Si definisce (e fa definire) in primis un “futurista”, anche se come leggeremo dopo potrebbe addirittura essere un veggente. Ma Federico Pistono, classe 1985, è un uomo molto ambizioso e tra le varie qualifiche ed un cv sul quale Marco Camisani Calzolari aveva sollevato più di qualche dubbio, si leggono anche quella di “Angel Investor” e…”imprenditore esponenziale”.
Con quest’ultima qualifica, Pistono ha addirittura lanciato un corso dal nome eloquente:”Maveriks“. L’idea di fondo è semplice: creare altri come lui, coltivare altri geni capaci di prevedere il futuro e lanciare “business esponenziali”.
Il 34enne, che ha partecipato anche a diversi TedX e come divulgatore in effetti può piacere a più di qualcuno, si è anche guadagnato il ruolo di co-conduttore alla tramissione “Codice – la vita è digitale“, in onda su Rai2.
Sul suo sito personale, Pistono si definisce “Imprenditore, Educatore ed investitore“. In particolare, ci racconta che: “in 10 anni di attività ha fondato 4 startup in USA, Sudamerica e Italia. Oggi è fondatore e CEO di Mavericks, il campo di addestramento per imprenditori esponenziali“.
A parte aver fondato questo campo di addestramento, il futurista è anche:”
“Autore di 3 libri, di cui un best-seller internazionale, pubblicato in 6 lingue. Ha tenuto lezioni in 6 università, tra cui Stanford, Bocconi e Oslo, presentato a 5 TEDx e altri 60 eventi in tutto il mondo“.
Insomma: un ragazzo che di cose ne avrebbe fatte, anche prima di compiere i 30 anni.
IL (PRESUNTO) ENDORSEMENT DI LARRY PAGE
A proposito di best seller internazionali, in un’intervista all’Huffington Post si racconta che a complimentarsi con il giovane per il suo libro sui robot sarebbe stato addirittura Larry Page in persona. Il Co-founder di Google, avrebbe citato entusiasticamente il libro di Pistono in una sua intervista al Financial Times. Intervista linkata nel pezzo dell’Huffington Post a firma di Andrea Stroppa. Peccato che, cliccando su quel link e leggendo l’intervistata citata, non si riscontri alcuna traccia di Pistono e/o del suo libro. Page non lo cita mai, come agevolmente verificabile anche da chi non è particolarmente pratico con l’inglese.
Cercando altre fonti online che possano confermare questo endorsement tanto prestigioso, non si riesce a trovare alcun riscontro. Abbiamo chiesto a Pistono di chiarire anche questo aspetto, ma al momento non è arrivata alcuna risposta in merito.
LE 4 STARTUP FONDATE
Nei video promozionali del “campo d’addestramento per imprenditori esponenziali”, il già citato Maveriks, il futurista cita anche le 4 startup che ha fondato e ricorda quanto gli siano state utili per fallire ed imparare come diventare un bravo imprenditore ed investitore. Ora, se è innegabile che la cultura del fallimento sia la base dalla quale partire se si vogliono raggiungere grandi traguardi, è altrettanto vero che dopo i fallimenti (formativi, benefici ed inevitabili) occorre poter vantare anche qualche successo. Almeno quando si ha la pretesa di insegnare al prossimo (per 1200 euro l’anno) come diventare “imprenditori esponenziali” ed in generale persone di successo.
L’analisi delle 4 Startup di Pistono non porta però alla luce risultati esponenziali. Tutt’altro. Andiamo ad analizzare tutte e 4 le realtà nel dettaglio, partendo dalla prima, Konoz.
Fondata nel 2014 e chiusa nel 2016 dopo 290k di raccolta ed appena due anni di attività. Difficile risalire a bilanci e numeri verificabili, data l’inattività da 4 anni, ma in un suo lunghissimo post di (non) replica il “formatore” ci spiega che in quel periodo ha avuto gravi problemi di salute, che lo hanno letteralmente costretto a letto per lungo tempo. Così, non essendo gli altri due soci in grado di gestire la società o anche solo valutare le proposte di acquisizione che pure pare siano arrivate, si decise di chiudere tutto e “restituire i soldi agli investitori”. Sul numero di utenti attivi ed i volumi d’affari, dovremmo fidarci per lo più di quello che ci riferisce il founder. Idem sui soldi restituiti agli investitori, che come pratica sono un controsenso clamoroso ed un’operazione difficilmente attuabile, per ovvie ragioni.
E le altre tre?
C’è Esplori (fondata nel 2013 e chiusa anch’essa), senza ulteriori dati su fatturati, progetti, raccolte ecc disponibili né diffusi dal founder. Poi c’è Exponential Thinking, fondata nel 2017 ed ancora attiva, un solo membro (Pistono stesso) nel team e zero indicazioni come per Esplori. Nella descrizione di ciò che farebbe si legge “Investing in early-stage startups leveraging disruptive technologies“. Insomma: molto ambiziosa ed altrettanto vaga. Zero sito corporate e/o portfolio investimenti reperibile.
In ultimo Deep Thought, fondata nel 2017 ed ancora attiva (teniamola a mente, perché ricomparirà dopo, connessa ad un’azienda Estone sempre in capo a Pistono).
Anche qui un solo membro nel team e nessun’altra info particolare. Nel suo about un lapidario e sintetico “Disruptive technologies“.
Nota: la startup con il ranking meno basso è proprio Konoz, chiusa però come detto circa 4 anni fa, dopo quasi 300k raccolti ed appena due anni di vita.
Tra l’altro, nessuna di queste aziende, almeno su Crunchbase, ha portali aziendali o connessi ai progetti lanciati raggiungibili. Sono tutti siti che non esistono più.
Fin qui, numeri disponibili alla mano, la carriera da startupper del 34enne potrebbe dunque definirsi (almeno lato business e ritorno per gli investitori), una sorta di fallimento esponenziale. Volevamo chiarimenti da lui, ma ci ha letteralmente risposto che le informazione avremmo dovuto reperircele da soli.
LE AZIENDE ESTONI
Da tempo, poi, Pistono dice di essersi trasferito in Estonia e di aver scelto quel paese per lanciare le sue nuove attività (rivolte comunque anche e probabilmente in buona parte se non esclusivamente ad un target italiano). E quante “aziende esponenziali” ha lanciato da quando è lì? Anche in questo caso, come vedremo analizzando i numeri ed i dati disponibili, la risposta sembrerebbe essere un laconico “neppure una”.
Le 3 aziende connesse al futurista si trovano agevolmente sul registro delle imprese estoni.
Ecco quello che è emerso con una rapida visura a pochi centesimi.
Attenzione: abbiamo chiesto al founder di fornirci i dati, ma si è rifiutato e risentito visto che, citiamo testualmente, queste domande un giornalista dovrebbe “farle in privato”.
Pistono risulta titolare di tre realtà diverse:
Mavericks Network OÜ ; aperta proprio questo dicembre 2020 (email di riferimento connect@exponentialthinking.co). Naturalmente zero bilanci da poter visionare.
Gaia Health OÜ – https://gaiahealth.eu/; aperta nel gennaio 2020 e dunque anche questa senza bilanci e con sito praticamente vuoto.
Exponential Thinking OÜ. Il sito connesso è fede.online, portale in italiano che è praticamente quello personale del founder e con il quale propone anche il corso Maveriks. La società è quella “storica”, aperta dal 2017 e con 151k di fatturato nel 2018. Il bilancio 2019 non lo abbiamo trovato, ma siamo naturalmente disponibili e ben felici di analizzarlo qualora dovesse pervenirci.
Interessante comunque quello che si legge nel dettaglio dei ricavi: “Nel 2018, Exponential Thinking OÜ ha ottenuto ricavi di vendita per un totale di 115.100 euro. Sono stati investiti 53.151 euro e l’utile netto è stato di 72.663 euro. Principali partner di transazione e volumi di transazioni:
• Deep Thought Srl € 69.000
• Hyperloop Transportation Technologies Inc. € 32.900
• Zebra € 13.200
• Federico Pistono € 250
• LHV € 42,56
I ricavi provengono dalla prestazione di servizi di consulenza per 101.900 euro”
Deep Thought srl è connessa sempre a Pistono e prende circa il 70% degli incassi dell’unica azienda estone con un bilancio depositato. Hyperloop ricompare nuovamente, ma questa volta incassa quasi 33.000 invece di pagare Pistono per la consulenza su un progetto mai partito. Da questa analisi, tra l’altro, oltre a non apparire nulla di “esponenziale” nel business model, pare al contrario che questa sia l’ennesima quanto canonica micro-impresa che eroga “consulenze” e vende formazione.
LE NON REPLICHE DI PISTONO
Alle semplici domande del sottoscritto, come detto, il presunto imprenditore esponenziale aveva risposto con stizza in una prima (non) replica incredibilmente lunga ma appunto priva di risposte nel merito. Scomodati dipinti, Socrate e Darwin, con diversi insulti e tentativi di sminuire chi aveva posto dubbi e preteso un po’ di chiarezza. In un primo momento, mostrando di non sapere come lavora un giornalista d’inchiesta, Pistono si è difatti risentito perché tali quesiti gli erano stati posti pubblicamente e non in privato, chiedendogli un ben più gradito confronto preventivo.
La sua stessa community, però, una volta letto il post condiviso sulla sua fanpage, aveva esternato delusione e pretese di chiarimento dall’autore, costretto ad eliminare quasi tutti gli oltre 200 commenti comparsi sotto al post e censurare e bannare anche chi vi sta scrivendo.
INVESTIRE SU GOOGLE, PRIMA DELLA SUA FONDAZIONE
Pochi giorni dopo, è arrivata un’altra lunghissima replica, che ha tentato di evitare offese all’estensore delle domande andando nel merito. Anche qui, tra l’ennesimo richiamo alla Silicon Valley e lo storytelling del piccolo Federico che, nel 1997, a soli 11 già prevedeva il futuro e consigliava ai genitori di investire su Google.
Peccato che Google sia nata ufficialmente solo il 4 settembre del 1998. Il futurista, dunque, si è superato due volte: la prima, addirittura consigliando ai genitori di investire su una società americana non ancora nata (e che si sarebbe quotata solo nel 2004); la seconda, non prevedendo che nel 2020 avrebbe ricordato questo fantomatico evento ed un giornalista lo avrebbe potuto smentire con una rapida ricerca proprio su Google (vedi screen di seguito). Nello stesso articolo, Pistono sbaglia però un’altra data importante, quella del ritorno di Jobs in Apple come CEO ad Interim, avvenuto nel 1997 e non nel 2001.
A parte queste fantastorie che tracimano nell’autentica preveggenza (come avete letto nello screen sopra, Pistono al solito vola basso e con la consueta, disarmante umiltà sostiene di averci visto lungo anche su Apple, Amazon e Tesla), non si è mostrata alcuna prova, testimonianza credibile, dato o numero connesso ai presunti successi imprenditoriali del ragazzo. Tutto il discorso è stato spostato sulle grandiose esperienze fallimentari del giovane, il suo lavoro per qualche tempo in un’azienda che lo aveva scelto proprio grazie alla startup chiusa e, dulcis in fundo, alcune foto che dovrebbero dimostrare le sue strapagate consulenza proprio per Google e Lufthansa.
Insomma: ancora la retorica sull’importanza del fallimento agevolmente condivisile e poi esclusiva sequenza di fallimenti senza alcun accenno o prova di successo.
Su quali basi, dunque, si fondi la pretesa di insegnare come si diventa imprenditori addirittura “esponenziali” resta un mistero ancora da svelare. Con quali risultati, numeri ed esperienze imprenditoriali comprovate e verificabili Pistono venga intervistato e chiamato ad esprimere pareri, anche.
SOLDI FATTI CON LE CRIPTO?
L’impressione è che, da parte di Pistono, ci sia una tendenza generale ad enfatizzare (per usare un eufemismo) esperienze e competenze per creare un “personaggio”, quando non proprio ad inventarle. Il business del 34enne, almeno da ciò che emerge ad una prima analisi, sembra essere incentrato sulla formazione, con numeri anche molto modesti lato fatturati (e quindi) margini.
C’è chi ipotizza che sia stato un pregresso investimento in criptovalute ad aver assicurato lauti guadagni al giovane, essendoci prove di lui che partecipava (negli USA) ad alcune tra le prime conferenza sul tema. A tal riguardo, non ci risulta che Pistono abbia mai accennato a questa ipotesi, negando anzi di aver goduto di ingenti capitali da famiglia, eredità o appunto fortuiti investimenti in criptomoneta.
Resta infatti difficile immaginare come, appena 30enne e con questo cv imprenditoriale” che pare così modesto, Pistono abbia avuto le centinaia di migliaia di euro che cita per suffragare la sua grande esperienza da “angel investor”.
DO THE IMPOSSIBLE E LA TEMPERATURA FAKE
Ma lo startupper per ora di scarso successo ed imprenditore esponenziale non pervenuto, è molto attento anche a propagandare concetti “news age” connessi all’auto-miglioramento ed al superamento dei propri limiti. Notevole è difatti il video “motivazionale” girato a Tallin, in Estonia, dove Pistono corre in mutande e scarpini tecnici verso il mare, tra la neve e (dice) una temperatura di -20 gradi centigradi. E già per questo dato, con una rapida ricerca online, si capisce che anche in questo il “formatore” sembra averla sparata un po’ grossa, indicando una temperatura che a Tallin di fatto non si registra mai.
La media, infatti, parla di minime che non scendono mai sotto i -5.8 °C. Il picco minimo si tocca a febbraio e sfiora i -9 °C, ma parliamo appunto di record su una singola misurazione e non di media stagionale, che non tocca i -6 gradi centigradi. In più, come evidente nel video, durante le riprese nevica e l’acqua del mare è tutt’altro che giacchiata. Come noto, per farsi che si veifichino nevicate, la temperatura deve essere tra +1 e -1° C. Già a 2-3°C, è impossibile vedere fiocchi di neve. Senza considera che, a -20°, l’acqua del mare è naturalmente ghiacciata.
Per carità, di sicuro non si sta caldi all’aperto nei periodi tra Gennaio e Febbraio, ma a maggior ragione risulta superfluo dichiarare una minima impossibile che arriva a -20 °C. Ora, sia chiaro: la differenza che passa tra -1 gradi e -20 è enorme, come quella che passa tra l’avere nel cv solo startup chiuse e micro aziende da meno di 200k di fatturato e l’essere un imprenditore esponenziale.
L’impavido, comunque, nel video che potete vedere sotto fa qualche esercizio di respirazione e riscaldamento e poi…sparisce per qualche secondo facendo intuire che sarebbe entrato in acqua (magari immergendosi completamente e non solo fino alle caviglie, come qualche malpensante ha esternato nei commenti).
La telecamera, infatti, non inquadra l’immersione e resta fissa su una parte dello sfondo, mentre il 34enne si dirige verso il mare per ricomparire poco dopo, con i polpacci visibilmente bagnati, giusto per spegnere la camera e finire il video.
“ITS ALL IN YOUR MIND”, sentenzia perentorio il filmato al minuti 1:28. Magari, solo nella nostra testa, a volte sono anche certe auto-percezioni tipiche del “fake it until you make it”, che tanti danni ha fatto e fa a livello globale. Come quando ci si convince di aver sul serio previsto, a soli 11 anni, che un’azienda non ancora nata si sarebbe poi quotata ed avrebbe avuto certi rendimenti a 10-15 anni. Così tanto da scriverlo sul proprio blog e darlo in pasto al web. “Do the impossibile”, insomma, nel vero senso del termine.
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