Devo ammetterlo, facendo una profonda autocritica: su Matteo Saba non ci avevo visto giusto, anzi.
Dopo aver letto oltre 400 storie dove ha raccontato la sua versione per i numerosi comportamenti antisociali che gli vengono contestati e, in particolare, dopo aver visto per ben due volte la sua lunga live-monologo de facto dallo streamer Fabio Zeta, ho capito che questo quasi quarentenne originario della provincia di Torino, è di fatto solo un ragazzo al contempo molto sfortunato e totalmente incapace di trovare i giusti partner in affari.
Sul serio: il percorso sabiano è costellato di truffe e raggiri subiti, di pessimi soci, di clienti poco seri che pagano in ritardo, di avvocati che decedono nel momento clou di un processo arrivato al terzo grado, di imprenditori e consulenti senza scrupoli pronti a spillare soldi al malcapitato ed alle sue aziende (tutte con bilanci non depositati dal 2015 o depositati, ma con fatturati tutt’altro che milionari).
LA SFORTUNA NERA ANCHE QUANDO PROVA A COMPRARE SQUADRE DI CALCIO
E dunque, per amor di verità, bisogna dirlo: Matteo Saba non è carnefice, ma vittima seriale di raggiri e comportamenti scorretti. Non è mai truffatore, ma semmai truffato. In altre occasioni, come detto, solo incredibilmente sfortunato. Fallisce di continuo, da quello che racconta, anche nel tentativo di comprare squadre di calcio. Ad esempio, a fine 2022, diversi comunicati stampa come questo davano praticamente per certa l’acquisizione, insieme a Iago Falque, di una squadra di terza divisione spagnola: il Coruxo Futbol Club.
Sfumato quell’affare, del quale non si è saputo più nulla, Saba però non si perde d’animo e prova ad alzare l’asticella: annuncia un presunto aumento di capitale di ben 100 milioni di euro per la sua “Matteo Saba Holding” e diventa supporter del Cagliari calcio insieme ad altre rinomate attività locali come ditte di ponteggi e scuole paritarie. Al contempo annuncia in pompa magna la volontà di acquistare la Sampdoria.
SFUMA ANCHE LA SAMP, MA CI SAREBBE IL REAL AVERSA
Lo fa con un comunicato per nulla sgrammaticato, che non sembra affatto scritto da un finto laureato che pare non abbia neppure un diploma, ma anzi da un ufficio stampa che solo degli altospendendenti potrebbero permettersi (vedete screenshot sotto).
Purtroppo, però, anche quest’ennesimo “deal” sfuma clamorosamente e lascia il nostro sfortunatissimo eroe a bocca asciutta: la società doriana, infatti, aveva già rifiutato un’offerta identica a quella che Saba aveva in mente di presentare. Niente di fatto, dunque, anche questa volta.
Suggeriamo al tycoon di Chieri, a questo punto, di provare con il Real Aversa, compagine appena acquistata da Emenuele Filiberto di Savoia che pare più vicina alle sue reali possibilità di investimento.
IL CAMION DEL TRASLOCO RUBATO E L’AVVOCATO DECEDUTO
La storia del camion rubato con tutti i documenti contabili al suo interno, con la denuncia per smarrimento che l’avvocato deceduto non ha mai presentato per far scagionare il suo cliente da quella che è poi diventata una condanna in via definitiva, è forse quella più (in)credibile e struggente di tutte. Una sorta di forma d’arte della millanteria, che regala contenuti a metà tra il grottesco ed il circense, con tanto di musichetta di sottofondo e maschera da clown che ci s’immagina comparire sul volto al solito contrito del personaggio. Tanto che, ascoltando la storia, gli occhi vanno involontariamente alla ricerca dell’immancabile fiore che spruzza l’acqua attaccato al taschino della camicia colorata.
Ma no, in effetti è tutto ancora più da avanspettacolo, con il presunto milionario che sbraita, alle 5 del mattino, vestito con giacca e camicia, dalla sua casa di Milano.
Il nostro, infatti, racconta allo streamer Fabio Zeta che si stava trasferendo in Repubblica Ceca, avendo messo tutti i documenti contabili in un tir pronto a partire per il trasloco internazionale e… quel tir è sparito, rubato insieme ai “preziosissimi” documenti contabili, che poi la Guardia di Finanza non ha potuto reperire, denunciando (a torto, sia chiaro) il povero Saba, che ad oggi pare aver perso anche la denuncia per smarrimento che sostiene di aver depositato. Insomma: una sorta di metaverso delle fregnacce, dove orientarsi diventa man mano più difficile.
Per il calimero torinese brutto episodio anche con l’imprenditore Luca Longobardi e la Sfilatino srl, società connessa al “caso Gibba”. Anche lì, Matteo ha subito una fregatura a causa di troppa bontà, fiducia ed ingenuità concessa a loschi figuri senza scrupoli: tanti soldi investiti (non suoi) per pagarsi alberghi di lusso, cene a cinque stelle e supercar lavorando come un mulo per incontrare non ben precisati clienti, i 130.000 euro dei suoi soci di minoranza che lo hanno poi denunciato per truffa (ingiustamente, ovvio) per un brand in franchising che poi è fallito, impedendo al presidente di se stesso di inanellare un altro, svavillante ed invidiabile “successful case”.
“FREGATO” ANCHE DA MARCO MAZZOLI
La lista di fregature e delle sfighe di fantozziana memoria subite da Saba pare essere veramente infinita, degna di una serie tv o un libro. Addirittura, secondo “Sabocci” (è lei?), titolare della “Matteo Saba Holding” e della Five Stars Broker, anche il noto radiospeaker Marco Mazzoli gli avrebbe rifilato diverse fregature, tra cui bonifici ed orologi falsi.
Racconta tutto, senza freni (né prove) sempre nella live con Zeta, da qui.
CLIENTI INDECENTI
Ma le sfighe incredibili del Saba non finiscono ovviamente qui. Anche con i clienti delle sue “consulenze” pare non andarne bene una, purtroppo. Homyatol, il noto youtuber che per diverso tempo lo ha anche ospitato su suoi canali, ha da mesi chiuso tutti i rapporti con lo sfortunato “imprenditore” e lo ha anche preso in giro durante i Boscar di Milano.
Forse pure peggio con l’altro streamer, il Gabbrone: anche lui per mesi lo ha ospitato all’interno delle sue live per permettergli di guadagnare visibilità inveendo contro i guru dubaini. Anche con questo cliente, però, come Saba racconta sempre nella sua live di tre ore da Fabio Zeta, le cose sono andate male: pagamenti in ritardo, sostiene il presunto “advisor”. Parole non mantenute, balle diffuse e persino ingratitudine per un prestito offerto in un momento di grave difficoltà del giovane content creator.
Lo streamer ha una versione opposta: soldi affidati, rendimenti promessi e mai arrivati. Naturalmente mente, anche lui. Noi crediamo a Saba, che non ha mai mentito su nulla (neppure sulla laurea) da quando è passato agli onori della cronaca giudiziaria.
E con l’altro celebre Youtuber “Anima”? Anche in quel caso, l’advisor viene travolto da una serie di sfortunati eventi e clamorosi fraintendimenti, addirittura con il coinvolgimento della mafia russo-cecena (sic!). Anche lì, il generoso ed ingenuo Saba, si infogna in un’operazione che lo vedrà ottenere solo 13.000 euro dei 26.000 promessi dal solito cliente poco corretto, che non mantiene i patti, non paga il dovuto e poi addirittura ha il coraggio di chiedere indietro i soldi. Il tutto nonostante luculliane cene offerte in un ristorante di lusso dubaino.
Insomma: dallo speaker Gibba, passando per praticamente ogni youtuber che ha incontrato, Matteo Saba pare avere da raccontare solo torti e danni subiti: falsi bonifici, estorsioni e minacce dalla mafia. A dispetto delle vili diffamazioni subite, delle condanne di cui “non era edotto”, avendo solo pagato le ammende senza neppure chiedere all’ufficio legale per cosa fossero dovute, il consulente nato a Chieri e che risulta residente in un capanno nelle campagne della Repubblica Ceca (vedi foto sotto), potrebbe dunque essere al massimo un totale inetto nel reperire i clienti ed i soci giusti, abile più che altro a farsi raggirare da influencer, content creator ed imprenditori poco onesti, portando avanti dei “deal” che poi finiscono per non andare in porto.
Il tempo è galantuomo, ripete sovente il nostro “advisor”. E, infatti, siamo sicuri che prima o poi riuscirà ad affinare le sue fin’ora scarsissime doti di selezione, abbandonando anche l’aura fantozziana, reperendo così soci e clienti seri e corretti. Magari proprio in Colombia, dove è stato per due mesi, prima di riprendere il suo tour (tipico dei milionari dediti al duro lavoro) tra citofonate sotto casa dei suoi detrattori, esposti e querele nelle procure di mezza Italia.
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