Nella live di martedì 4 novembre sui canali YouTube e Twitch di Fufflix, il direttore di YOUng, Germano Milite, e la giornalista Grazia Sambruna hanno raccontato l’inchiesta realizzata da quest’ultima sul noto influencer Andrea Pinna, accusato di aver raggirato follower (le oche) con la vendita di borsette, accessori e altri prodotti di lusso attraverso i suoi canali social. Ma andiamo con ordine.
Chi è Andrea Pinna
Andrea Pinna è stato uno dei primi influencer italiani a emergere su Instagram. In seguito alla popolarità online e alla collaborazione con importanti aziende, nel 2015 Pinna partecipa a Pechino Express. Dopo il programma televisivo, per un po’ di tempo sparisce dai radar, fino al coming out sulla sua salute mentale: Andrea Pinna dichiara di essere stato diagnosticato con sindrome bipolare, di aver fatto uso di sostanze stupefacenti e di aver tentato il suicidio più volte. In tutto ciò, le sue oche non l’hanno mai abbandonato, provando empatia verso di lui.
La svolta da reseller
Negli ultimi anni, il profilo Instagram da oltre 400mila follower di Andrea Pinna è diventato una vetrina di beni di lusso venduti a prezzi stracciati. Questi articoli, così raccontava Pinna, provengono dalla merce scartata dai brand per difetti e imperfezioni di fabbrica: il cosiddetto mercato parallelo del lusso. Grazie a una rete di fornitori, Andrea Pinna proponeva questi affari alle sue oche, soprattutto a quelle più fedeli e affezionate, mantenendo con loro dei canali diretti come gruppi ristretti e messaggi privati.

La vendita in nero
Le transazioni avvenivano quasi sempre in modo informale, senza un canale di e-commerce né una tracciabilità chiara delle operazioni. I pagamenti venivano richiesti tramite PayPal, ma con la formula “Amici e famiglia”, che impedisce qualsiasi forma di tutela o rimborso in caso di problemi. Inoltre, le vendite venivano effettuate in nero per abbassare ulteriormente il prezzo del prodotto, un’evasione dell’IVA che viene ammessa dallo stesso Andrea Pinna nel materiale raccolto da Grazia Sambruna per l’inchiesta.
La sòla
Decine di acquirenti hanno raccontato di aver versato somme di denaro senza mai ricevere la merce promessa. In altri casi, i prodotti arrivati risultavano contraffatti o di qualità molto inferiore rispetto a quanto pubblicizzato. Complessivamente, secondo le testimonianze raccolte, l’ammontare dei pagamenti non rimborsati ammonterebbe a circa 30mila euro. Nel periodo successivo alla pubblicazione dell’inchiesta di Grazia Sambruna, Andrea Pinna ha rimborsato alcuni acquirenti, ma la somma da restituire è ancora elevata.
La manipolazione emotiva
A rendere la vicenda ancora più delicata è il modo in cui Andrea Pinna ha costruito il rapporto con le sue oche: molte di loro raccontano di essersi fidate di lui non solo come venditore, ma come persona fragile, bisognosa di sostegno emotivo. In questo modo la relazione tra influencer e community si trasforma in un meccanismo di manipolazione della fiducia per fini commerciali. Inoltre, Pinna ha utilizzato i suoi problemi di salute mentale sia per giustificarsi dei ritardi nella spedizione degli articoli venduti che per dare sensi di colpa a chi chiedeva un rimborso.
Gli iPhone tarocchi
Oltre ai prodotti di lusso, Grazia Sambruna ha raccolto le testimonianze di alcune oche che hanno comprato degli iPhone tramite i canali social di Andrea Pinna. Il prezzo di vendita degli smartphone non era così inferiore al prezzo di listino, dunque un “affare” più modesto rispetto alle borse. Una volta ricevuto il pacco, però, gli acquirenti non hanno trovato il prodotto che aspettavano, bensì degli iPhone tarocchi con sistema operativo simil-Android non funzionante. La risposta di Pinna? Il fornitore degli iPhone ha preso 18mila euro, ha imbrogliato tutti ed è scappato dalla Sardegna.
La sparizione
Negli ultimi mesi, Andrea Pinna si è reso irreperibile. I gruppi sono stato chiusi, la pagina Instagram è inattiva e, soprattutto, gli acquirenti non sono ancora stati rimborsati. Nemmeno Grazia Sambruna è riuscita ad avere una replica da Pinna in merito alle testimonianze degli acquirenti. Una spiegazione data è la presunta violazione dell’account Instagram da parte di un hacker, un argomento ricorrente nei profili di Andrea Pinna. Oltre a ciò, non è la prima volta che Pinna sparisce per mesi dai suoi profili social. Dopo la diagnosi da sindrome bipolare, infatti, Pinna ha raccontato pubblicamente di essere stato ricoverato in un centro specializzato.
Un caso ancora aperto
L’inchiesta live su Fufflix racconta nei dettagli tutta la vicenda. Il caso resta ancora aperto, sia per i circa 30 mila euro delle borse che per i 18 mila euro degli smartphone non ancora rimborsati. A livello mediatico, la svolta da reseller di Andrea Pinna non ha fatto breccia nelle redazioni giornalistiche. Forse anche a causa dei problemi legati alla salute mentale di Pinna, che ha anche scritto e pubblicato un libro sulla sindrome bipolare. Dopo l’esposizione pubblica su un tema del genere, il racconto giornalistico di questo caso è reso spinoso dal ruolo ingombrante che ha la salute mentale, la quale può fungere da giustificazione o da via d’uscita quando le cose vanno storte. Proprio per questo, vicende del genere vanno raccontate, perché sollevano una questione fondamentale: cos’è la credibilità al giorno d’oggi?








