Guardare un film non è quasi mai da ascrivere unicamente all’esigenza di distrazione. Il cinema è simbolo, il cinema è catarsi: si guarda un film per accrescere il proprio bagaglio conoscitivo, per scoprirci dei significati sempre nuovi, per un momento di condivisione.
E se la fruizione di un film rientrasse in un più ampio progetto socio-integrativo e addirittura riabilitativo? Curioso scoprire come in realtà il percorso psicoanalitico e quello cinematografico si siano sviluppati in qualche modo parallelamente.
Correva l’anno 1892 e Freud si addentrava nei misteriosi territori della Psiche.
Solo qualche anno dopo i pionieri della cinematografia facevano le loro prime sperimentazioni. Nonostante il mancato assenso del padre della Psicoanalisi alla creazione di una sinergia tra cinema e terapia psicologica, col passare del tempo si sono sempre di più intrecciati fino ad arrivare agli anni ’50. Furono pubblicati i primi lavori in cui si descriveva come si potessero utilizzare certi film in una psicoterapia di gruppo con pazienti psichiatrici ed oggi se ne continuano a scoprire applicazioni sempre diverse.
Tutti conoscono l’effetto catartico del cinema che, in virtù dell’appagamento psichico che genera, rappresenta spesso un modo per evadere dalla realtà quotidiana. Analizzato sotto quest’ottica, un film può migliorare in qualche misura la qualità della vita del singolo ed in casi specifici trasformarsi in un vero e proprio metodo di cura.
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LA MOVIE THERAPY
Nella movie therapy (nota anche con il nome di “cinematerapia” o “Hollywood therapy“) sono previste sedute dove il terapeuta invita i pazienti a discutere dei loro film preferiti per proseguire poi con l’analisi di tutto ciò che la pellicola trasmette loro. In altri casi invece, la visione dei film viene prescritta come cura mirata al superamento di una specifica situazione psicologica: osservare i propri drammi dall’esterno aiuta a sdrammatizzarli.
In Gran Bretagna, nel 1996, si è assistito ad un’evoluzione dell’entertainment terapeutico: Stephen Moore, amministratore delegato di MediCinema UK, pensò bene di far approdare il cinema direttamente negli ospedali. Da allora, la preparazione costantemente aggiornata degli addetti e programmi di terapia sempre più approfonditi hanno fatto sì che sempre più ospedali sposassero questo progetto.
Sulla scia della fruttuosa esperienza inglese, MediCinema Italia promuove e rafforza il concetto di Terapia del Sollievo, laddove questa va a coinvolgere direttamente non solo i pazienti ma anche i loro familiari. Anche l’Italia dunque ha aperto i battenti al cinema in corsia.
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QUALCHE ESEMPIO ITALIANO
Al Niguarda di Milano il 30 giugno 2015 è stato inaugurato il Centro Polifunzionale Spazio Vita Niguarda. All’interno del centro si trova una piccola sala cinematografica che consente ai pazienti di partecipare al programma di terapia di sollievo con la magia del cinema. L’attività MediCinema prevede un programma di appuntamenti di proiezioni cinematografiche, selezionate in collaborazione con l’apparato medico, per garantire ai pazienti coinvolti un supporto appositamente studiato.
Il 9 giugno 2016 è stata invece inaugurata al Fatebenefratelli di Milano, la prima sala streaming: questo nuovo modello in “real time” permette di monitorare costantemente i benefici del supporto psicologico anche durante la terapia.
Risale invece al mese scorso l’inizio del progetto “Giovani & Cinema” sui temi del disagio giovanile con il primo gruppo di adolescenti, a cui si aggiungeranno altre successive edizioni fino a novembre a Milano e nell’hinterland, prevedendo il coinvolgimento complessivo di più di 80 giovani. MediCinema ed i partner si impegnano a dare continuità alla prima edizione di “Giovani & Cinema” con ulteriori sviluppi nel 2019 e nel 2020.
Tutti possono sostenere MediCinema Italia attraverso le attività di volontariato, le donazioni e la divulgazione delle caratteristiche del progetto.
Qui di seguito il Cortometraggio “L’eroe” di Andrea De Sica per MediCinema Italia.
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