WikiLeaks :
All’ombra dei clamori della tragica emergenza della guerra in Ucraina, e con cui è intimamente connesso, in questi giorni è accaduto un fatto enorme, eclatante, storico, anzi anti storico. Le cui conseguenze sono semplicemente enormi, e se non parte una potente azione della pubblica opinione mondiale, tale evento allora potrebbe rappresentare uno dei termini, insieme alla agghiacciante parabola della vita di Julian Assange, della conclusione della immensa battaglia fra la civiltà della democrazia, in pericolo di un declino da cui non si risolleverà per molti secoli a venire, e una nuova dimensione delle società occidentali, da cui tutto ciò che è orizzonte dei diritti umani universali evaporerà completamente, come gli antichi oceani sono evaporati dal pianeta Marte, lasciando visibile lo spettrale fondo del dominio della forza bruta che la legge aveva colmato con il regno almeno dell’ideale della giustizia come universo dei diritti umani.
Cosa è successo di cosi enorme dunque?
Ebbene è successo che il gigantesco archivio online di documenti militari politici e diplomatici pubblicato a partire dal 2006 dalla organizzazione fondata da Julian Assange, e che erano tutti consultabili con un efficacissimo motore di ricerca dove bastava immettere un qualsiasi nome per trovare numerosissime voci relative, come sa chi lo consultava, di fatto non esiste più.
È stato “spento” o si è spento, non fa nessuna differenza sostanziale. Ed è stato sostituito con una specie di quinta scenica virtuale che nasconde il nulla, ovvero con una nuova pagina farlocca HTML recante dicitura WikiLeaks , e completamente diversa da come era fino a qualche settimana or sono, su cui praticamente non funziona quasi nulla. Ho tentato, ma senza successo di contattare sui loro profili social il team di Wikileaks, se esiste ancora un qualcosa che si può definire tale in questi giorni, di ora in ora, sempre più liberticidi e oscuri.
Non sappiamo chi abbia fatto questa cosa, ma forse possiamo immaginarlo.
È stato spento proprio nel momento storico che stiamo vivendo in questi giorni, in cui il potere dei militari e la loro indiscutibile metafisica militare, già da anni enorme e spropositato, non più controllato dalla politica civile ma violentemente controllante la stessa, è in uno dei momenti di massima affermazione ed espansione, avviato a una nuova terribile ascensione dalla crisi militare in Ucraina che, se non controllata dalla società civile, tale già debole controllo civile del monopolio della violenza dello Stato, nei paesi occidentali, potrebbe definitivamente seppellirlo.
Wikileakeas dunque, approfittando di tale momento, cosi mi pare, è stato spento proprio durante questi giorni della pericolosissima guerra in corso fra NATO/ Ucraina e Russia.
Me ne sono accorto non grazie alla grande stampa che sembra non essersene minimamente resa conto, ed è ormai completamente schiacciata ai piedi di tale potere militare, pur avendo fatto man bassa in quegli archivi di WikiLeaks per anni, ma me ne sono accorto solo perché ero andato a rivedere uno di questi documenti, che riguarda proprio la guerra in Ucraina, e che a mio avviso è una delle pistole fumanti del delitto occidentale commesso ai danni del destino del popolo ucraino.
Si trattava del Cablo spedito il 1° Febbraio 2008 dall’allora ambasciatore americano a Mosca, e oggi capo della Cia, William Burns, il cablo segreto 08 Moscow 265, e purtroppo devo usare il passato, perché questo documento non esiste più negli archivi di WikiLeaks .
All’inizio, ero sconcertato ma, pensavo, si trattasse della sparizione solo di questo specifico cablo, dovuta al fatto forse, così pensavo, che era diventato un documento troppo caldo, pensavo perché in troppi, cercando di farsi una idea del motore della guerra in corso in Ucraina, dopo che ne aveva parlato Chomsky ad inizio della crisi, avevano iniziato a consultare, scoprendo attraverso la sua lettura che le agenzie che costellano il potere esecutivo americano, CIA, NSA, FBI e ovviamente il Pentagono, epicentro del potere militare, sapevano fin dal 2008 che il tentativo di portare l’Ucraina nella NATO avrebbe spaccato in due la società ucraina e con altissima probabilità innescato una guerra civile, davanti alla quale, scriveva Burns in quel Cablo, la Russia si sarebbe sentita minacciata nella sua sicurezza strategica e avrebbe sentito la necessita di intervenire militarmente, anche se, scriveva Burns nel Cablo, la Russia, valutava egli, non avrebbe mai voluto trovarsi davanti a uno scenario del genere.
Documento cruciale perché dimostrava inequivocabilmente che gli americani già nel 2008 erano posti da tale documento che riportava lo stato delle cose, davanti a un bivio e soprattutto a una scelta politica: scatenare o meno quella guerra civile, sapendo che infine avrebbe trascinato la Russia in guerra.
La storia ci sta ormai gridando che tale guerra civile scelsero di scatenarla scientemente e che per fare questo misero in campo pezzi da 90 come il defunto senatore McCain che nel Dicembre 2013, pochi mesi prima del colpo di stato, apparve a Kiev su un palco organizzato da formazioni neonaziste come Svoboda e Pravisektor, incitando la folla a sovvertire la politica del loro presidente Yanukovich, eletto con elezioni presidenziali nel 2010 certificate come impeccabili dagli osservatori dell’OSCE venute a monitorarle, non perché violasse diritti umani o cose atroci del genere, ma solo perché legittimamente aveva scelto di non firmare il trattato di cooperazione con l’Europa.
Su questo cablo si basa uno dei fondamentali assunti di un libro che ho pubblicato in self publishing il 9 Maggio 2022 da indipendente, dal titolo Ucraina 2022 La minaccia Strategica Perfetta proprio per l’urgenza di immettere nel dibattito pubblico cose che invece vi erano tragicamente assenti, come il fatto che l’Ucraina fu portata a spese dell’America, che ne pagò i costi maggiori, a partecipare all’Occupazione dell’Iraq nel 2003, cosa che fece con uno dei maggiori contingenti alleati, o che l’Ucraina era restata alla dissoluzione dell’URSS in possesso del 30 % del gigantesco complesso militare sovietico, cosa che ha fatto sì che in questi decenni l’Ucraina è divenuta uno dei primi esportatori mondiali di armi, e in particolar modo delle industrie che producevano i vettori balistici intercontinentali della forza di deterrenza nucleare Russa, e che dopo la dissoluzione fra Russia e Ucraina, nel 1997 era stato firmato un importante trattato di cooperazione, che impegnava i due paesi a non mettere in pericolo la reciproca sicurezza strategica, pensato proprio per permettere una separazione assistita di questa strategica interdipendenza dallo stesso complesso militare industriale militare sovietico di Russia e Ucraina, alla cui firma in alternativa, già allora c’era solo la guerra che si sta combattendo oggi.
Libro che ha avuto un grande successo di pubblico facendomi ottenere molte interviste su importantissimi media ovviamente non mainstream come il canale TV di byoblu, Vaso di Pandora, Visione Tv e via dicendo, e viste da diverse centinaia di migliaia di spettatori.
Ma non mi ci è voluto molto per rendermi conto che non si trattava solo di questo specifico documento, ma addirittura dell’intero archivio di WikiLeaks , che ancora a Marzo 2022 era completamente consultabile attraverso i suoi motori di ricerca, con le sue sezioni per anni, continenti, paesi, e quant’altro, e con le sue centinaia di migliaia di documenti pubblicati, pensiamo alle lettere di Hillary Clinton, e ad altre migliaia di documenti di enorme importanza, come i 79.910 report segreti sulla guerra in Afghanistan, gli “Afghan War Logs”, o i 260.000 file segreti della diplomazia USA passati ad Assange da Chelsea Manning, documenti che hanno portato a enormi mutazioni di impostazioni politiche e sociali, avendoci reso possibile capire in concreto come il potere, nelle nostre altisonanti democrazie, fosse stato oggetto, ormai da decenni, di una vasta e temibile deriva antidemocratica, anti umanitaria, anti sociale e illegale, per non dire criminale
Navigavo alla ricerca del sito, incredulo, con la speranza che si trattasse solo di un problema di linea, un problema della mia connessione, con il cuore in gola per l’ansia di quel che mi si stava svelando, tanto che non riuscivo a credere ai miei occhi, e tuttavia WikiLeaks , cosi come lo avevo conosciuto e consultato infinite volte, addentrandomi nei suoi meandri di documenti aperti al pubblico, e donando ogni volta un contributo, rendendomi conto del patrimonio inestimabile che avevo di fronte, quasi fosse una specie di preziosissimo organo immunitario per la generazione di anticorpi alle malattie della democrazia, che permetteva di rendersi conto di meccanismi degenerativi del potere nelle stesse, che altrimenti sarebbero andati avanti silentemente per anni, ammalandole in maniera irreversibile ancor peggio di quanto non sia, ebbene WikiLeaks non esisteva più.
Era come se qualcuno avesse dato fuoco a un palazzo di giustizia con tutti i suoi documenti, le sue inchieste e le sue sentenze, riducendo in cenere le prove di migliaia di delitti e relative sentenze e inchieste, contro la democrazia, cancellando una intera sequenza genetica della storia, sequenza, consistente nei processi e negli atti che da segreti erano divenuti pubblici, e in quanto tali storicizzati.
Ed è anche come se improvvisamente qualcuno distruggesse la tecnologia per fare le tac le risonanze magnetiche e tutte queste analisi che ci permettono di vedere l’invisibile e anticipare l’insorgenza di malattie gravissime. Era così.
Alcuni di questi documenti sono diventati iconici e sono dunque non cancellabili, come il famoso video Collateral Murder, dove si vede un elicottero apache in missione nella guerra già di per se criminale di occupazione dell’Iraq, sterminare un gruppo di giornalisti e poi anche i loro soccorritori, fra cui due bambini, come si trattasse di un video gioco, fra sventagliate di mitragliatrice pesante e le risate dei piloti e dei fucilieri di bordo, documento scioccante con cui il mondo si era ritrovato faccia a faccia con i crimini crudeli di cui le forze armate statunitensi, che fanno guerre in nome della libertà, si sono macchiate nelle cosiddette guerre post 11 settembre.
Ma l’enorme parte sommersa dell’ iceberg dei documenti che erano accessibili online e conosciuti purtroppo solo da chi si occupa come ricerca del potere, è stata inghiottita da questa repentina cancellazione avvenuta in questi giorni recenti, non sappiamo in quali termini, poiché non ne parla ancora nessuno.
Una infinità di libri, articoli, saggi, documentari, conferenze, movimenti civili, e via dicendo, in questi ultimi 2 decenni partono da riflessioni basate proprio su molti di questi documenti.
Ho citato il mio libro sull’Ucraina , nella cui versione e-book il cablo 08 Moscow 265 è linkato, ma per restare in Italia, il libro “Il Potere Segreto”, di Stefania Maurizi, enormemente più importante di me, interamente basato sulla vicenda di Assange, è tutto costruito su una ampia carrellata di una serie di storici documenti pubblicati da WikiLeaks , citati nella bibliografia nella versione cartacea o linkati in quella elettronica e che oggi non sono più consultabili.
Maurizi nelle prime pagine del suo libro, cosi riflette su come i maggiori quotidiani americani nei primi anni del 2000 fossero ormai completamente condizionati dal Pentagono e di come WikiLeaks avesse fatto irruzione in questo scenario di soggezione:
“Da anni il «New York Times» aveva scelto di non usare la parola «tortura» per le atroci tecniche di interrogatorio impiegate nelle prigioni in Iraq, in Afghanistan, a Guantánamo e in vari paesi del mondo in cui la Cia operava nel segreto più assoluto nel nome della lotta al terrorismo: i cosiddetti black sites. Tecniche come il waterboarding, in cui un essere umano viene legato su un tavolo inclinato, gli viene messo un panno sul viso e gli viene gettata acqua sul volto per provocare la sensazione di annegamento. Invece di chiamarle «torture», fino al 2014 il «New York Times» le ha denominate sistematicamente enhanced interrogations, «interrogatori potenziati». Un termine criptico, che non permetteva all’opinione pubblica di percepire la disumanità di operazioni in cui, per esempio, un detenuto viene lasciato morire di freddo, come accaduto a Gul Rahman in Afghanistan. Al «Washington Post» le cose non andavano meglio. Nel 2005 aveva accettato di non pubblicare i nomi dei paesi dell’Est Europa in cui si trovavano le prigioni segrete della Cia: Polonia, Lituania e Romania. Anche in questo caso la richiesta di non fare i nomi era venuta dall’amministrazione Bush e il giornale aveva acconsentito. In un panorama così, un nuovo giornalismo aggressivo e coraggioso, tanto da non farsi intimidire dal Pentagono e da non essere disponibile a pubblicare o nascondere informazioni sulla base delle manipolazioni del governo, era necessario come l’aria. Era questo che prometteva WikiLeaks . E non solo.”-
Questo passaggio di questo straordinario libro scritto da una giornalista e donna di altissimo valore, che da solo salva l’onore della compromessa grande stampa italiana, ci lascia capire l’impatto storico e rivoluzionario che ebbe WikiLeaks sulla scena della pubblica opinione mondiale, opinione pubblica definita dal New York Times in un suo articolo, la seconda superpotenza del pianeta, definizione molto piaciuta a Chomsky che non di rado la richiama nelle sue conferenze o negli articoli.
Dopo aver scoperto per caso che il sito era spento ho immediatamente cercato notizia nel web sulla sparizione di WikiLeaks e ho trovato pochissimi sparuti articoli, meno delle dita di una sola mano, che danno notizia di un malfunzionamento del sito, senza osare minimamente mettere in evidenza o semplicemente capire l’enormità politica di questa sparizione che è andata in onda in un agghiacciante fuori scena di cui ancora nessuno si è avveduto.
Perché questa cosa è una cosa enorme.
Per quanto riguarda il documento che stavo cercando, il Cablo 08 Moscow 265, conservo un video di una diretta che feci sulla mia pagina Facebook il 5 Marzo 2022 per divulgarlo , video ora preziosissimo, perché si vede come era il sito di WikiLeaks e il documento stesso. Se non avessi fatto quel video potrei anche pensare di aver immaginato che tutto non sia stato che uno strano sogno. Ho immediatamente messo sul you tube tale video dove si vede come era WikiLeaks , e il testo del documento.
Da giorni cerco sulla stampa internazionale notizie che lancino il grido di questo delitto che è la scomparsa del sito di Wikeleaks e soprattutto del terribile monito che lancia questo evento, attualmente sconosciuto alla pubblica opinione in quanto tale.
Assange per aver creato WikiLeaks è stato martirizzato e la sua vita è appesa a un filo che potrebbe spezzarsi in qualsiasi momento, né più né meno che come un martire cristiano durante le persecuzioni, Stefania Maurizi nel suo libro focalizza benissimo le ragioni della inaudita violenza della persecuzione che lo ha colpito e scaraventato nell’orrore delle segrete gelide del potere.
Il suo terribile sacrificio era in parte controbilanciato dalla vita della sua creazione con cui aveva rovesciato rendendole pubbliche le occulte interiora degli arcana imperi del potere, a costo della sua passione dolorosa che sta scontando stritolato dagli ingranaggi della potere bellico occidentale, che ormai, se non sarà fermato, si avvia a divenire il padrone politico dell’occidente, lasciando la pubblica opinione scorgervi essere in sempre più massiccia percentuale presente in esso, una violenza e una corruzione morale che la Democrazia non può accettare e non tollera a partire dai suoi principi cardinali.
La mia grave lettura storico politica delle cose che WikiLeaks ci ha permesso di conoscere è che si tratta delle conseguenze della emersione di una nuova classe sociale costituitasi a seguito della professionalizzazione mezzo secolo or sono delle forze armate USA, e poi dai primi anni del XXI secolo fatte salve rarissime eccezioni, di quasi tutte le forze armata Europee, classe che ho chiamato la Classe Armata e su cui ho pubblicato il 14 Ottobre 2022 sempre rigorosamente da Indipendente, uno storico libro dal titolo Lineamenti Generali del Trattato sulla Classe Armata, rifiutato senza discussione, da alcune grandi case editrici quali Feltrinelli e Ponte alle Grazie, con cui registro tale neo Classe Armata alla anagrafe della storia, e che è la summa di un ancora inedito lavoro di circa 3000 pagine su cui ho speso circa dieci anni di enorme lavoro e la cui pubblicazione, sempre rigorosamente da indipendente, in un’opera di diversi volumi inizierà a partire da gennaio 2023
Se la perdita dell’accesso all’archivio di WikiLeaks dovesse divenire definitiva, cosa di cui noi tutti saremmo gli unici responsabili maggiori, ciò rappresenterebbe una perdita devastante, e insieme una gigantesca sconfitta strategica per le democrazie di matrice illuminista cosi come si sono venute costituendo a seguito delle rivoluzioni Francese ed Americana, alla fine di sette secoli di lotte iniziate con l’emancipazione dei comuni italiani nell’XI secolo, e che hanno instaurato quella che immagino come l’ecologia dei diritti umani universali, che sono la posta in gioco in questo confronto fra Borghesia illuminista ( che comprende anche la classe lavoratrice ormai) e questa neo classe che ho chiamato la Classe Armata.
Nei prossimi giorni, svegliandosi dal torpore che da troppo tempo li intorpidisce, per ripristinare WikiLeaks e fare chiarezza su quello che le sta accadendo, spero di vedere scendere in campo su questo gravissimo fatto i grandi giornalisti e le grandi testate giornalistiche che hanno molto onore e reputazione persa in questi ultimi due decenni da recuperare.
Occorre ripristinare WikiLeaks e ancor di più Liberare l’uomo che la ha realizzata, Julian Assange, entrambe le cose sono condizioni necessarie alle nostre libertà fondamentali
Cosa mai troppo tardi da fare , ma che troppo tardi potrebbe divenirlo se non ci si muove.
Bisogna fare presto.
La finestra strategica per ripristinare la civiltà della democrazia di matrice illuminista, con la divisione dei poteri che si controllano reciprocamente, sta per chiudersi definitivamente.
POST SCRIPTUM
Il mio pezzo è sostanzialmente una lettura soprattutto politica di un fatto. Ovvero del quasi totale cessato funzionamento di un archivio di documenti segreti che hanno fatto la storia, la cui pubblicazione è costata al suo editore Assange dieci anni di persecuzioni, l’attuale carcere di massima sicurezza e insieme alla richiesta di estradizione all’Inghilterra dove è detenuto, l’imputazione, da parte degli USA, per reati che possono costargli 175 anni di galera. Tale archivio tecnicamente potrebbe trovarsi in queste condizioni disastrose non per diretta manomissione del potere, e sicuramente è cosi, ma come conseguenza di un lungo “assedio” per fame e feroce persecuzione politica, ovvero per condizioni ambientali completamente ostili, fra cui la cronica mancanza di fondi. Nella sostanza non cambia nulla. Anzi. Poiché tali condizioni sono l’esatta conseguenza dell’assedio. Per letture con descrizioni più tecniche sulla debacle tecnica del sito, che molti ipovedenti politici, e in Italia ce ne sono non pochi, anche dopo aver letto il mio articolo, anzi soprattutto dopo averlo letto crederanno ancora esistere perché “guarda che la pagina c’è e sono rimaste alcune cose consultabili!”, rimando ad alcuni articoli che ho rintracciato cercando di capire se la stampa estera avesse parlato di questa tragica “sparizione”, e che allego qui di seguito, in cui appunto è descritta meglio la vicenda sul lato tecnico, quasi in forma di autopsia.
WikiLeaks finally launched a new submissions portal—it doesn’t work – Daily Dot 20Luglio 2022
WikiLeaks’ Website Is Falling Apart – Gizmodo 22 Novembre 2022
WikiLeaks website is struggling to stay online—as millions of documents disappear – DailY Dot 22 Novembre 2022
Contatti : d.colantoni@young.it
copertina di D.Colantoni
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