Tel Aviv (Don Pasquale, Elisir d’amore, Traviata), Genève (Xerses, La purpura de la rosa), Festival Salzburg (La Calisto), Madrid (La purpura de la rosa, don Giovanni), Basel (Maria Stuarda), Toronto (Aida), Tokio (Traviata, Adriana Lecouvreur), Hong Kong (Traviata), Frankfurt (Madama Butterfly), Dubrovnik (Tosca), Cannes (Tosca), Ciudad de Mexico (La purpura de la rosa), Palma de Mallorca (Turandot e Fanciulla del west), Limoges (Tosca), Toulon (Linda di Chamounix) ed altre decine di teatri in differenti nazioni del mondo.
Dal 2004 al 2009 ha ricoperto l’incarico di Direttore Artistico e Sovrintendente del Teatro Sociale di Rovigo. Nel 2010 è stato direttore dell’Italian Opera Festival di Londra. Dal 2011 al 2016 è stato direttore artistico della Fondazione Teatro Verdi di Pisa.
Dal 2015 firma come regista importanti spettacoli operistici in tutto il mondo: ha appena terminato il Trittico di Puccini ad Osaka (Giappone), Cavalleria rusticana di Mascagni, Traviata di Verdi, Don Giovanni a Pafos, Tosca, Rigoletto e sarà presto impegnato in altre importanti produzioni estere ed italiane come Jolanta e Aleko. Ha firmato la regia anche di opere moderne come Salvo d’Acquisto al Verdi di Pisa e barocche come Il Flaminio con il Maggio Formazione di Firenze
Docente di canto lirico in conservatorio a La Spezia, Alessandria, Udine, Ferrara e ora a  Rovigo
Ha insegnato Management del Teatro all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
Ha fatto Master Class in varie parti del mondo, per esempio Kiev (accademia Ciaikovski), Shangai, Chengdu, Osaka, San Pietroburgo, San Josè de Costarica ed in moltissime città italiane.
Musicologo, ha pubblicato molti saggi: Rigoletto, dramma rivoluzionario    2012; Alla presenza di quel Santo   2005 quattro edizioni e 2013; Era detto che io dovessi rimaner…   2006;  Da Santa a Pina, le grandi donne di Verga   2006 due edizioni; Puccini ha un bel libretto   2005 e 2013, A favore dello scherzo, fate grazia alla ragione   2006 e 2013; La favola della ”Cavalleria rusticana”   2005; Un verista poco convinto  2005; Dalla parte di don Pasquale  2005; Ti baciai prima di ucciderti    2006 e 2013;  Del mondo anima e vita è l’amor   2007 e 2014Vita gaia e terribile   2007; Genio e delitto sono proprio incompatibili?   2006 e 2012; Le ossessioni della Principessa  2008 e 2012; Dal Burlador de Sevilla al dissoluto punito: l’avventura di un immortale 2014; L’uomo di sabbia e il re delle operette    2014; Un grande tema con variazioni: il convitato di pietra  2015; E vo’ gridando pace e vo’ gridando amor        2015; Da Triboulet a Rigoletto   2011;  Editi da Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Verdi di Padova, Teatro Comunale di Modena, Festival di Bassano del Grappa, Teatro Verdi di Pisa.
Ha pubblicato  “una gigantesca follia” Sguardi sul don Giovanni per la casa editrice ETS a cura di  da Alessandra Lischi, Maria Antonella Galanti e Cristiana Torti dell’Università di Pisa. Nel 2012 Ha edito un libro di poesie “Poesie 1996-2011” presso la casa editrice ABEdizioni. E’ nell’antologia di poeti contemporanei “Tempi moderni” edito da Libroitaliano World. E’ iscritto Siae ed autore delle versioni italiane del libretto delle opere: Rimskji-Korsakov  Mozart e Salieri; Telemann  Il maestro di scuola; Entrambe rappresentate al Teatro Sociale di Rovigo ed al teatro Verdi di Pisa. Dargomiskji Il convitato di pietra  rappresentata al teatro Verdi di Pisa

 

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