[citazione cit=”La felicità è tale solo se condivisa” fonte=”Alexander Supertramp”]
E quanto è più bello se si sa che dall’altra parte c’è una persona bisognosa o che vive anche solo un momento di indigenza? Devono averlo saputo bene gli avventori più generosi della città di Napoli, quando nel lontano Ottocento, dopo aver gustato il caffè, ne pagavano all’esercente un altro da destinare a qualsiasi povero lo avesse richiesto. L’abitudine col passare del tempo cadde in disuso, per poi ritornare in auge durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’idea tutta partenopea ha riscosso un così grande successo che nel 2011 è stata fondata la “Rete del caffè sospeso” che ha coinvolto tutta Italia, da Trieste a Lampedusa. Qui trovate i 119 bar/locali che hanno fino ad ora aderito e vi sorprenderete nello scoprire che ad essi vanno aggiunti altre 5 caffetterie in Spagna, Svezia, Belgio e addirittura in Brasile e Sud Africa! Inoltre la data del 10 dicembre è stata ufficialmente riconosciuta come “Giornata ufficiale del caffè sospeso“.
[coupon id=”21138″]
Come spesso accade per le iniziative virtuose, una ne può innescare un’altra, dando vita ad un’altra occasione per coinvolgere chi versa in difficoltà, spesso così gravi da non consentire di ottemperare nemmeno alle più strette necessità. Così, sull’onda lunga del caffè sospeso che vede nuove adesioni tutti i giorni, qualcuno ha pensato di utilizzare la stessa formula per il pane, l’alimento più consumato dagli italiani, ma tristemente anche quello più sprecato. Questo non succede solo tra le quattro mura casalinghe ma anche e soprattutto nei panifici e nei piccoli e grandi market.
In Italia si producono quotidianamente 72mila quintali di pane (fonte: ASSIPAN, Associazione italiana panificatori), e se ne buttano via, sempre ogni giorno, 13mila, per un totale di 43 milioni di euro sprecati annualmente. Numeri impressionanti che raccontano tanto di meccaniche poco comprensibili e scarsamente attente ai reali bisogni della popolazione, complici anche ossessione del pane sempre fresco e la moltiplicazione delle tipologie. Inoltre, con il pane invenduto di solo 10 panettieri si potrebbero ottenere circa 90 kg di pane, per soddisfare le necessità di ben 600 persone (fonte: ADOC, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori).
Stanchi di assistere a questo scempio, molti panettieri hanno pensato di apportare il loro contributo regalando il pane avanzato a fine giornata. Solitamente viene posizionato all’ingresso un cesto pieno di pane, e poi apposto un cartello in vetrina che invita chi non può permettersi di acquistare il pane a servirsene senza problemi. La scelta di porre al di fuori dell’esercizio il cesto non è casuale. Chi è dotato di un po’ di sensibilità capisce bene quanto possa essere spesso mortificante per persone che conservano intatta tutta la propria dignità essere “costrette” a far ricorso a questi espedienti. E così nessun imbarazzo!
[newsletter]
Intanto aumentano giorno dopo giorno, da Nord a Sud, i cartelli “Prendine se ne hai bisogno” che ci parlano di crisi, in primis per tutti i cittadini che non hanno un lavoro o che l’hanno perso. Una situazione ormai abbondantemente nota che apre ad una nuova e necessaria consapevolezza: essere solidali e farsi promotori di iniziative del genere è il modo più immediato per Fare, e fare bene e del bene.