Gli italiani che hanno preso un volo, interno oppure all’estero, durante le festività hanno avuto un’esperienza in prima persona di come i prezzi siano aumentati. A volte, volati alle stelle, tanto che viaggiare in aereo sta diventando sempre più proibitivo. Già ad inizio dicembre dell’anno scorso, l’Associazione dei consumatori prevedeva che i prezzi dei voli sarebbero aumentati di 12 volte su oltre otto tratte nazionali, incluse le isole. Un biglietto di andata e ritorno sarebbe costato in media 288 euro.
In particolare, tra le tratte più costose, gli esperti di mercato avevano individuato i voli per la Sicilia, la Sardegna e la Calabria. Nelle stime, il prezzo dei voli per Palermo sarebbe aumentato del 758% mentre quello per Cagliari del 527%. Con oltre 10 milioni di italiani in viaggio, il caro-voli di Natale si è fatto sentire per molti e mezzi di trasporto alternativi come il treno stanno sostituendo l’aereo.
Forse proprio per questo, le compagnie aeree low cost che volano in Italia hanno urlato alla crisi. Infatti, è recente l’annuncio di compagnie come Ryanair e Vueling sulla diminuzione delle rotte nazionali nel Bel Paese. I viaggiatori italiani sulle rotte domestiche sono i primi a pagare il prezzo di questa crisi con un calo già annunciato di quasi l’1% sui viaggi nazionali fino al 30 settembre 2024. Si tratta di due milioni di posti in meno rispetto al 2023 e questo taglio coinvolge compagnie come Wizz Air, Vueling, easyJet e Ryanair, con quest’ultimo che ha diminuito il numero dei sedili del 7%.
Le prime rotte ad essere dimezzate sono quelle verso il Sud Italia, in particolare Calabria, Sardegna e Puglia. In totale, secondo le ricerche di associazioni, l’80% dei sedili sono stati rimossi proprio nei voli verso il Mezzogiorno. Il nuovo focus delle compagnie low cost? L’Europa. Il rischio è che sempre più viaggiatori scelgono di fare le vacanze in modo diverso, magari comodamente in crociera, dato che il catalogo di destinazioni è infinito.
Ma la crisi delle compagnie low cost in Italia non è certo una novità. Anzi, i primi cambiamenti sono avvenuti nell’estate del 2023, quando i prezzi sono di nuovo schizzati alle stelle senza supervisione o trasparenza da parte delle aziende stesse. Il Decreto Urso di agosto ha provato a mettere dei paletti al caro voli e per regolamentare il mercato. Le compagnie aeree non sono state entusiaste di questo cambiamento.
“Ogni limitazione di questa libertà avrebbe come conseguenza una riduzione dell’offerta di trasporto aereo e della concorrenza tra compagnie nel mercato italiano,” ha detto un rappresentante di easyJet, “con grave danno per i consumatori, ma anche per il turismo e l’economia del paese.”
Però, è stata Ryanair a guidare la carica contro il decreto italiano e a fare i primi passi verso la riduzione delle tratte domestiche, soprattutto quelle verso la Sardegna e la Sicilia,
“Le compagnie aeree sposteranno la propria capacità dalle rotte nazionali a quelle internazionali, che non sono soggette a limiti tariffari illegali”, ha detto l’Amministratore delegato Michael O’Leary, che ha addirittura definito il decreto “illegale.”
In questa battaglia tra governo e compagnie aeree low cost, a rimetterci sono i consumatori italiani. Ma la buona notizia è che decreti come quello del ministro Adolfo Urso promuovono anche l’innovazione in Italia, dando l’opportunità ad aziende nostrane di combinare tech e strumenti tradizionali come la chiave a torx per creare un tessuto imprenditoriale competitivo, anche all’estero.
[PUBBLIREDAZIONALE]