Timor Est, uno degli Stati più giovani al mondo, prima colonia portoghese, poi occupato dall’Indonesia e finalmente indipendente nel 2002, ha vissuto una seconda tornata elettorale a distanza di meno di un anno rispetto alle precedenti votazioni, che avevano visto la vittoria di misura del FRETILIN. Questa volta, la coalizione di opposizione ha ottenuto la maggioranza assoluta per la formazione di un governo stabile.
IL RUOLO DEL FRETILIN NELL’INDIPENDENZA DEL PAESE
Il Fronte Rivoluzionario di Timor Est Indipendente (FRETILIN – Frente Revolucionária do Timor-Leste Independente) fu fondato già nel 1974, quando questo territorio era ancora una colonia portoghese. Dopo l’indipendenza da Lisbona, ottenuta il 28 novembre 1975, alcuni Paesi incominciarono ad accusare il FRETILIN di essere filosovietico, in quanto molti dei suoi leader si ispiravano al marxismo-leninismo. Iniziò così il conflitto con l’Indonesia, ex colonia olandese che aveva a sua volta già eliminato al proprio interno la maggioranza dei militanti comunisti con un vero e proprio genocidio politico. Per evitare la nascita di un nuovo stato comunista in Asia, Jakarta occupò Timor Orientale, riducendo il Paese ad una nuova provincia indonesiana, denominata Timor Timur (Timur in indonesiano significa “est”, ed in origine il nome stesso dell’isola di Timor significava “est”, al punto che Timor Est potrebbe essere tradotto letteralmente come “Est Est”).
L’occupazione indonesiana fu in realtà perpetrata in maniera spesso violenta, vista anche la storia e la cultura molto differenti di Timor Est rispetto a tutto il resto dell’arcipelago: dall’occupazione portoghese, infatti, i timoresi avevano ereditato un vasto uso della lingua dell’ormai ex madrepatria, dalla quale era nato anche l’idioma locale, il tetum, e soprattutto il 90% della popolazione si era convertito al cattolicesimo, mentre la maggioranza della popolazione indonesiana è di religione musulmana. Il FRETILIN continuò così la propria lotta per l’indipendenza, ed in contemporanea venne fondato il FALINTIL (Forças Armadas de Libertação Nacional de Timor Leste – Forze armate della Liberazione Nazionale di Timor Est), che, sotto la guida di Xanana Gusmão divenne il braccio armato del FRETILIN, conducendo una vasta opera di guerriglia.
Dopo anni di massacri e diverse migliaia di morti (le stime vanno da 100.000 a 300.000), le Nazioni Unite intervennero concedendo alla popolazione di Timor Est un referendum da tenersi il 30 agosto 1999, dove il 78.5% della popolazione si espresse a favore dell’indipendenza dall’Indonesia. Fino al 20 maggio 2002, tuttavia, Timor Est fu sottoposta ad un’amministrazione di transizione guidata dall’ONU, denominata UNTAET (United Nations Transitional Administration in East Timor), fino al raggiungimento dell’indipendenza vera e propria.
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IL FRETILIN DOPO L’INDIPENDENZA
Dopo l’indipendenza, Xanana Gusmão divenne il primo presidente della Repubblica Democratica di Timor Est, mentre Mari Alkatiri, esponente del FRETILIN e della minoranza musulmana del Paese, ottenne la carica di primo ministro. Il FRETILIN ha poi continuato a dominare la scena politica del Paese negli anni successivi fino al 2007, quando Xanana Gusmão decise di fondare il CNRT (Congresso Nacional de Reconstrução de Timor – Congresso Nazionale per la Ricostruzione di Timor).
Il carisma di Xanana Gusmão e le posizioni più moderate del CNRT rispetto al FRETILIN, che nel frattempo si era a sua volta spostato su posizioni socialdemocratiche, hanno permesso al nuovo partito di affermarsi, seppur in coalizione, nei successivi confronti. Nel 2007, alla sua prima partecipazione elettorale, il CNRT ha ricevuto il 24.10% delle preferenze, e Xanana Gusmão ha ottenuto il ruolo di primo ministro, mantenuto fino al 2015, raggiungendo addirittura il 36.66% delle preferenze nel 2012. La coalizione di governo, tuttavia, è entrata in crisi nel 2015, ed il ruolo di premier è tornato in mano ad un esponente del FRETILIN, Rui Maria de Araújo.
Nel frattempo, nel febbraio del 2017, un’altra figura storica della lotta per l’indipendenza, Francisco Guterres, ha ottenuto la presidenza della repubblica. In questo caso, però, il candidato del FRETILIN è stato appoggiato anche da Xanana Gusmão e dal CNRT, in nome della precedente militanza nello stesso schieramento.
LE ELEZIONI DEL 2017
Alla tornata elettorale dello scorso anno si arrivava dunque con il FRETILIN che occupava le due più importanti cariche dello stato timorese, pur essendo reduce da due sconfitte consecutive alle votazioni del 2007 e del 2012. Nonostante un calo percentuale rispetto alla tornata di cinque anni fa, il Fronte è tornato nel 2017 ad essere il primo partito del Paese con il 29.65% delle preferenze, l’equivalente di 23 deputati sui 65 che compongono il Parlamentu Nasionál. Il sistema utilizzato, infatti, è un proporzionale con metodo d’Hondt e soglia di sbarramento al 3%.
La vittoria del FRETILIN si è tuttavia giocata per poco più di un migliaio di voti, visto che il CNRT ha ottenuto il 29.46% delle preferenze e 22 seggi, facendo registrare però una netta perdita di otto deputati rispetto alle ultime elezioni parlamentari.
Questa situazione ha permesso la crescita di molte formazioni politiche minori: il nuovo PLP (Partidu Libertasaun Popular – Partito della Liberazione Popolare) è entrato in parlamento con il 10.58% delle preferenze, eleggendo otto rappresentanti; stabile il PD (Partido Democrático), con 9.79 punti percentuali e sette deputati eletti, mentre elegge cinque rappresentanti il KHUNTO (Kmanek Haburas Unidade Nasional Timor Oan), con il 6.43%. Gli altri partiti non hanno superato la soglia di sbarramento del 3%.
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LA CRISI DI GOVERNO E LE ELEZIONI DEL 2018
In base alla distribuzione dei seggi, il FRETILIN è stato chiamato a formare una coalizione con il Partido Democrático, al fine di riconfermare Rui Maria de Araújo nel ruolo di primo ministro e di comporre un governo di minoranza con trenta seggi su sessantacinque. L’azione del governo, tuttavia, si è arenata quando il parlamento ha rifiutato di approvare il bilancio, costringendo il capo di Stato, Francisco Guterres, ad indire nuove elezioni.
Queste hanno visto la vittoria della coalizione denominata Alleanza per il Cambiamento ed il Progresso, composta dal CNRT, dal PLP e da KHUNTO, che ha ottenuto trentaquattro seggi, corrispondente al 49.30% delle preferenze, dunque la maggioranza assoluta necessaria per la formazione del governo, nonostante la perdita di un deputato rispetto al totale ottenuto dal raggruppamento un anno fa.
Il Fretilin, in corsa da solo, ha visto restare stabili i propri consensi, con il 34.29% delle preferenze e la conferma di ventitré seggi. Cala invece il Partito Democratico (7.95%), che ottiene due deputati in meno, passando sa sette a cinque, ed infine entra in parlamento il Forum Democratico per lo Sviluppo, coalizione composta da alcuni partiti minori, tra i quali l’UDT (União Democrática Timorense) e l’FM (Frente de Reconstrução Nacional de Timor-Leste – Mudança, Fronte di Ricostruzione Nazionale di Timor Orientale – Cambiamento), condotto dal vice primo ministro uscente, José Luís Guterres.
Con la vittoria elettorale e la maggioranza assoluta dei seggi, Xanana Gusmão dovrebbe dunque essere in grado di formare un governo stabile per il piccolo e giovane Paese, questa volta senza la partecipazione del FRETILIN.