Ieri la giornalista Lucia Goracci al Tg1, per significare che la Turchia continuerà la sua invasione militare della Siria, ha detto:
“La Turchia non ha affatto rinunciato alla creazione di una zona di sicurezza“. Sono rimasto non poco perplesso e attonito, e anche frustrato, di fronte a questo eufemismo che stava palesemente usando per non dire che la Turchia non aveva in realtà rinunciato a invadere la Siria. Certamente le due affermazioni producono una ben diversa reazione morale ed emotiva nel pubblico. Creare una zona di sicurezza, in astratto, è un’azione positiva infatti. Invadere è un crimine. Perché Lucia Goracci copriva il crimine della Turchia dietro una definizione non solo neutra ma addirittura positiva? Chi glielo aveva chiesto o imposto, o altrimenti perché le veniva permessa questa mistificazione gravissima?
Questa mattina nuovamente eufemismi e fumi di copertura della nuda realtà dai notiziari, per cui ho deciso di sbobinare il testo della notizia sulla Siria del Giornale RAI Radio 1, che trovate in fondo a questo articolo, dunque di un notiziario prodotto dai nostri soldi del canone Rai prelevato d’ufficio dalle bollette.
Notiziario che dovrebbe darci le notizie di una invasione militare senza dichiarazione di guerra da parte di una nazione di 100 milioni di abitanti, la Turchia governata da Erdogan. Questa, violando la giurisprudenza internazionale, ha invaso con obiettivi di pulizia etnica e conquista un paese sovrano, la Siria, già martoriato da anni di guerra, dove l’Isis tentando di impiantare un califfato da cui seminare morte nel mondo e a due passi dall’Europa, ha incontrato la resistenza dei siriani e soprattutto delle siriane di etnia curda, che li ha sconfitti sul campo, e di cui abbiamo tutti presente specialmente le combattenti, per il motivo straordinario che in una regione del mondo dove le donne sono più che sottomesse; ciò rappresenta un unicum di modello di società democratica, un vero e proprio laboratorio mondiale, quello curdo, che vede la parità di genere come paradigma – due sindaci, un uomo e una donna nella stessa città.
La notizia dovrebbe avere il suo oggetto/soggetto concettuale nell’informarci, innanzitutto, e sempre, di un fatto cruciale a dirimere la comprensione di tutti i fatti che ne conseguono: la Turchia sta invadendo uno Stato e sta uccidendone gli abitanti che si oppongono all’invasione. Cosa vietata dal diritto internazionale.
La stampa, infatti, dovrebbe fornire gli elementi primari per la formazione dell’opinione pubblica necessaria a organizzare la pressione che la sovranità popolare deve esercitare sui suoi organi rappresentativi eletti affinché ne sia indirizzata la decisione politica rispetto al fatto stesso. L’appellativo di quarto potere alla Stampa deriva da questa funzione.
L’invasione turca è uno scandalo che la stampa dei paesi democratici dovrebbe mantenere ben acceso a ogni occasione, dandocene sempre l’informazione a ogni apertura di notiziario sulla questione, essendo ciò sia una violazione del diritto internazionale, sia una gravissima minaccia alla stabilità geopolitica regionale e alla pace mondiale, sia atto di crimine contro l’umanità verso i civili che coinvolge come vittime dell’omicidio; anziani, bambini e donne.
Ben presente la stampa dovrebbe sempre tenere davanti alla pubblica opinione chi è invaso e chi è invasore.
Perché la natura della loro violenza è completamente diversa. Chi è invaso da divisioni di carri armati, bombardato da artiglieria pesante e da aviazione da parte del secondo più potente esercito della NATO, quello turco, si sta difendendo, chi invade invece in sostanza commette un crimine di omicidio di massa volontario, nonché di rapina a mano armata su vasta scala, con il fine di appropriarsi del territorio dell’ altro e/o con lo scopo di cancellare l’altro, come in questo caso con la pulizia o sostituzione etnica dei curdi.
I curdi siriani, che sono i siriani invasi dai Turchi, non sono i terroristi, al contrario sono stati quelli che il terrorismo jihadista lo hanno combattuto con il piede a terra, fino a poco fa alleati fondamentali degli americani, e hanno sconfitto nella loro patria, la Siria, i tagliagole terroristi dell’isis che ora detengono a migliaia nelle loro prigioni e che le milizie di tagliagole turche, mercenarie o meno , ma tutte indistintamente criminali, sguinzagliate a seguito dell’invasione turca e al seguito dell’esercito regolare, ora stanno liberando dalle prigioni facendo risollevare la testa all’ISIS.
Curdi siriani e Turchi sono oggetto della stessa differenza che è esistita fra Polacchi e Tedeschi Nazisti nel 1939 quando la Germania ha invaso la Polonia. Sia chiaro.
La stampa che noi paghiamo con il nostro canone e che deve rispondere alla nostra costituzione e con essa al diritto internazionale, ha il mandato e il dovere di tenere ben presente alla pubblica opinione che gli ha affidato questa funzione, di tenere ben presenti al pubblico ed elettorato e contribuente questi fondamentali snodi concettuali della verità oggettiva dei fatti che è la sostanza politica dell’evento: la Turchia è l’aggressore e l’invasore. La Turchia è l’aggressore, chiaro? E ha invaso una nazione sovrana e ne sta uccidendo la popolazione la quale ha il dovere sacro, come recita per l’Italia stessa l’articolo 52 della Costituzione, di difendere la propria Patria, cosa che sta facendo a prezzo della vita. Questa è la notizia fondamentale che ormai viene omessa da tutta la nostra grande stampa: la Turchia sta invadendo militarmente uno Stato sovrano. Perché viene omessa questa informazione capitale?
Omettere questa notizia, che è la verità di base di questa crisi significa de facto produrre una strisciante propaganda a favore del regime di Erdogan, quello stesso regime che prima di invadere la Siria aveva lanciato le sue atroci purghe staliniane sulla sua stessa magistratura, stampa e scuola gettando nelle carceri migliaia di magistrati, insegnanti e giornalisti. Omettere questa notizia significa privare la politica stessa della lucidità informativa per prendere le sue decisioni che possono rivelarsi anche fatali per la stabilità geopolitica mondiale se sbagliate. Perché lo state facendo amici giornalisti? Cui prodest?
Nel video, a titolo di esempio, della testata Euro News, che segue, la parola invasione è sostituito con “operazioni militari” e “offensiva” le quali di per se si chiamerebbero così anche se fossero legittime producendo perciò questo tipo di informazione depistaggio – infatti una offensiva e una operazione militare sono tali anche se chi le fa è la nazione invasa poiché tali definizioni sono riferite sempre specificatamente al campo di battaglia non al senso politico della guerra, e dunque questa sostituzione semantica è una mistificazione.
Nel testo del notiziario del Giornale Rai di questa mattina che ho sbobinato, che è uguale a tutti i testi di base di tutti i notiziari anche televisivi e anche di altri editori, come per La7, tanto da sembrare un vero e proprio testo calato dall’alto, una velina internazionale, mi sembra che siano completamente traditi i doveri deontologici che la nostra stampa, in questo caso persino finanziata con il nostro gettito fiscale, sarebbe tenuta a osservare scrupolosamente, per non tradire la sua osservanza ai principi democratici, di dire la verità.
In esso , sostanzialmente uguale ai testi da me finora letti e monitorati sulla grande stampa italiana, i curdi sono diventati addirittura niente di meno che “i terroristi che Ankara vuole sbaragliare” mentre il fatto capitale , causa prima di tutto, che la Turchia sia il paese che sta invadendo un’altra nazione è scomparso da giorni ormai dall’orizzonte dell’informazione italiana, soprattutto la maggiore, quella che raggiunge enormi porzioni di pubblico e che è ascoltata e letta come principale fonte di orientamento.
L’invasione è diventata “la zona di sicurezza”. In altri testi, di grossi quotidiani, si usa al suo posto, talora, attacco o offensiva, ma solo la parola invasione esprime il contenuto della violazione illegale e criminale di un ordine internazionale, solo questa parola contiene la necessaria informazione politica di cui la pubblica opinione deve essere fornita per prendere le decisioni politiche sul da farsi. Quando la storia ci racconta l’entrata della Germania nazista in Polonia dice Invasione. Perché questa è l’unica definizione esatta della azione di un paese che viola con la propria forza militare la sovranità e il territorio di un altro paese.
Omettere il fulcro informativo sulla vicenda, essere la Turchia il paese invasore, produce inoltre la suggestione di una simmetria morale totalmente inesistente fra la forza Turca e quella siriano curda, come se invece che invasore Turco e Siriano invaso, fossero semplicemente avversari di una tenzone, e dunque deforma pesantemente la percezione del pubblico della realtà raccontata attraverso queste anamorfosi semantiche.
Forza di invasione turca che dispone di un esercito forte di un milione di soldati e mezzi come i caccia F16 e divisioni di carri armati e i curdo siriani invasi dai Turchi che resistono con le combattenti armate di mitra e che non hanno ne mezzi corazzati, ne aviazione, ne contraerea.
Il fatto di una grave difficoltà nazionale culturale espressa dal dato di un analfabetismo funzionale del 7o % della popolazione italiana aggrava enormemente le responsabilità di queste mistificazioni , di queste trappole e agguati e imboscate semantiche al lettore o al telespettatore, che viene abusato, invece che protetto come dovrebbe fare una stampa democratica e leale, grazie alla sua ridotta capacità cognitiva, abusando del suo handicapp culturale.
Ecco il testo del notiziario GR1 ore 8.07 del 20/10/2019
Speaker di GR1:
La guerra in Siria: la Turchia, che segnala l’uccisione di un proprio soldato, e le forze curde continuano ad accusarsi reciprocamente di violare il cessate il fuoco, mentre sul campo si cessa di soccorrere i feriti- parla l’inviata – la corsa delle ambulanze si ferma davanti all’ospedale di Ras al ayn vicino al confine iracheno ( suoni di ambulanze) sulle barelle ci sono miliziani e civili feriti che è stato possibile finalmente portare in salvo da Ras al ayn, la città sul confine dove la tregua non è mai arrivata “laggiù ci sono le persone sotto le macerie” dice questo volontario della mezzaluna rossa kurda ma non ci hanno permesso di entrare per portare aiuto con Ras al ayn accerchiata, il cessate il fuoco è appeso ad un filo con i Turchi e i curdi che rovesciano gli uni sugli altri la responsabilità di aver rotto la tregua non c’è ancora traccia del ritiro dalla cosiddetta fascia di sicurezza lungo il confine delle unità di protezione del popolo, i terroristi che Ankara vuole sbaragliare “ce ne andremo” dicono fonti curde appena i Turchi avranno rotto l’assedio a Ras al ayn e permesso a combattenti e civili di uscire. Si sente la voce di Erdogan la giornalista –forse– ci traduce quello che starebbe dicendo: se scaduta la 120ima ora della tregua i kurdi non si saranno ritirati – tuona Erdogan fra la folla che lo acclama – schiacceremo le loro teste – da Instanbul Carmela Giglio GR1.
“Schiacceremo le loro teste” la corrispondente Rai conclude il suo pezzo con le parole del capo dello Stato Turco, meravigliosa affermazione di civiltà e macelleria barbarica e criminale, del comandante in capo del secondo esercito della NATO, sua eccellenza Erdogan. Questo essere raccapricciante sta parlando delle teste delle ragazze curde che hanno coperto le spalle all’Europa dalle grinfie degli assassini dell’Isis. Ma per la NATO questa affermazione dovrebbe costituire istigazione alla violenza, ovvero un crimine , perchè la NATO aderisce alla convenzione di Ginevra e non schiaccia la testa nemmeno dei peggiori nemici. E dare questa informazione dovrebbe essere dovere della cronista nel riportare queste parole.
Questa è una vergogna di cui si sta macchiando la stampa di un paese democratico come l’Italia, contro cui sono tristemente impotente ma che mi voglio non di meno prendere la briga di testimoniare e storicizzare. Possibile, mi chiedo incredulo, che nessuno fra i nostri giornalisti e direttori di testate, redattori e caporedattori, provi la cocente vergogna di sdoganare semanticamente giorno dopo giorno inquinando la sfera pubblica le menzogne ideologiche con cui Erdogan vuole giustificare la sua invasione militare che si traduce infine in donne bambini anziani ammazzati da un invasore nella loro stessa patria? Non c’è nessun linguista che insorga contro questo uso politico ideologico della lingua e ne segnali scientificamente il massiccio abuso nella nostra stampa? Ma cosa serve avere centinaia di Università nel paese?
Cari giornalisti, mi appello alle vostre coscienze: tornate alla importantissima e gloriosa missione della stampa come Quarto Potere che è quella di informare meticolosamente sulla realtà non quella di deformare i fatti con uso fazioso o incosciente della lingua, non tradite il vostro mandato di vigilare sulla libertà e sulla democrazia.