La guerra in Ucraina, che le cancellerie europee capitanate dall’Inghilterra vorrebbero continuare ad oltranza in dissociazione dalle intenzioni della Casa Bianca, oltre a essere un orrore dal punto di vista umano, potrebbe nascondere—ed è altamente probabile che sia così—anche un livello di attività corruttivo-criminale-istituzionale europea gigantesco: un nauseante verminaio sul cadavere dei morti d’Ucraina e di Russia, che potrebbe stare lì lì per essere scoperchiato grazie al colpo di scena della rivoluzione trumpiana, facendo venire giù tutto l’edificio della compagine dell’attuale potere europeo, un po’ come quando crollano quei giganteschi palazzi con le esplosioni pilotate, in cui, al posto delle microcariche che li fanno venire giù in stile Twin Towers, dovremmo immaginare una miriade di scandali personali per il coinvolgimento in questa, per ora ipotetica, immensa sequenza di corruzione nella gestione dei fondi per gli armamenti e gli aiuti in denaro liquido all’Ucraina, di ogni responsabile della questione ucraina nel potere europeo, nazione per nazione, partito per partito, un vero e proprio verminaio corruttivo grondante sangue ucraino e russo.

Sarebbe—probabilmente sarà—un terremoto politico di massima scala distruttiva che cambierebbe il volto politico dell’Europa.
Effettivamente, se ci fermiamo per un momento a riflettere sul mostruoso movimento di denaro verso l’Ucraina, spesso non tracciato perché coperto da segreto militare—come per esempio è stato per l’Italia, che ha secretato tutti gli aiuti, motivo per cui questi sono sottratti al controllo della società civile sugli aspetti corruttivi—possiamo facilmente immaginare che questo oceano di denaro incontrollabile abbia suscitato i più voraci istinti predatori in quelle figure istituzionali, burocratiche o di apparato che, protette dall’assenza di visibilità e dalla possibilità di segretarne i movimenti, si sono trovate a fare da redistributori verso l’Ucraina e le sue oligarchie ultracorrotte di questa immensa ricchezza pubblica europea, sottratta agli scopi civili delle società civili europee.
Per capire e fare un esempio di cosa voglia dire, possiamo ricordare lo scandalo Qatargate dei trolley pieni di soldi dell’europarlamentare greca. Ecco, immaginate una cosa del genere moltiplicata per migliaia di volte per centinaia e centinaia di politici e di personaggi infraministeriali del potere, coinvolti nella gestione economica del sostegno bellico militare all’Ucraina, dove, al posto di miseri trolley, parliamo di camionate di denaro.

Una cosa del genere, assolutamente paradigmatica di quanto si annuncia potrebbe emergere dal verminaio corruttivo della guerra ucraina, mi sovviene essere già avvenuta a un personaggio importantissimo della politica americana, di cui ho parlato nel mio secondo libro sulla questione ucraina, per il fatto che questo signore è stato uno dei più coinvolti nella politica estera USA in Ucraina. Il 22 settembre 2023 sul New York Times usciva un articolo sul senatore Menendez, il quale era emerso fosse coinvolto in un gravissimo scandalo su tangenti legate agli aiuti militari all’Egitto. L’articolo era intitolato “Menendez accusato di un audace complotto di corruzione, ricevendo contanti e oro” e descriveva come il governatore del New Jersey avesse invitato il senatore Robert Menendez a dimettersi il quale si è dimesso dalla presidenza della Commissione per le Relazioni Estere.

Nel mio libro Quando l’Ucraina invase l’Iraq – le mani del Pentagono sulla storia Arianna editrice 2024 400 pagine , osservavo quanto segue:
“A quanto pare il senatore, così attivo e determinato all’epoca nell’ingerire nella politica ucraina, come scrive un secondo articolo del The New York Times, «ha esercitato un’influenza significativa sulla quantità di aiuti militari forniti dagli Stati Uniti all’Egitto e ad altri paesi», ovviamente in cambio di lingotti d’oro, auto e denaro contante che gli è stato ritrovato in casa dall’FBI in mazzi di banconote nascoste in armadi e vestiti. (…) Ecco, queste sono le persone che, come ausiliari della Classe Armata, portandola alla catastrofe, hanno gestito la politica estera americana in Ucraina degli ultimi 20 anni, ma sicuramente Victoria Nuland è del tutto immune dalla cupidigia che ha rovinato il suo collega di affari in Ucraina, l’Onorevole Menendez, e certamente ha agito, come sappiamo, per noi nel modo più spregevole e criminale, portando per mano l’Ucraina verso la guerra civile, per motivi molto più nobili.” (pag. 297, appendice)

Questo senatore americano, condannato a 9 anni di carcere per aver esercitato influenze sulla quantità di aiuti militari all’Egitto, è stato uno dei grandi protagonisti della politica estera USA in Ucraina. Arrestato per corruzione su appalti militari all’Egitto, possiamo ragionevolmente postulare—cosa che facevo nel mio libro—che nei lunghi anni in cui si è occupato di Ucraina, gli anni della guerra civile, gli anni del colpo di Stato e via dicendo, questo signore, corrotto fin dentro le proprie cellule, sicuramente abbia fatto in Ucraina, e forse molto di più, quanto ha fatto in Egitto.
A questo scenario indica, nemmeno troppo velatamente, un post del 1 marzo su X del celebre giornalista Tucker Carlson, famoso per essere stato licenziato dalla televisione Fox News, di cui era il frontman, e poi messosi in proprio sulla piattaforma X, appena comprata dal geniale tecnomultimiliardario Musk, che, con il suo cambio di policy—per questo ringraziato da Carlson—ha reso possibile una libertà di parola senza precedenti sul social.
Da indipendente, Carlson si è reso celebre per essere stato il primo giornalista occidentale a rompere il tabù del dialogo con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, che ha intervistato in una celebre intervista andata in onda sul suo canale X, vista da centinaia di milioni di persone nel mondo, e poi tornato in Russia una seconda volta per intervistare il ministro degli Esteri Lavrov.
Due interviste che personalmente ho sempre ritenuto due sub-missioni diplomatiche con cui l’entourage del potere del presidente Trump—a cui Carlson è notoriamente molto vicino e che evidentemente aveva già sentore della propria vittoria—iniziava già a preparare, mesi prima delle elezioni americane, il terreno favorevole di un incontro con il vertice del potere esecutivo russo, infrangendo l’ordine di isolamento e rompendo la campana di vetro chiusa dall’Occidente sulla Russia, in visione della costruzione di una prospettiva negoziale.

Dunque è un giornalista che ha giocato un ruolo assolutamente primario negli scenari internazionali oggi al centro dell’attenzione mondiale. Il suo recente post segue di un giorno quello ripostato dallo stesso Elon Musk di Wall Street Mav, visto da 51 milioni di persone, con un frammento delle dichiarazioni di Graham sovrastate dal commento “Il senatore Lindsey Graham, il più grande neoconservatore del Congresso e desideroso di una guerra diretta con la Russia, chiede a Zelensky di dimettersi dopo il suo comportamento nello Studio Ovale con il presidente Trump”—serie di rimbalzi di post su celebri account visti da decine e decine di milioni di persone che ci dà già l’idea di una enorme valanga che, rotolando, si ingrossi sempre di più, e già visualizzato da oltre 9 milioni dei quasi 16 che seguono Carlson— esso recita quanto segue:
“One of the most striking things about yesterday’s Zelensky press conference was Lindsey Graham’s reaction to it. The two are old friends, but Graham disavowed him within the hour. This was more than just transactional disloyalty. It was scapegoating. Lindsey Graham knows what’s coming. Over the past three years, with the tacit support of its western patrons, the Ukrainian government has committed a remarkable number of serious crimes. The Ukrainians sold huge quantities of American weapons on the international black market at twenty cents on the dollar. These weapons are now in the hands of armed groups around the world, including Hamas, the Mexican drug cartels and the forces now controlling Syria. God knows what the Ukrainians have done with the pathogens in American biolabs in their country. Even US intel agencies aren’t sure. The Ukrainians have also murdered a number of people in various countries in political assassinations, and tried to murder others, including American journalists and a European head of state. This is all true, and it’s all going to come out at some point. Better to start blaming it on Zelensky now.“

In italiano, ecco il suo testo:
“Una delle cose più sorprendenti della conferenza stampa di ieri di Zelensky è stata la reazione di Lindsey Graham. I due sono vecchi amici, ma Graham lo ha rinnegato nel giro di un’ora. Non si è trattato solo di una slealtà opportunistica: è stato un vero e proprio scaricabarile. Lindsey Graham sa cosa sta per arrivare. Negli ultimi tre anni, con il tacito sostegno dei suoi patron occidentali, il governo ucraino ha commesso un numero impressionante di crimini gravi. Gli ucraini hanno venduto enormi quantità di armi americane sul mercato nero internazionale a un quinto del loro valore. Queste armi sono ora nelle mani di gruppi armati in tutto il mondo, tra cui Hamas, i cartelli della droga messicani e le forze che controllano la Siria. Dio solo sa cosa abbiano fatto gli ucraini con i patogeni presenti nei biolaboratori americani sul loro territorio: nemmeno le agenzie di intelligence statunitensi ne sono certe. Gli ucraini hanno anche assassinato diverse persone in vari Paesi attraverso omicidi politici e hanno tentato di ucciderne altre, inclusi giornalisti americani e un capo di Stato europeo. Tutto questo è vero e, prima o poi, verrà alla luce. Meglio iniziare a dare la colpa a Zelensky adesso.“
L’Ucraina, con pochi, quasi caravaggeschi, segni più di tenebra che di luce, è descritta nel post di Carlson non solo come un attore in gravissima difficoltà nel conflitto, ma come una sorta di infetto epicentro di attività illecite su scala globale, rese possibili dal sostegno occidentale, in particolare statunitense.
La reazione di Lindsey Graham, descritta da Carlson come un rapido voltafaccia nei confronti di Zelensky, definito amico di vecchia data, è interpretata non come semplice atto di opportunismo politico, ma come un segnale che figure di spicco dell’establishment americano starebbero percependo l’approssimarsi di uno scandalo di proporzioni enormi.
Questo suggerisce una tesi centrale del testo: l’idea che esista una verità nascosta—crimini, corruzione, traffico d’armi—pronta a emergere e a travolgere chi ha sostenuto l’Ucraina negli ultimi anni. Graham, in questo contesto, appare come un simbolo di chi cerca di prendere le distanze prima del crollo.
Le accuse mosse al governo ucraino sono pesanti e dettagliate: dalla vendita di armi americane sul mercato nero a prezzi stracciati fino al loro utilizzo da parte di gruppi come Hamas e i cartelli messicani, passando per il mistero dei presunti biolaboratori e gli omicidi politici.
Questo intervento, di cui ovviamente si attendono le prove, potrebbe prefigurare qualcosa di ben più sostanziato di una mera provocazione calcolata. Il caso di Robert Menendez, che ho ricordato per averlo sottolineato nel mio libro—senatore condannato per aver negoziato influenza sugli aiuti militari all’Egitto in cambio di oro e contanti, dopo anni di rilevante attività nella politica ucraina—conferisce un’enorme plausibilità alle sue accuse di una gigantesca rete corruttiva legata al conflitto in Ucraina.
A ciò noi aggiungiamo un ulteriore elemento di riflessione: anche la reputazione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, appare gravemente compromessa dalla controversa vicenda degli accordi personali con il CEO di Pfizer per l’acquisto di vaccini, aggravata dalla distruzione dei relativi messaggi, un atto che ha sollevato accuse di scarsa trasparenza e abuso di potere. Questo precedente rafforza l’idea che le istituzioni europee, coinvolte nella gestione degli aiuti all’Ucraina, possano non essere immuni da ombre simili a quelle annunciate da Carlson.

L’opacità che ha contraddistinto la gestione dei miliardi di dollari in armamenti e risorse finanziarie destinati a Kiev, spesso protetti dal segreto militare e sottratti al controllo pubblico, alimenta l’ipotesi che la guerra possa aver celato un sistema di illeciti di portata internazionale.
Forte di una carriera che ha dimostrato la sua capacità di infrangere barriere—si vedano le interviste a Putin e Lavrov, con eventi di risonanza globale—Carlson, magari corroborato dalla nuova direzione dei servizi segreti di Tulsi Gabbard, potrebbe essere sul punto di svelare un’inchiesta dirompente, corroborata da evidenze destinate a ridefinire la percezione della crisi ucraina.

E la cosa potrebbe essere già nota nei corridoi del potere, dato lo scenario da guerra civile fra fazioni nello stesso deep state americano. La fulminea dissociazione di un super falco come Lindsey Graham da Zelensky sembra avvalorare questa prospettiva: un segnale di chi, consapevole dell’imminente tempesta, cerca di riposizionarsi.
Se Carlson dispone di prove concrete, come il suo percorso professionale lascia supporre, ci troveremmo dinanzi a uno scandalo non solo in grado di suffragare le sue affermazioni, ma anche di chiarire il motivo vero delle resistenze di alcune élite a sfruttare l’opportunità di pace delineata da un possibile asse Trump-Putin.
Per quanto mi riguarda, sono assolutamente convinto che questi tre anni di guerra, in cui verso l’Ucraina sono defluiti centinaia di miliardi di dollari e di euro in forma di armi e denaro, abbiano dato luogo a un vero e proprio orrore della corruzione sulla pelle di centinaia di migliaia di soldati morti. E, a mio avviso, questa è l’unica ratio profonda che mi sento di attribuire alla follia della politica europea nel rifiutare la pace, ovverosia la vita, scegliendo la guerra e la morte, anche se infarcite di nauseabonde altisonanti retoriche sulla libertà che assomigliano a profumo sparso su un cadavere in decomposizione.
Lo tsunami potrebbe abbattersi in qualsiasi momento su questi corrotti e inadeguati ceti europei che hanno alimentato la fornace della guerra per spillare oro nei loro otri.
Stiamo a vedere.
Post scriptum
A proposito della questione dei bio laboratori americani in Ucraina citati nel post di Carlson: questo potrebbe sembrare un argomento tipico del complottismo, ma, tra i vari documenti che ho analizzato e che riporto nelle 18 pagine di bibliografia del mio libro, Quando l’Ucraina invase l’Iraq, ho avuto modo di studiare il partenariato strategico del 2008 tra Ucraina e Stati Uniti, firmato da Condoleezza Rice. Ebbene, nei punti programmatici si parla chiaramente di cooperazione su agenti batteriologici e chimici da svolgere presso laboratori in Ucraina. Dunque, anche su questa affermazione, abbiamo una traccia piuttosto significativa nei documenti di Stato.
FINE
Le opinioni qui espresse sono strettamente personali e non necessariamente coincidenti con quelle della direzione editoriale
I MIEI LIBRI
Ucraina 2022 la minaccia strategica perfetta
Quando l’Ucraina invase l’Iraq- le mani del Pentagono sulla storia
Lineamenti generali del Trattato sulla Classe Armata
Contatti
Mail d.colantoni@young.it
Potrebbe piacerti anche
Altro da Cultura
Forze europee in Ucraina? Niet. La Russia non ne cederà mai il controllo militare all’occidente.
Ucraina: la Russia non cederà mai il controllo militare dell'Ucraina all'occidente, motivo per cui ha fatto la guerra. Lo …
JD Vance delegittima i governi EU. Il testo integrale del suo terrificante discorso a Monaco.
JD Vance delegittima i governi Europei. Il testo integrale del suo terrificante discorso a Monaco
USAID, guai ai vinti. La vittoria strategica di Vladimir Putin
USAID, guai ai vinti. La vittoria strategica di Vladimir Putin