Negli ultimi tempi è aumentato sempre di più il numero dei giovani consumatori di alcool. L’Istituto Superiore di Sanità riferisce dati a dir poco preoccupanti: in Italia, l’età media del primo bicchiere si aggira intorno ai 12 anni. Spesso i ragazzi bevono fuori pasto e si affidano ai superalcolici per far colpo sulle persone, per essere accettati, per sentirsi parte di un gruppo.
Ci siamo confrontati con il team medico del Centro San Nicola che da sempre è impegnato contro le dipendenze, con lo scopo di avere consigli utili per i genitori. Ecco i loro suggerimenti.
Il consumo di alcool tra i giovani: i consigli dei professionisti
Una regola molto importante consiste nell’informare i figli sui pericoli che derivano dall’alcool, insegnando loro la differenza che intercorre tra l’uso e l’abuso di certe sostanze. Il campanello d’allarme scatta nel momento in cui si perde il controllo, si notano alterazioni sensoriali e si agisce in modo diverso dal solito. Non bisogna aspettare che un figlio cresca per educarlo: anzi, è meglio evitare di attendere l’adolescenza, perché questo è il periodo di maggiore ribellione nei confronti dei genitori. Un ragazzo va istruito sin dalla tenera età, così che determinati valori possano radicarsi nella sua mente da subito. Bisogna, inoltre, dimostrare che è facile divertirsi e stare bene con gli amici anche senza alcool, dando il buon esempio in casa. Un consumo moderato di bevande alcoliche a pranzo e a cena può andar bene, ma sempre senza esagerare. I genitori sono il primo modello di comportamento per i figli, ed è probabile che un giovane tenda a bere molto se il padre, la madre o entrambi lo fanno. I ragazzi, in aggiunta, vanno “provocati”, spinti a enfatizzare il proprio spirito critico di fronte a pubblicità o film in cui si incoraggia il consumo di alcool. Un punto cardine su cui fare sempre leva è la dipendenza da alcool vera e propria: è essenziale che i giovani conoscano la peggiore conseguenza del bere. I genitori devono tenere sempre sotto controllo i figli, naturalmente senza opprimerli ma facendo in modo di non perderli mai di vista.
Una considerazione importante: la reazione all’alcool dipende anche dal sesso e dalla fascia d’età. Le femmine risentono degli effetti negativi più dei maschi, senza contare tutti quei problemi che possono nascere dalla perdita di controllo, come le gravidanze indesiderate. Più vulnerabili, inoltre, sono i ragazzi con meno di 15 anni, facili bersagli a causa dell’inesperienza.
Cosa spinge gli adolescenti a consumare alcool?
Presso il Centro San Nicola ci siamo trovati spesso ad aiutare i giovani a smettere di bere. Il processo non è semplice, poiché il consumo di bevande alcoliche e la conseguente dipendenza derivano da vari fattori, anche di carattere sociale. Molti ragazzini iniziano quasi per gioco, per risultare più simpatici, per sentirsi grandi. Durante le feste o le serate in discoteca, l’obiettivo di molti è proprio ubriacarsi. Ovviamente la disinformazione svolge in questo caso un ruolo fondamentale, al quale contribuiscono, purtroppo, le strategie pubblicitarie dei brand che producono alcool. In molti spot si vedono persone felici, allegre, popolari, sempre con il sorriso sulle labbra e il bicchiere in mano. Spesso il bere viene collegato al successo nella società, al divertimento, al raggiungimento di un’elevata autostima. Ed ecco che i più giovani cadono nella trappola e, di nascosto dai genitori, cominciano a bere. Secondo un’indagine Doxa, negli ultimi anni il numero dei maschi di più di 13 anni che consumano superalcolici è aumentato dal 14,6% al 20%, quello delle femmine dal 6,1% all’8,6%. Queste percentuali sono preoccupanti e sembrano in costante crescita. Per non parlare di quelle pratiche assurde come l’eyeballing: ci si versa alcool nell’occhio, con la convinzione che in questo modo ci si ubriachi più rapidamente. È necessario invertire questa tendenza e il ruolo dei genitori sarà molto importante in tal senso, attraverso strumenti come la comunicazione, l’ascolto e il dialogo.
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