Condom Snorting Challenge. Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di questa pericolosa “moda” che si era diffusa una decina di anni fa (tornando tristemente alla ribalta nel 2013), complice il meccanismo virale di YouTube e il fattore emulazione, un imbattibile evergreen. New York Post, USA Today, Washington Post e molti altri: tanti sono i giornalisti che si stanno concentrando sull’argomento.
DI COSA SI TRATTA: RISCHI E CONSEGUENZE
Aspirare con una narice un profilattico, progressivamente, fino a farlo uscire dalla gola: da lì poi tirarlo fuori dalla bocca.
Prima perplessi, poi spaventati, poi fieri di aver portato a termine il “giochino”. Qualcuno tossisce, qualcun altro ha gli occhi arrossati e lacrimanti, qualcun altro ancora comincia a respirare affannosamente. Così appaiono nei video i ragazzi, in larga parte americani, che si sfidano in quello che poi tanto giochino non è, visto che potrebbe diventare causa di morte. Se qualcosa va storto (letteralmente), il condom può andare infatti ad ostruire la trachea: così, si muore soffocati. Anche le vie respiratorie si prestano a compromissione, come ricorda una certa letteratura scientifica del 2004 dove viene riportato il caso di una donna alla quale era collassato un polmone. In una delle ipotesi più rosee, le mucose interne del naso subiscono danni. Infine, le sostanze presenti nel preservativo potrebbero risultare tossiche, generando forti allergie o infezioni.
[un video del 2013]
UNA BREVE PARENTESI
Ho sempre visto la “sfida” in un’accezione positiva, nella misura in cui però la cosa non va a comportare una sterile competizione, ma un sano tentativo di alzare, anche di poco, l’asticella dei propri limiti. Questo non equivale a dare man forte a comportamenti incoscienti o autolesivi. Significa anzi guardare le proprie paure sotto un’altra prospettiva, allo scopo di saperle gestire, il tutto in un’ottica di saper vivere, e saper vivere bene. Se solo poi si pensa alle sfide in ambito scientifico, si apre tutto un altro mondo, fatto di competenza, tenacia, genio.
Oggi il concetto di sfida richiama, nella maggior parte dei casi, tutt’altro. C’è sempre qualcuno che ostenta, provoca, costringe un altro a misurarsi su terreni fortemente minati. La Condom Snorting Challenge ne è un esempio lampante.
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CHI SONO I COLPEVOLI?
E ora viene naturale chiedersi chi si vuole chiamare in causa o contro chi bisogna puntare il dito. I genitori assenti? La scuola che non collabora nella sensibilizzazione a certe tematiche? I media troppo invasivi e, per contro, poco attenti alla modalità di veicolazione di certe informazioni? La risposta non è semplice né unica. Come succede per tutti i fenomeni di questo genere, le cause sono multifattoriali e plurideterminate, ma tutte da vedere alla luce di un dato importante, spesso sottovalutato. I comportamenti autolesivi stanno crescendo, soprattutto tra gli adolescenti. Mode simili sono facilmente ascrivibili a quelli che gli psicologi chiamano “self-harming” (autodanneggiamento), comportamento che comprende tutte quelle condotte a rischio che hanno indirettamente effetti dannosi sulla salute.
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IL DISAGIO ESISTENZIALE E L’INFLUENZA DEI MEDIA: UNA COMBO LETALE
Allora nel caso di queste Challenge c’è la precisa volontà di arrecarsi danno, rischiando addirittura di morire? La cosa non è sempre così estrema, ma una cosa è certa. Di base esiste un malessere, corredato con tutta probabilità anche da solitudine, senso di colpa, sensazione di vuoto ed impotenza. Il sollievo, solo temporaneo e pronto a virare in tempi brevi verso altri lidi di gratificazione, arriva quindi quando viene offerta la possibilità di omologarsi. Lanciandosi in sfide improbabili, l’adolescente si sente uguale agli altri, vincente e invincibile, questo perché col tempo si è andata a creare una comunità nella comunità – e ne nascono ogni giorno delle nuove – dove nessuno viene giudicato strano o disturbato, proprio perché tutti ne condividono le leggi. Una zona franca virtuale, ma straordinariamente reale e pericolosissima.
C’è da aggiungere poi che “sul web si intensifica l’impatto che gli altri hanno sulla nostra autostima e, al contempo, per molti ragazzi questi strumenti rappresentano l’unico specchio nel quale riflettersi. […] Il rischio è che, non avendo gli adolescenti ancora maturato una sufficiente capacità di giudizio critico con cui valutare i contenuti, la loro psiche venga influenzata e che vengano condizionati anche le loro azioni e pensieri“. (Manca, 2017)
Rischio che si tramuta, mese dopo mese, nell’ennesimo nuovo fenomeno destinato a diffondersi a macchia d’olio. Intanto, il prezzo della sfida cresce a ritmo esponenziale, proprio come i Like e Followers tanto agognati, tristi quanto folli motori della deriva di tanti giovani.
N.B. Ad onor di cronaca, va sottolineato che la maggior parte dei video della Condom Challenge sono datati 2013. Sta di fatto che l’attenzione mediatica è tornata a catalizzarsi sul fenomeno. Ho ritenuto dunque opportuno contribuire a sensibilizzare sulla tematica, anche solo per offrire una panoramica esauriente a genitori, insegnanti, educatori, utenti interessati che potrebbero trarne spunti di riflessione a più ampio raggio.
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