Il 18 gennaio 2018 è stato pubblicato su Scientific American un articolo, che ha suscitato non poco clamore, dal titolo “Scientists move closer to a universal flu vaccine“. Immaginate cosa significherebbe un unico vaccino in grado di fronteggiare contemporaneamente diversi ceppi virali?
È quello che afferma un gruppo di scienziati statunitensi e cinesi, guidato da alcuni ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA).
Il vaccino universale contro l’influenza garantirebbe la protezione dalle influenze stagionali andando ad agire direttamente sul sistema immunitario, potenziandone la capacità di contrastare più ceppi virali. I test su topi e furetti promettono bene e questo apre una speranza più che concreta anche per gli esseri umani.
I PUNTI DA CHIARIRE
Come è facilmente intuibile dai condizionali usati, ci sono diversi punti da chiarire. Evitiamo di gridare preventivamente a quella che sembra essere la scoperta del secolo, alla luce soprattutto dei dati sulle conseguenze generate dall’influenza. Si pensi che solo negli USA le vittime annuali sono decine di migliaia; a queste vanno aggiunte le centinaia di migliaia di ricoveri in ospedale. Le statistiche italiane parlano invece di 802mila persone colpite nell’arco di una sola settimana (inizio gennaio 2018, ndr), per un totale di circa 3 milioni e 900mila casi stimati dalle autorità sanitarie da settembre ad oggi. Trovate qui il report a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di Sanità.
Sul sito del Ministero della Salute potete leggere invece le FAQ su influenza e vaccinazione antinfluenzale.
Ogni anno i vaccini stagionali subiscono delle piccole modifiche, questo perché i ceppi virali di ogni stagione influenzale presentano tra loro delle sostanziali differenze. Il virus subisce infatti dei rapidi e continui mutamenti al fine di adattarsi all’ambiente. Il vaccino universale contro l’influenza avrebbe però una caratteristica che lo distingue da tutti i vaccini antinfluenzali attuali. Esso alimenta anche una forte reazione dei globuli bianchi chiamati cellule T: mentre gli anticorpi sono indirizzati verso un ceppo specifico, le cellule T si agganciano a qualsiasi intruso che somigli al virus dell’influenza.
Se il virus riesce a bypassare la prima linea di difesa, le cellule T intervengono a fare da barriera. Queste cellule, vere e proprie guardiane del sistema respiratorio, si formano nella cavità nasale, ma solo a seguito di una prima influenza. Impediscono così a un successivo virus influenzale di infettare il naso, di confluire nei polmoni e infettare i polmoni. Diversamente da quelle che si trovano in questi ultimi, le Trm (cellule T residenti della memoria) del naso sopravvivono a lungo e in quantità inalterata: sono dunque il target ideale per un “vaccino universale”.
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LA PRECISAZIONE DELL’UCLA SU SCIENCE
Lo stesso team dell’UCLA ha tenuto a precisare su SCIENCE che ha riscontrato una protezione incrociata in una piccola serie di ceppi influenzali (sottotipi H1N1 e H3N2). Ciò non equivale automaticamente a confermarne la validità per tutte le forme di influenza. Gli studiosi dovranno verificare se l’attivazione di una solida risposta immunitaria al virus possa scatenare conseguenze deleterie per il corpo umano. La forte reattività del sistema immunitario, ad esempio, può distruggere il tessuto polmonare, rivelandosi a volte addirittura mortale, nel caso ci sia infezione da H5N1, un tipo di influenza aviaria.
ANCHE IN GRAN BRETAGNA CI SI LAVORA SU
La Vaccitech, startup fondata nel 2016 e con sede presso l’Istituto Jenner dell’Università di Oxford, sta attuando una personale sperimentazione con lo stesso scopo: creare un vaccino contro l’influenza universale. A dirigere i lavori i professori Adrian Hill e Sarah Gilbert, i cui studi si concentrano da sempre sulle malattie infettive e sulle reazioni dell’organismo alle vaccinazioni.
Il composto è nella fase 2b della sperimentazione (la prima volta per un vaccino universale), quella in cui i test forniscono indicazioni sull’efficacia. 862 le persone a cui verrà somministrato.
Fondamentali per il proseguimento della ricerca i finanziamenti. In soli due anni la Vaccitech ha raccolto più di 20 milioni di sterline, fondi dove spicca il nome di Google, nella fattispecie di GV di Alphabet Inc.
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