E se gli antibiotici non fossero più efficienti in caso di infezioni? Uno scenario improbabile? Il contrario, a leggere gli ultimi dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), emersi grazie al GLASS, che parlano di una preoccupante antibiotico-resistenza, nello specifico di mezzo milione di casi d’infezioni antibiotico-resistenti in tutto il mondo.
COS’È IL GLASS?
GLASS, acronimo di Global Antimicrobial Surveillance System, è il nuovo sistema globale di sorveglianza antimicrobica dell’Oms: 52 i Paesi sottoposti a monitoraggio, di cui 7 a basso reddito, 20 a medio reddito e 25 ad alto reddito. Il primo fatto importante da non trascurare è che le stime sono inferiori ai dati reali, visto che su 52 solo 22 Paesi hanno fornito informazioni sul grado di resistenza agli antibiotici.
Inoltre nei casi non rientrano quelli di tubercolosi multiresistente, visto che esiste dal 1994 un Osservatorio specifico globale ad essa legata (490mila persone infette solo nel 2016). Il Glass si propone come obiettivo primario e imprescindibile quello di fornire un panorama esaustivo sullo sviluppo e l’evoluzione della resistenza antimicrobica: è necessario a tal fine strutturare una linea comune e definitiva delle modalità in cui i Paesi raccolgono i dati.
Da Paese a Paese le percentuali presentano rilevanti differenze, soprattutto per la sospetta infezione del flusso sanguigno, dove passiamo da 0/100 a 82/100 batteri resistenti ad almeno uno degli antibiotici solitamente usati. Altro caso emblematico è offerto dalla Penicillina, antibiotico per antonomasia usato per curare la polmonite e i cui batteri resistenti variano da 0 al 51%.
QUALI SONO I BATTERI MAGGIORMENTE RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI?
L’Escherichia coli, la Klebsiella pneumoniae, lo Stafilococco aureo, lo Pneumococco e la Salmonella sono i batteri che più oppongono resistenza al trattamento antibiotico. Nel caso di E. Coli che va ad infettare l’apparato urinario, i batteri resistenti alla ciprofloxacina, l’antibiotico usato di solito per curare tale infezione, si assestano tra l’8% e il 65%.
IN ITALIA
In Italia le ospedalizzazioni per infezioni antibiotico-resistenti sono 78.570; parliamo dunque del 36% delle infezioni ospedalizzate e del 2,3% delle ospedalizzazioni totali, per un costo di circa 320 milioni di euro. Nel nostro Paese, relativamente alle specie batteriche monitorate, si riscontra una resistenza agli antibiotici tra le più elevate in Europa. Siamo inoltre tra i maggiori consumatori di antibiotici (giornalmente 28 dosi ogni 1.000 abitanti). Ecco il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie da Cpe (Rapporto Istisan 17/18 “Sorveglianza nazionale delle batteriemie da enterobatteri produttori di carbapenemasi. Rapporto 2013-2016”).
Guido Rasi, direttore esecutivo dell’Agenzia europea dei farmaci (Ema), in occasione della “Settimana mondiale della consapevolezza antibiotica” del 18 novembre 2017, ha voluto sottolineare che l’antibiotico-resistenza apre scenari allarmanti. La situazione è delicata a tal punto che, se non verranno elaborate con urgenza politiche di ricerca e di investimento per nuovi farmaci efficienti, economici e soprattutto accessibili a tutti, sarà arduo affrontare quella che già si presenta come una delle più grandi minacce alla salute pubblica globale. Una minaccia che potrebbe vedere entro il 2050 una crescita esponenziale di decessi (addirittura uno ogni 3 secondi) per infezioni batteriche.
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UNA BUONA NOTIZIA
Una risposta positiva potrebbe arrivare da un antibiotico speciale che sarebbe però stato trascurato da ben 40 anni.
Uno studio del team dell’IMB (Institute for Molecular Bioscience dell’Università del Queensland) pubblicata sulla rivista Chell Chemical Biology, rivela che un particolare tipo di molecole scoperte alla fine degli anni ’70, le ottapeptine, sono capaci di combattere il fenomeno della resistenza agli antibiotici. Nello specifico sarebbero in grado di uccidere i batteri Gram-negativi, tra i patogeni più difficili da debellare in quanto dotati di una membrana extra da oltrepassare. Pur essendo la sperimentazione in fase iniziale, i ricercatori intravedono un’ottima possibilità di realizzazione di una nuova classe di antibiotici, in grado di far fronte ad infezioni sempre più pericolose.
DIECI COSE DA SAPERE PER UN USO CONSAPEVOLE DEGLI ANTIBIOTICI (fonte: SIP – Società Italiana Pediatria)
1. Gli antibiotici sono utili solo per curare le infezioni batteriche.
2. Usa gli antibiotici solo quando servono.
3. Assumere un antibiotico, se non serve, non aiuta a far passare prima la febbre.
4. Prima di far assumere un antibiotico a tuo figlio, parlane con il pediatra. No al fai da te.
5. Il bambino non è un piccolo adulto: la dose di antibiotico va decisa dal pediatra.
6. L’antibiotico va somministrato alla dose giusta: dare più antibiotico non serve a guarire prima.
7. Previeni le infezioni con alcune semplici regole: lavati le mani, copri naso e bocca quando tossisci o starnutisci.
8. Esegui le vaccinazioni consigliate: la vaccinazione è l’unico strumento efficace per prevenire numerose malattie.
9. I batteri possono sviluppare resistenza agli antibiotici. Anche per questo non abusiamone!
10. Trattare una infezione antibiotico-resistente è più difficile. Può richiedere più tempo, più farmaci e talvolta un ricovero protratto in ospedale.
Per ulteriori approfondimenti, potete visitare il sito della G.I.S.A. (Gruppo Italiano Stewardship Antimicrobica): www.antimicrobialstewardship.net