#Fertilityday, ecco la nuova bizzarra trovata ministeriale che si permette domandare alle trentenni: “perché non hai ancora figli? Il tuo orologio biologico pulsa”. Lo stesso Ministero che dovrebbe pensare a rendere più accessibile, meno caro, più curato il percorso di fecondazione assistita nei centri pubblici.
Una donna di trent’anni in Italia, mediamente, si sente chiedere tre volte al giorno “ancora niente figli?” da completi estranei o da parenti vicini e lontani, ma soprattutto impiccioni. Succede a chi desidera da morire un bambino, ma per problemi di coppia, di fertilità, di motivazioni economiche o di assenza del partner non lo può avere. Succede anche a chi non ha alcuna intenzione di diventare madre perché si sente completa con il suo lavoro e la sua vita da single o con il suo compagno, la sua libertà, le sue amiche. E che male c’è? Ogni donna ha il diritto di scegliere quello che vuole diventare perché meglio una mamma in meno al mondo che non un bambino non desiderato, non voluto, abbandonato ai nonni o alle baby sitter tutto il giorno e che si sente ripetere ogni giorno che lui è arrivato per errore e che per lui si è dovuto rinunciare a tutto.
E ora anche il Ministero della Salute si permette di fare la stessa domanda alle trentenni: “perché non hai ancora figli? Il tuo orologio biologico pulsa”. Lo stesso Ministero che dovrebbe pensare a rendere più accessibile, meno caro, più curato il percorso di fecondazione assistita nei centri pubblici, dove donne che davvero sognano la maternità entrano a 30-32 anni e poi verso i 40 quando il loro orologio biologico è scaduto sono costrette ad andare all’estero perché in Italia il centro al quale si erano rivolte le ha messe per due anni in lista d’attesa, poi ha sbagliato terapia, poi non le ha potuto fare l’analisi dell’embrione, poi le ha fatto aspettare altri due anni per ritentare e così si che il loro orologio biologico ha fatto tilt. Donne e coppie per le quali, chiariamolo, l’età biologica non centra nulla con la fertilità. Perché ci sono casi di sterilità dalla nascita, casi che non peggiorano a 40 anni, casi che ti costringono ad iniziare questo duro percorso a 25 anni, quando le tue amiche escono a bere e tu ti fai punture nella pancia.
Non come lei, Ministra Lorenzin, che a 40 di anni è scappata in America, appunto, ed è tornata con due gemelli nella pancia. Bell’esempio.
Non come lei, Ministra Lorenzin, che a 40 di anni è scappata in America, appunto, ed è tornata con due gemelli nella pancia. Bell’esempio.
Non mi sembra vero che nel 2016 un governo debba ancora spingere le donne a fare figli rinunciando alla carriera. Farà comodo ad una Italia ancora troppo maschilista, ma è fuori dai tempi. Le donne di oggi sono istruite e sanno bene che oltre una certa età devono fare delle scelte. Ma le devono fare da sole senza bisogno di una campagna anni ’40 che mostra loro una casalinga con gonna ampia che prepara una torta sorridendo e ha al collo un marmocchio e seduto al tavolo della cucina un altro che colora felice. Il tutto in una casetta in Canadà. Anche le donne che vogliono e scelgono di essere madri oggi non devono per forza essere così. Possono tornare a lavorare ai tre mesi del piccolo, chiedere aiuto ai papà per preparare la cena, lasciare i piccoli ai nonni per un pomeriggio per andarsene al parrucchiere o a fare shopping. Siamo andate avanti. E questo non ci rende meno donne.