PUBBLIREDAZIONALE
Ormai sempre più spesso si sente parlare del nuovo modo (come al solito tutto americano) di fare ufficio. Avete iniziato dunque ad interessarvi al coworking e sinceramente vi piace l’idea di sfruttare le enormi potenzialità di questo mercato immobiliare. Siete sicuri di sapere tutto, ma proprio tutto, del coworking e di come fare ad aprire un vostro centro?
Il nuovo modo di fare ufficio
Casa? Troppo isolato. Bar, ristoranti, parchi etc.? Troppa confusione. Un ufficio privato? Troppe spese.
Ultimamente, complice un po’ la crisi del mercato del lavoro (meno retribuito e più instabile), un po’ la voglia di libertà della professione in proprio (non ci sono padroni, ma solo clienti a cui rendere conto), un po’ le infinite potenzialità legate allo sviluppo informatico, fatto sta che il mercato dei freelance o dei liberi professionisti acquisisce sempre più importanza ogni anno che passa. Ovviamente, però, salvando le differenze proprie di ciascun mestiere, è chiaro che esistono alcune necessità comuni di fondo, specialmente legate alla ricerca del miglior luogo di lavoro:
- limitare le uscite economiche: il freelance non può contare su un fisso mensile, per cui deve pensare bene ad ogni spesa che fa;
- limitare le distrazioni: se è vero che in molti casi basta un dispositivo informatico e una connessione internet per lavorare da qualsiasi luogo si voglia, è altrettanto vero che, soprattutto per i creativi, un posto troppo confusionario rischia di essere controproducente e di far perdere molto facilmente la concentrazione;
- limitare l’isolamento: lavorare da casa sicuramente aiuta ad abbattere i costi legati sia al trasporto (che sia automobile o mezzi pubblici) che alla vera e propria vita fuori dalle mura domestiche, ma purtroppo pochissime diventano le possibilità di interazione con altre persone, causando, di fatto, un vero e proprio isolamento del lavoratore;
- trovare un posto abbastanza professionale e riservato per incontri di lavoro: invitare clienti importanti a casa, mentre i bambini giocano nell’altra stanza, può essere tanto controproducente quanto parlare di lavoro al bar o in spiaggia.
Ecco allora che il coworking vuole essere un nuovo modo di fare ufficio: il professionista ha a disposizione uno spazio (spesso durante tutto l’arco delle ventiquattro ore, sette giorni la settimana) in condivisione con altre figure professionali solo per il tempo strettamente utile alla sua attività, ovviamente ad un costo molto inferiore rispetto all’affitto di locali tradizionali.
Il coworking come idea imprenditoriale
Perché non sfruttare questo mercato in costante espansione e farne la vostra attività primaria? Vi ispira l’idea di gestire un vostro spazio di coworking a Milano, Roma o in qualsiasi altra città, ma non sapete se conviene e da dove iniziare? Non è così difficile, non preoccupatevi, però se siete persone poco pazienti o dal poco spirito organizzativo vi conviene rinunciare (o fare di tutto per aumentare queste skills)!
Bando alle ciance, il concetto fondamentale su cui dovete fondare il vostro coworking è la praticità: meno il professionista deve pensare alla strumentazione accessoria, ovvero più il pacchetto che offrite sarà completo, più il cliente sarà fidelizzato. Ecco cosa non deve mai mancare nel vostro spazio (non importa se piccolo o grande): una connessione internet molto veloce; computer, stampanti e in generale apparecchi elettronici perfettamente aggiornati e funzionanti; telefoni fissi; articoli di cancelleria; numerose prese per la corrente e per caricare telefoni, tablet, et.; luci ad hoc per lavorare.
Ricordatevi una cosa: l’idea di coworking è nata per permettere a professionisti che lavorano da soli di creare una serie di relazioni professionali e personali con altre persone, pur mantenendo la loro individuale attività. Di conseguenza, se è importante far trovare la giusta attrezzatura lavorativa a disposizione, altrettanto importante è creare un contesto comune che possa favorire l’incontro e la crescita professionale. Sale riunioni, mense, librerie con volumi pensati per interessare il vostro target, ma anche servizi di consulenza (avvocato, commercialista, consulente del lavoro etc.) possono rivelarsi dei servizi in più sicuramente molto graditi dalla vostra clientela.
Tutto splendido, ma quanto mi costa? Se volete organizzare bene la questione dovrete mettere in conto (tra arredi, strumentazione elettronica, pubblicità e adempimenti burocratici) un importo variabile tra i venti e i trentamila euro circa. Questo almeno se decidete di aprire un vostro centro, senza aggregarvi ad alcun brand del settore (formula definita coworking nativo). Ovviamente, nel caso in cui vogliate appoggiarvi ad un franchising (come nel caso del coworking importato) bisognerà capire quale sia l’offerta/proposta del singolo marchio.
Per concludere, qualche domanda: avete mai avuto modo di provare uno spazio di coworking? Che ve ne pare?
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