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2.9K

Carola Rackete , la figlia del colonnello Ekkehart e quello strano voto sui missili al parlamento europeo

Postato il Settembre 21, 2024 David Colantoni 0

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il Parlamento Europeo dei gregari civili del potere del Pentagono, come teorizzo da anni sia, ha votato una risoluzione non vincolante per invitare i governi ad autorizzare l’Ucraina ad usare armi a lungo raggio contro il territorio della Russia.

Le lancette dell’orologio della catastrofe nucleare sono state  messe ancora più vicino alla mezzanotte nucleare, da un ceto dirigente europeo completamente analfabeta politico, mitomane e dissociato dalla realtà.

Questo voto è assolutamente coerente con gli interessi di sopravvivenza politica di tale  ceto dirigente indirizzato dai consiglieri militari a ipotecare completamente la propria posizione politica a favore del proseguimento del conflitto invece che alla sua risoluzione diplomatica, cosa che era stata completamenge a portata di mano nei primi mesi della crisi,  con la convinzione,  istigata essi sempre dai militari che li hanno deliberatamente ingannati nel perseguimento dei propri interessi di classe,   che la Russia sarebbe certamente crollata sotto la pressione.

Restano proverbiali le convinte e clownesche dichiarazioni di Letta che la Russia sarebbe caduta nel panico in poche settimane e che avremmo assistito a un rovesciamento popolare di Putin.

Oggi  il Washington Post, tanto per dire,  ammette il fallimento totale di questa prospettiva strategica, scrivendo che la Russia dopo due anni di guerre e sanzioni rimane una formidabile potenza e che la sua sconfitta appare del tutto irreale.

Hannah Arendt nel suo origine del totalitarismo rifletteva che dalla seconda guerra mondiale in poi i governi non possono più sperare di sopravvivere alle sconfitte militari, che una sconfitta militare implica la caduta di tutto il sistema di potere civile che si è coinvolto in quella guerra.

Cio, lo capiamo bene,  determina  a priori l’istaurazione potenziale della condizione permanente della guerra come  Bellum intercinum, cioe la guerra di sterminio, a cui  Kant nel suo trattato Della pace perpetua, prescriveva non si dovesse mai arrivare grazie a una serie di tabù inviolabili dal comportamento dei governi belligeranti che tali dovevano restare anche nell’esercizio della guerra stessa, fra essi quello di non distruggere mai il dialogo diplomatico con l’avversario, necessario a portare il più velocemente possibile  alla fine del conflitto e formare  le stesse condizioni della pace. Tale tabù, nella attuale crisi, dietro ordine del potere militare, che come teorizzo da sempre nei miei libri, di cui l’ultimo si intitola “Quando l’Ucraina invase l’Iraq- le mani del Pentagono sulla storia” Arianna editrice 400 pag., è il vero padrone politico dell’Occidente dalla fine della secona guerra mondiale, è stato brutalmente violato fin dai primi giorni della crisi, con il chiaro intento di scongiurare la pace.

Quindi comprendiamo perfettamente che tutta la politica europea, coinvolta fino al collo nella speranza di sconfiggere la Russia, a questo punto sia totalmente terrorizzata dalla  sconfitta dell’occidente quale si sta prefigurando sul campo di battaglia, soprattutto per le conseguenze politiche devastanti che questa sconfitta avrebbe sulle loro carriere politiche le quali sarebbero, anzi, saranno,  incenerite; guerre di questa portata inoltre conducono dietro di sé uno sciame di rivolgimenti socio-politici enormi,  basti vedere le ultime elezioni tedesche,  e, qualora la guerra abbia un portato distruttivo importante,  possono portare persino a rivoluzioni e colpi di stato.

Il  voto europeo, espresso dalla maggioranza dei deputati completamente contro le volontà dei popoli che dovrebbero essere rappresentati, e che conosciamo da tutti i sondaggi finora fatti, sempre abbondantemente contrari al sostegno militare all’Ucraina e a favore invece della diplomazia, (ricordiamo la petizione firmata da mezzo milione di tedeschi a Scholzt a non fornire armi all’Ucraina)  il quale sollecita i governi ad autorizzare l’uso delle armi che hanno dato all’Ucraina  in profondità contro la Russia,  la quale,  lo sanno anche i bambini, è una super potenza nucleare,  è la manifestazione sintomatica eclatante di uno stato di confusione mentale  assoluto, derivante da una condizione di panico totale sceso nelle classi dirigenti,  le quali,  esattamente come per Netanyahu in Israele che vede affidata la propria sopravvivenza politica e il non finire in un carcere, al proseguimento della guerra, parimenti,  di fronte all’evidenza ormai bruciante che tutte le previsioni dei consiglieri militari non si sono realizzate,  e che l’Ucraina sta scivolando verso la sconfitta totale, nel folle tentativo della propria sopravvivenza politica hanno votato questa risoluzione della disperazione affinché la guerra non finisca, con cui esortano i governi   a permettere all’Ucraina  l’uso di armi occidentali; una votazione  assolutamente folle, che non potrà che produrre conseguenze devastanti, e  alla cui base non può che esserci un ormai istinto di morte profondamente diffuso e serpeggiante ovunque.

Il paragone con la situazione di Netanhyau è particolarmente calzante per la Von der Leyen, la quale ha parecchi gravi dossier che le stanno con il fiato sul collo, che la potrebbero portare in Tribunale e farla condannare, cosa da cui la può salvare solo lo stato di guerra e in esso il suo servire i signori della guerra del Pentagono, che consapevoli della sua vulnerabilità politico-giudiziaria hanno in lei un ottimo e malleabile agente dei propri interessi, e quindi senza meno la sostengono al potere, non per nulla la Von Der Leyen prima di essere Presidente della Commissione Europea è stata il ministro della difesa tedesco che ha portato la spesa militare tedesca dall’undicesima alla ottava posizione mondiale.

Fra i voti favorevoli alla autorizzazione uno di essi ha giustamente suscitato una certa sorpresa, tanto da finire sui giornali, ed è questo il tema principale di questa nostra veloce riflessione.

Si tratta del voto della capitano Carola Rackete, conosciutissima in Italia per la vicenda della sua nave che speronò una motovedetta della finanza, dopo che raccolti dei naufraghi clandestini in zona SAR libica, quindi di competenza della capitaneria libica, cercò di sbarcarli in Italia contro la volontà dell’allora ministro degli interni Salvini oggi a processo per quella vicenda.

Giustamente dalla Rackete, che viene descritta sul suo profilo Wikipedia come attivista, ecologista e pacifista,  ci si sarebbe aspettati coerenza politico-sociologica e antropologica con quelle che fino ad ora sono state le sue attività socio-politiche e quindi un voto contrario alla escalation militare unito a una forte attività per ripristinare la supremazia della diplomazia in questa gravissima crisi.

Nulla di tutto ciò.

La maschera della capitano rachete si è rivelata anche essa una delle tragiche maschere del baumaniano carnevale della democrazia.

Senza tentennamenti la Capitano ha votato soprattutto a favore del famigerato punto 8 della risoluzione che è espressamente quello che esorta i governi ad autorizzare l’Ucraina all’uso di armi occidentali in profondità contro obbiettivi militari russi.

Fra questi obbiettivi si da il caso ci sia tutto l’apparato della deterrenza nucleare russa, radar, rampe, depositi e quant’altro,  i quali sono coperti dalla dottrina nucleare cioè prevedono un attacco nucleare russo per difendere la propria  capacità nucleare dall’essere distrutta.

Già gli ucraini hanno colpito una volta con dei droni una di queste strutture danneggiandola lievemente, ma siamo ancora qui a parlarne grazie al sangue freddo dei russi.

Questo voto tragico e folle, metaforicamente parlando  ha tolto definitivamente la sicura alla pistola e ne ha alzato il cane mettendo il colpo in canna, ora siamo nella situazione di qualcuno  sotto la minaccia di una pistola carica puntata nelle mani di una persona estremamente nervosa e instabile,  una minima vibrazione sbagliata, una pressione appena più forte della falange sul grilletto,  può far esplodere il colpo e innescare la tragedia. E gli Ucraini del fronte occidentale, al cui comando c’è un presidente il cui mandato è cessato a Maggio e che avendo abolito le elezioni con la legge marziale governa un paese che in nome della guerra ha messo fuori legge 13 partiti politici e chiuso la maggior parte degli organi di stampa, e che rastrella con le squadracce gli uomini da gettare in trincea, hanno a questo punto ben poco da perdere.

Prima di perire tutti nell’olocausto nucleare sempre più imminente, allora ci vogliamo togliere lo sfizio di ricordare che il padre di Karola Rachete, l’uomo che la ha cresciuta educata e allevata, e che ha quindi impresso un imprimatur profondo sulla sua psiche e sulla sua morale, e  probabilmente anche aiutata nella sua vita professionale,  è un ex colonnello delle forze armate tedesche, che da trenta anni fa il consulente per le industrie della difesa, il colonnello risponde al suggestivo e calvinistico nome di Ekkehart Rakete.

Dopo i fatti in cui è incorsa la figlia il colonnello è praticamente sparito dal web. Il suo profilo linkedin è stato cancellato. Non si trovano informazioni, le sue fotografie sono rarissime. Tuttavia sono riuscito ancora a trovare delle tracce importanti sulla sua figura.

Nel suo profilo professionale risulta che le sue skill come si dice oggi, ovvero le sue capacità,  siano parecchie e di altissimo livello. Si è specializzato fra 1976 e 1979 in Tecnologia Radar Avanzata presso il prestigioso ateneo  FH Koblenz. A oggi, dal 2012,  lavora presso la Mehler Engineered Defence GmbH una industria della cosidetta difesa

Le sue competenze sono:

Gestione del progetto

Formazione

Responsabile marketing

Reclutamento

Supporto logistico

Analisi del supporto logistico

Gestione delle strutture

Gestione della manutenzione

Marina Militare

Produzione

E cosi improvvisamente fiat lux!

SPOT PUBBLICITARIO DELLA INDUSTRIA PER CUI LAVORA IL PADRE DI CAROLA RACKETE


Alla luce del profilo professionale del padre del capitano rackete,  il colonnello Ekkehart, il voto a favore dell’uso dei missili da crociera occidentali da parte dell’Ucraina contro la Russia, dato da sua figlia Carola, perde completamente il suo aspetto enigmatico e dissonante con l’apparenza esteriore di Carola, attivista pacifista ed ecologista, coi dread e al comando di navi che raccolgono naufraghi clandestini,  anzi che se li vanno  a prendere addirittura in acque libiche, per poi scaricarli al loro destino di emarginati, schiavi o criminali per necessità sulle coste meridionali dell’Italia,  per diventare totalmente coerente con l’attività di paparino Ekkehart.

Chissa che, come il mio istinto di uomo ragno mi consiglia, come direbbe Giorgia Meloni,  Carolina non si sia a lungo consultata con paparino su cosa votare in questo frangente, e che ascoltando papà, che di queste cose ci capisce, chi altri se non lui insomma, non si sia, certo del tutto  involontariamente,  posta nelle condizioni di una votante  lobbista dell’industria militare, industria  che da due anni pasteggia a champagne sul sangue dei morti in battaglia nelle trincee d’Europa, in perfetta sintonia con il giornale di proprietà Agnelli Elkann / Rothshild, famiglie di finanzieri con le mani in pasta nelle industrie militari, il  The Economist, che proprio giorni fa istigava la politica a questi passi senza ritorno, che ora sono stati compiuti anche grazie alla figlia del colonnello Ekkhart Rakete.

Alla luce di tale luce, ci sovviene anche un ultima suggestione, che, dato che ci avviamo all’olocausto nucleare, non vogliamo tralasciare;  tale suggestione ci suggerisce che che esista anche un profondo rapporto simbionte fra l’attività di paparino Ekkehart, consulente dell’industria militare occidentale,  e quella di Carola anche per quanto riguarda il fenomeno migratorio.

Le migrazioni africane, di cui la libia post distruzione NATO, ne è uno dei terminali più importanti, sono prodotte infatti da due fondamentali forze, esse sono la povertà e le guerre.

La Brown University nella sua estesa ricerca “Cost of the War” sottolineava ad esempio che le guerre illegali americane post 11 settembre, soprattutto Afghanistan e Iraq, hanno messo in moto una oceanica massa di migranti di 38 milioni di persone.

La ricercatrice sud africana Khareen Pech in una ricerca sui mercenari in africa già anni or sono scriveva:  “In primo luogo, EO e altre società militari private sono in grado di forzare il cambiamento politico nelle regioni divise da violenti conflitti (strife –torm) e/o caratterizzate da Stati deboli e fatiscenti – come in Africa occidentale e centrale”.

Comprendiamo bene come queste compagnie mercenarie abbiano destabilizzato il continente africano per decadi muovendo anche esse masse di migranti in fuga.

Compagnie mercenarie fondate da ex ufficali delle SAS britanniche, come Simon Mann, o dei Navy SEAL statunitensi, come Erik Prince.

Le industrie militari occidentali tramite la corruzione riescono a convogliare le poche risorse degli stati africani alle spese militari, che si armano comprando le nostre armi invece di svilupparsi, dunque depauperando le già poverissime società: ancora altri migranti.

Comprendiamo dunque bene come l’attività di inseguimento degli interessi del ceto militare professionale, una neo classe sociale a tutti gli effetti, come ho teorizzato nel mio Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata, abbia come una delle sue conseguenze dirette più importanti la destabilizzazione geopolitica, e dunque come Kaoslandia, cosi simpaticamente definita dalla rivista Limes diretta da Lucio Caracciolo, consulente della fondazione Med-Or di Leonardo Finmeccanica, ovvero la geopolitica al servizio della Classe  Armata, non sia altro che il prodotto dell’entropia geopolitica determinata dalla attività con cui la neo classe militare occidentale insegue e soddisfa i propri bisogni di Classe caoticizzando il mondo.

Ecco dunque perfettamente chiarito come  il padre di Carola Rackete, l’ex colonnello e consulente dell’industria militare Ekkehart Rakete  e lei stessa, , sebbene in postazioni distanziate, si trovino addetti, in un sorta di divisione del lavoro,  alla  stessa linea di produzione di caos geopolitico il quale porta acqua solo  al mulino della Classe Armata, cioè della neo classe sociale concretizzatasi con la professionalizzazione di quasi tutti gli eserciti occidentali, facendo apparire  la direzione militare del presente, sempre più ingovernabile dalla politica civile perché in preda al Caos della violenza, generata dal potere militare, come storicamente necessaria: il complesso militare industriale, espressione industriale della potenza della Classe Armata, e sua partecipazione militarizzante ai processi del capitalismo, destabilizza i continenti poveri scatenando guerre e facendo investire i soldi pubblici in armamenti deprimenti le loro economie, così imprimendo una forza centrifuga alle popolazioni che si mettono in viaggio lungo le rotte migratorie, da lì in poi ecco la figlia del colonnello  che si trova addetta alla distribuzione al dettaglio di questi flussi, i quali riversandosi  come una inondazione vanno a destabilizzare le società di destinazione saturando il mercato di mano d’opera quasi servile, infestando le città di micro criminalità diffusa  a carattere razziale e   facendo schizzare i valori  di razzismo e paura che poi fanno salire le formazioni politiche xenofobe. Tutte cose che regolarmente accadono da qualche decennio.

La mappa di Caoslandia nella visione di Limes in una carta disegnata dalla bravissima Laura Canali

Solitamente queste intime connessioni, in vista di uno scopo di dominio, fra tipi sociali apparentemente cosi diversi come Carola Rackete, zaino e dred e missioni sociali e il colonnello Ekkehart Rakete alto grado militare specialista  di tecnologie radar militari e consulente di quelle che il Papa ha chiamato le industrie della morte, sono completamente controintuitive, assolutamente impossibili da cogliere senza strumenti specialistici, ma la accidentale caduta della tragica maschera del carnevale della democrazia di Carola Rackete con il suo voto a favore della escalation militare e il suo essere nota figlia di un addetto alla costruzione di quei missili (notorietà venuta a galla solo grazie a un incidente) e soprattutto membro della neo Classe Armata che ha bisogno di caos e guerre per parassitare ricchezza e potere alla società civile dei lavoratori e agli imprenditori,  per un attimo ce le hanno svelate.

Non ci siamo lasciati sfuggire questa ghiottissima occasione di fotografare rapidamente questo raro allineamento di pianeti nefasti.


Distinti saluti e buon fine mondo da guerra termo nucleare.

FINE

Miei precedenti articoli attinenti al tema

Ucraina , il gigantesco conflitto di interesse della geopolitica che lavora per il complesso militare

Tito Boeri vs Forze Armate – prove tecniche di Lotta di Classe.

Russia 24 Febbraio 2024 – Memorie e pensieri di guerra di un italiano a Mosca

Quando l’Ucraina invase l’Iraq – Lettera a Tommaso di Francesco direttore de Il Manifesto

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    David Colantoni

    David Colantoni è poeta, scrittore, saggista pittore e artista visivo. E' autore della rivista Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Moravia, della rivista Fermenti, e altre testate. Ha fondato e diretto il mensile di pensiero e letteratura Lettere dalla Frontiera. Insieme ad Aldo Rosselli, figlio dello storico del risorgimento Nello Rosselli e Nipote di Carlo Rosselli, di cui è stato amico e allievo per quasi 30 anni, ha fondato nel 1999 il quadrimestrale di cultura Inchiostri.  Per il cinema ha sceneggiato "Io, l'altro" 2007 , di Moshen Melliti. distribuito da 20th Century Fox. La sua Ultima esposizione come artista è avvenuta al Moscow Museum of Modern Art a giugno del 2015

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David Colantoni

David Colantoni è poeta, scrittore, saggista pittore e artista visivo. E' autore della rivista Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Moravia, della rivista Fermenti, e altre testate. Ha fondato e diretto il mensile di pensiero e letteratura Lettere dalla Frontiera. Insieme ad Aldo Rosselli, figlio dello storico del risorgimento Nello Rosselli e Nipote di Carlo Rosselli, di cui è stato amico e allievo per quasi 30 anni, ha fondato nel 1999 il quadrimestrale di cultura Inchiostri.  Per il cinema ha sceneggiato "Io, l'altro" 2007 , di Moshen Melliti. distribuito da 20th Century Fox. La sua Ultima esposizione come artista è avvenuta al Moscow Museum of Modern Art a giugno del 2015

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