Lo scorso 10 maggio sono stati chiamati alle urne gli elettori delle Bahamas, stato arcipelagico della regione caraibica che, secondo le ultime stime, conta una popolazione inferiore ai 400.000 abitanti. Le previsioni vedevano un confronto tra le due principali forze politiche del Paese, il Progressive Liberal Party (PLP) del Primo Ministro uscente Perry Christie ed il Free National Movement (FNM), guidato dal leader dell’opposizione Hubert Minnis.
I RISULTATI: VITTORIA SCHIACCIANTE PER HUBERT MINNIS
Il verdetto delle urne ha ribaltato completamente quelli che erano gli equilibri della politica bahamense nella precedente legislatura. Il terzo governo Christie, ampiamente criticato per aver introdotto l’IVA al 7.5% ed aver fallito nel suo programma di riduzione della criminalità, che invece ha registrato un netto aumento soprattutto di omici, è stato punito dall’elettorato, con un conseguente crollo del PLP dai ventinove seggi ottenuti cinque anni fa a soli quattro rappresentanti.
Ad uscirne vincitori sono stati appunto Hubert Minnis ed il FNM, che invece sono passati da nove a trentacinque rappresentanti, monopolizzando il parlamento dell’arcipelago, la Bahamian House of Assembly. Il sistema elettorale in vigore, che segue il metodo del first-past-the-post, prevede infatti la divisione del Paese in trentanove circoscrizioni (una in più rispetto al passato) e l’elezione del candidato con più voti in ciascuna di esse. Di fatto, il FNM ha dominato nella capitale Nassau ed in tutto il resto Paese tranne nella zona di Centerville, di cui è originario Christie.
Nessun rappresentante, invece, per gli altri partiti in corsa (la Democratic National Alliance di Branville McCartney, il Bahamas Constitution Party e la Bahamas National Citizen Coalition).
CHE RUOLO AVRÀ HUBERT MINNIS?
Il ruolo di Primo Ministro è particolarmente importante in un Paese come le Bahamas, dove il capo di stato è formalmente la regina Elisabetta II d’Inghilterra, rappresentata da un governatore generale, Marguerite Pindling, come vuole la prassi degli stati membri del Commonwealth. In realtà, il Primo Ministro ha nelle sue mani quasi tutto il potere politico, soprattutto quando dispone di una netta maggioranza in parlamento come sarà per Minnis nei prossimi cinque anni.
Eletto per la prima volta come deputato nel 2007, Minnis ha assunto un ruolo importante all’interno del suo partito dopo le elezioni del 2012, quando lo sconfitto Hubert Ingraham gli ha ceduto il posto di leader del partito FNM. A lungo leader dell’opposizione, Minnis ha dovuto affrontare, nei mesi precedenti la consultazione elettorale, una dura lotta intestina con Loretta Butler-Turner, risoltasi in favore del primo.
Sulla carta, Minnis ed il FNM si dichiarano su posizioni avvicinabili al centro-destra, rispetto a Christie ed il PLP, che invece rappresenterebbero una sorta di centro-sinistra. In realtà, è molto difficile assimilare i partiti bahamensi al tipico spettro politico che deriva soprattutto dall’esperienza europea, in un mondo che ricorda, per le ridotte dimensioni del Paese, quasi un contesto di politica locale. L’unico punto certo del programma di Minnis è la volontà di abolire l’IVA al 7.5%, misura introdotta da Christie allo scopo di risanare il debito pubblico.