TRAGEDIA RIGOPIANO: PARTIAMO DA UNA PREMESSA
E cioè che lo Stato italiano spende, da lungo tempo ormai, oltre un miliardo di euro ogni anno in missioni militari estere, mentre una turbina che avrebbe potuto salvare la vita ai clienti dell’Hotel Rigopiano, era rotta e ferma per la mancanza di venticinquemila euro; nonostante il centro Italia fosse in stato di emergenza terremoti da mesi e si sapesse che l’inverno avrebbe presentato scenari come quelli che si sono puntualmente verificati.
Ecco: teniamo bene a mente queste due cifre 1.000.000.000 di euro per le missioni militari SI e 25.000 euro per i mezzi di soccorso civili NO. Questo è un dato di fatto inespugnabile. Quei 25 mila euro che la Provincia o la Regione o il Comune non hanno avuto per riparare una turbina e quel miliardo di euro che invece c’è sempre per essere protagonisti militari nel mondo della “guerra mondiale combattuta a pezzi“, come così l’ha definita Papa Francesco.
Secondo l’osservatorio sulle spese militari italiane Mil€x -attualmente non consultabile a causa di un pesante attacco informatico anonimo- nel 2017, l’Italia, come riporta questo articolo de La Repubblica, dispone 64 milioni di euro al giorno di media per le spese militari. Attenzione, ripetiamo il concetto: 64 milioni di euro al giorno per un totale di 23 Miliardi di euro annui di spese militari.
Non dimentichiamo mai questo dato, perché è il dato strutturale di tutti i soccorsi mancati a causa mezzi rotti, o fermi per manutenzione o che i territori semplicemente non hanno, ed è anche il dato strutturale di un territorio nazionale che vede i terremotati di 20 anni fa ancora nei container, mentre i nuovi terremoti giorno dopo giorno stanno sgretolando il nostro patrimonio edilizio, storico, artistico e architettonico, nostra unica vera grande risorsa che attrae il turismo, patrimonio quello artistico e urbanistico che, come qualcuno lo ha definito, è “il nostro vero petrolio“. Dunque: un miliardo di euro per le missioni militari SI, e si trova in ogni caso, e venticinquemila euro per i mezzi di manutenzione del territorio ed i soccorsi NO. Canticchiatevelo perché è il nostro inno nazionale.
Innanzi tutto, guardiamo molto bene questo video che segue: si tratta del grande elicottero CH 47, dotato di sci al posto delle ruote, che elitrasporta in alta montagna invernale un cingolato bruco per la neve. Il video, molto impressionante, è in full HD. Questo elicottero, come anche il cingolato stesso, è in dotazione anche alle nostre Forze Armate. Elicottero, il CH 47, usato ad esempio in supporto dal 4° reggimento alpini paracadutisti; un reggimento che sappiamo bene essere addestratissimo per operare in ambienti polari estremi di alta montagna, ambienti dove, come tutti sanno, ci sono anche le tempeste di neve.
A RIGOPIANO POTEVANO ATTERRARE ELICOTTERI PESANTI COME IL CH 47? DOVE SI TROVA RIGOPIANO?
18 gennaio 2017 ore 17 circa:”Mandate un elicottero! Presto presto!! Mandate un elicottero! Ci sono i bambini sepolti sotto la valanga!” un uomo avvisa il 112 che l’albergo è “andato giù“
“Possibile che non ci sia un elicottero militare per andare a prendere 30 persone?” il padre di una delle vittime morte
l’Hotel Rigopiano sorgeva su un altopiano a forma di triangolo ottuso, con il lato maggiore sul vuoto, a 1200 metri sul livello del Mare che si apre ai piedi del versante sudorientale del gruppo del monte Camicia. Su questo altopiano, proprio alle falde della montagna, nell’angolo incuneato tra le pareti del massiccio, sorgeva l’albergo. Davanti a esso si estende una ampia vista aerea, perché l’altopiano affaccia su un panorama collinare digradante dai 400-500 metri fino quota zero sul mare, distante circa 40 chilometri .
Per arrivare a Rigopiano da Pescara si devono percorre 62 chilometri di strada (ovviamente la distanza in linea d’aria è molto più breve, tra i 40 e i 50 chilometri).
Un elicottero per raggiungere l’altopiano di Rigopiano non deve quindi sorvolare precedentemente impervi paesaggi montuosi, addentrandosi tra gole profonde, ma vi approda, seguendo in volo la parte valleggiante sulle colline, come a una piattaforma ideale per atterraggio e decollo.
L’altopiano, come mostra l’immagine satellitare, davanti alle rovine dell’albergo presenta una vasta radura di almeno 1000 metri quadrati senza alberi che un elicottero proveniente da una rotta sorvolante farindola (530 m slm) si troverebbe davanti, appena svalicato, a una distanza di 50 -60 metri, proprio di fronte alle rovine dell’Hotel crollato.
Altre radure, più ampie, quindi adatte anche per l’atterraggio e il decollo di elicotteri pesanti, si trovano a una maggiore distanza, a Nord, dietro l’albergo, altre a Est; di lato a esso, abbastanza ampie e egualmente senza alberi.
Luoghi come minimo favorevoli per sbarco di squadre o imbarco di persone da evacuare, o per l’appoggio di mezzi cingolati, dato che la radure indicate non presentano alberi e che i pali della luce (del tipo in legno e non in acciaio dell’alta tensione) passano sufficientemente lontani da lasciare ampio spazio utile per la manovra. Inoltre il loro tracciato è perfettamente visibile anche con Google Earth, cioè con il satellite, e immaginiamo, forse sbagliando chissà, che i militari dispongano di mappe satellitari, soprattutto del territorio della loro nazione, ad altissima definizione, che gli permettano di conoscere la conformazione del terreno a prescindere se sia coperta dalla neve o meno. Mappe certamente superiori alla già ottima definizione di Google Earth.
Per farci un’idea accurata degli spazi disponibili possiamo vedere la foto al lato (se leggete da uno smartphone la troverete sopra però): qui, prendendo a riferimento la circonferenza A in rosso, disegnata intorno all’Albergo, capiamo che essa non può avere superficie minore di almeno 2000 metri quadrati, poiché il solo albergo, le due ali dell’edificio e il piazzale, non può avere una superficie inferiore di 400 metri quadrati. Ora, essendo la circonferenza B in rosso dentro quella C, in giallo, uguale ad A, e quella bianca D al suo interno uguale alla superficie dell’hotel, ci rendiamo conto che essa circoscrive una ampia radura, senza pali di alta tensione né alberi, abbastanza lontana dal fianco della montagna, idonea quindi anche ad atterraggio di elicotteri pesanti come un CH47 , il quale ha una superficie rotori di 260 metri quadrati; o per l’elicottero medio pesante HH 101 A, o il medio HN 90, tutti rigorosamente Tattical Transport Helicopter, dunque adibiti a evacuazione medica e a soccorso o trasporto e sbarco di squadre. Nel caso del CH 47, anche a trasporto di mezzi pesanti come cingolati o scavatrici sospese e sganciabili sul terreno, direttamente dal gancio baricentrico. CH 47 ricordiamo può montare 4 sci ai carrelli, è dotato di portellone posteriore, e capace di carico fino a 55 soldati di truppa, mentre l’ HH101A Caesar, elicottero multiruolo medio pesante, ha 20 posti o 12 barelle,
Dunque, da un punto di vista strettamente orografico, l’altopiano di Rigopiano si presenta come un’ottima piattaforma per atterraggio e decollo di elicotteri anche pesanti.
ELICOTTERI MILITARI CHE VOLANO IN QUALSIASI CONDIZIONE DI TEMPO: VERO O FALSO?
A seguito della mia PRIMA INCHIESTA “Rigopiano: sepolti vivi, ma l’elicottero militare HH101A resta a terra” che ha suscitato un acceso dibattito sui social, con migliaia di condivisioni, alcune persone hanno osservato, anche in maniera molto aggressiva – pensando equivocamente che io stessi polemicamente attaccando l’esercito, che invece ammiro incondizionatamente- che nelle condizioni meteorologiche di quel giorno, con forti nevicate, nessun elicottero potesse volare: ebbene vogliamo anche noi domandarci se gli elicotteri militari possano volare o meno in qualsiasi condizione meteorologica, ma soprattutto ci teniamo a dire che non siamo noi ad affermare questa cosa sulla base di nostre convinzioni e super competenze specifiche. No, semplicemente non abbiamo fatto altro che fidarci di quanto afferma sulle capacità operative del HH 101 A Caesar, niente di meno che il Capo di Stato Maggiore della Aviazione, in questa intervista, che ho pubblicato sul primo articolo stesso, o di quello che dicono i piloti militari degli NH 90, come più in basso potrete ascoltare e leggere con i vostri orecchie e occhi. Cose scritte nero su bianco anche sul sito ufficiale della Marina/Difesa dove viene presentato NH 90.
“IN QUALSIASI CONDIZIONE METEOROLOGICA”
PAROLA DI MILITARI
E dunque leggiamo sul sito della Marina Militare, questa pagina che presenta al cittadino italiano le straordinarie doti del nuovo elicottero NH 90, per un costo al contribuente di 16 milioni di euro ad esemplare. Ecco il testo dove si afferma che questo mezzo può volare in qualsiasi condizione meteo: “Elicottero medio sviluppato per assolvere principalmente, in qualsiasi condizione meteorologica, le missioni antinave ed antisommergibile; essa è inoltre idonea a svolgere operazioni di ricerca e soccorso (SAR), di trasporto logistico (14 soldati equipaggiati, carichi appesi, ecc.). Le sue caratteristiche lo rendono impiegabile da bordo di unità navali tipo fregata in condizioni di mare particolarmente sfavorevole. La possibilità di ripiegare sia le pale del rotore principale, che la coda dell’elicottero, ne rende praticabile il ricovero in hangar di dimensioni limitate“.
Ed ecco qui sotto un video ufficiale che ci illustra cosa è l’NH 90, ricordando al lettore che esiste versione terrestre in dotazione all’esercito con le stesse caratteristiche.
“CONDIZIONI METEROLOGICHE ESTREME”
Nel video che segue, il Tenente di Vascello Max Barovina Grandi, pilota di NH 90 sulla portaerei Cavour, nell’illustrarci il suo mezzo ci dice che è il più avanzato di cui una marina oggi possa dotarsi, essendo il primo elicottero in nostra dotazione completamente fly by wire, che significa che i suoi comandi sono interfacciati con la macchina in modo non idraulico e meccanico ma completamente elettronico, quindi non trasmettono alle mani e alle braccia del pilota nessuna sollecitazione di sforzo meccanica di risposta dall’ambiente, cosa questa che, come dice il tenente di Vascello al minuto 2.21 “permette di inoltrarci in condizioni meteorologiche estreme”, ecco la sua intervista.
IL 3° REGGIMENTO ELICOTTERI PER OPERAZIONI SPECIALI “ALDEBARAN” R.E.O.S
Con questi mezzi “ogni-tempo” che le nostre Forze Armate hanno a disposizione, ci viene da pensare che nelle condizioni sicuramente non agevoli che si erano presentate a Rigopiano, poteva essere richiesto, ad esempio, l’intervento dei Piloti 3º Reggimento elicotteri per operazioni speciali “Aldebaran” R.E.O.S, inquadrato nella brigata Aviazione dell’esercito e di stanza a Viterbo dotato di propri CH 47 F di ultima generazione, completamente digitali con dotazioni di bordo e di volo speciali per le esigenze delle operazioni speciali.
Reggimento di super professionisti del volo in condizioni estreme, che con questi poderosi mezzi, che il contribuente italiano mette a disposizione con il sudore della sua fronte, sono in grado di performance operative ai limiti del possibile: capacità di cui ogni cittadino, a titolo di esempio, potrà sincerarsi direttamente a questa pagina del sito della difesa , dove sono ricordate le trascorse esercitazioni Eupia 2013, “dove gli elicotteri di questo reggimento speciale hanno operato in piena notte sul mare per le operazione di ricerca e recupero sono stati impiegati gli elicotteri dell’aviazione dell’Esercito AB 412, AB 212 e CH47, che hanno sorvolato il mare di giorno e di notte, grazie agli apparati di visione notturna” e di cui possiamo vedere una immagine qui accanto (A questo link un lungo servizio di Difesa Online sul reggimento)
SE NON FOSSE VERO QUANTO SCRITTO E AFFERMATO SU QUESTI MEZZI COSA DOVREMMO PENSARE?
A fronte di queste pubbliche dichiarazioni che spaziano dal “qualsiasi condizione meteorologica” (sitoMarina Difesa) al “possiamo spingerci in condizioni meteorologiche estreme” ( pilota portaerei Cavour) a “un mezzo che può andare dove gli altri non possono andare e prenderli in qualsiasi parte del mondo” (Capo di Stato Maggiore Aeronautica) da parte di alti ufficiali e di siti delle Forze Armate e della Marina Militare, questi elicotteri, per quanto ci riguarda, possono appunto volare in qualsiasi condizione meteorologica, anche estrema. Queste parole lapidarie non escludono nulla. Qualsiasi significa tutto, è la totalità delle condizioni e non prevede eccezioni. Estremo significa nel dizionario “che rappresenta il massimo grado di qualcosa”, non una via di mezzo.
Se fosse dimostrato il contrario, ovvero che una forte nevicata tiene a terra questi mezzi, allora saremmo stati ingannati da una istituzione dello Stato quali le Forze Armate e ciò coinvolgerebbe direttamente in causa il Ministero della Difesa che ne dovrebbe politicamente e forse anche giudiziariamente rispondere. Ci teniamo a riflettere che essendoci un nesso economico tra qualità del mezzo e denaro pubblico investito per metterlo in dotazione alle nostre Forze Armate, la descrizione pubblica delle qualità operative dei mezzi non può essere ingannevole o sarebbe una vera e propria truffa di Stato ai danni dei contribuenti. Questi mezzi dichiarati mezzi ogni-tempo tali devono essere e tali per noi sono.
O le Forze Armate non dicono la verità sulle capacità operative dei mezzi o questi mezzi capaci di operare non sono stati impiegati omettendo il soccorso per lunghe 9 ore di tempo, soccorso ed evacuazione che avrebbe salvato 30 vite umane. O una o l’altra cosa, non ci sono alternative. Nel primo caso sarebbe una inaccettabile truffa di Stato, nel secondo caso ci troveremmo di fronte ad una tragica strage di Stato colposa. Ai cittadini e ai magistrati le sentenze, politica la prima, giudiziaria la seconda.
GLI ELICOTTERI MILITARI “OGNI TEMPO” ANDAVANO UTILIZZATI PRIMA DELLA VALANGA PER SALVARE TUTTI
Vista la situazione a Rigopiano delle 30 persone ostaggio della neve e nel pieno di una sequenza sismica con scosse oltre il 5° grado e la conseguente minaccia valanga, vista la posizione della struttura sotto a un vertiginoso canalone -già segnalato in mappa valanghe-, lo scandalo per il mancato intervento dei super elicotteri militari, da parte di chiunque abbia in buona fede creduto alle parole dei massimi vertici delle Forze Armate, è uno scandalo assolutamente legittimo e in quanto tale noi lo esprimiamo.
Legittimo dunque, da parte della Stampa, il cui compito è porre delle questioni in vista di miglioramenti sociali e politici futuri, pensare che dalle 7 del mattino, cosa questa ormai di pubblico dominio, orario in cui le autorità già sapevano della situazione di Rigopiano non raggiungibile via terra, poiché avvisate già dalla notte dagli addetti alla viabilità, alle ore 16 e 30, orario approssimativo della valanga , uno spazio di tempo di 9 ore a disposizione, una finestra operativa per andare ad evacuare quelle persone con gli elicotteri-ogni-tempo delle Forze Armate, volendo assolutamente farlo si sarebbe certamente potuta trovare. Il fatto, credo, è che nessuno abbia mai realmente chiesto,ufficialmente e per iscritto, l’intervento di questi super elicotteri militari, altrimenti crediamo che le richieste sarebbero a questo punto già di pubblico dominio, con tanto di firme che si assumano la responsabilità delle cose dichiarate.
Dire “gli elicotteri non potevano volare”, chiunque sia a dirlo, e come timidamente si trova scritto su qualche quotidiano, come pure ha detto anche Gentiloni, dando per scontato che sia una cosa autoevidente, senza produrre documenti delle richieste di operatività di questi mezzi , nero su bianco con allegate le eventuali risposte di impossibilità a procedere motivate tecnicamente, vale molto meno delle deduzioni logiche con cui si può dimostrare il contrario. in ogni caso invitiamo a visionare cosa fa questo Ch 47 e in che condizioni di tempo in questo video dello Stato Maggiore Difesa
E a fronte delle dichiarazioni ufficiali delle capacità da parte delle Forze Armate di operare con i mezzi in qualsiasi condizioni meteorologica, ripetiamo questo concetto, ma è una cosa cruciale in questa vicenda, crediamo sia legittimo chiedere fino allo stremo da parte della società civile, dei cittadini, della stampa, e soprattutto crediamo che lo dovrebbe fare la magistratura, la ragione del loro mancato utilizzo. Che per noi equivale ad una Omissione di Soccorso da parte dello Stato e da cui è discesa la conseguenza della strage, conseguenza non di una valanga annunciata ma di una evacuazione mancata.
LE FERRARI NEGLI ELICOTTERI MILITARI E I CITTADINI SOTTO LE VALANGHE. CONCLUSIONI.
Il Prefetto di una città, come quello di Pescara a cui è pervenuta la richiesta di aiuto da parte del dirigente dell’hotel Rigopiano, è lo Stato. Non è un semplice funzionario qualsiasi , ma un rappresentante assoluto dello Stato. In ogni regione esso svolge le funzioni di rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie. I prefetti sono nominati con decreto del presidente della Repubblica Italiana, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno, nei limiti delle disponibilità di organico.
Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Interni.
I Prefetti sono indicati nominati ed investiti di potere da queste cariche di vertice dello Stato. E dunque dei Prefetti lo Stato, nel suo Governo in carica, ne risponde istituzionalmente e politicamente davanti al Paese. Cosi come Il prefetto risponde della sua struttura e dei suoi funzionari. Lo Stato senza Responsabilità è dittatura. La democrazia insieme ai doveri e ai diritti politici dei cittadini è innanzi tutto la responsabilità delle istituzioni di fronte alle proprie azioni.
La risposta dello Stato alla richiesta di aiuto del responsabile dell’Hotel Rigopiano, è una risposta che ha mostrato uno Stato assente oltre che sprezzante, perché l’incredulità, inammissibile risposta , di fronte a una drammatica richiesta di aiuto, come risposta di un alto funzionario della prefettura a un cittadino disperato, deve essere piuttosto letta come disprezzo verso la vita altrui e verso le proprie altissime responsabilità.
Non ci sono ragioni che possano giustificare l’atteggiamento di un funzionario prefettizio che ostenta incredulità ad una richiesta del genere come quella per la valanga di Rigopiano, e se è vero che le responsabilità sono personali, è vero che quell’atteggiamento, gravissimo, che ha contribuito alla mancanza di una azione dello Stato capace di salvare quelle persone, denuncia un sistema che evidentemente manda persone inappropriate ad affrontare situazioni di responsabilità di ordine prefettizio e che dovrebbero gestire crisi che si sono presentate, oltretutto, in una situazione di emergenza sismica pregressa, già in corso da mesi, quindi con una macchina della gestione dello stato di emergenza già con il motore acceso e caldo.
La regione Abruzzo, insieme alle altre regioni centrali, è in stato di emergenza da mesi, visti i terremoti che hanno martoriato questi territori. Questo vuol dire che i Centri Coordinamento Soccorso non sono stati tirati giù dal letto dalle scosse sismiche e dalle nevicate del 18 Gennaio, pesantissima aggravante, questo fatto, alla mancata risposta dello Stato.
“Una nevicata senza precedenti” ha chiosato il ministro Gentiloni , Ministro Gentiloni le ricordiamo solo di passaggio alcune celebri nevicate : 1956 in abruzzo 2 metri; 1961, 340 cm di neve; 1977-78: 200 cm di Neve; 1985 72 ore ininterrotte di neve; 2012 circa 100 centimetri nella Marsica, etc. Non si direbbe proprio, Ministro Gentiloni, una nevicata “senza precedenti”.
Allora illustre Primo ministro Gentiloni tutto ciò ci dice solo questo: che la risposta dello Stato che lei oggi governa, alla richiesta di aiuto da Rigopiano, è stata la risposta di uno Stato assente, e soprattutto incapace di salvare 30 vite umane bloccate in un albergo, minacciate da uno sciame sismico in atto che si sapeva poter innescare una valanga, cosa di cui i geologi avevano ampiamente avvertito in precedenza le istituzioni: c’è stato a disposizione dello Stato un infinito arco di tempo di 9 ore utili, dalle sette del mattino alle 16,30/17,00, ora in cui la valanga ha travolto l’Hotel. Per Salvare tutti. 9 ore di tempo. Lei sa bene, Onorevole Gentiloni, che proteggere la vita dei cittadini è il senso più profondo dell’esistenza di uno Stato al posto dello stato di natura.
Senza parlare dei soccorsi post valanga che, come dimostrano le foto aeree del 19 mattina qui sotto, mostrandoci essersi aperta una finestra meteorologica senza precipitazioni in cui ben due elicotteri stanno facendo riprese, potevano essere elitrasportati dai CH 47 insieme a mezzi pesanti per la rimozione macerie e unità mediche da campo.
Quelle persone, oggi morte, a fronte di tutte le informazioni che c’erano e dei mezzi pubblicamente descritti come operativi in ogni tempo, in dotazione ad una Forza Armata che è tra le prime nel mondo per tecnologia e spese militari, 12° ima per la precisione, a fronte di una macchina dei soccorsi che avrebbe dovuto essere al massimo regime perché avviata da mesi, dovevano essere evacuate e salvate, con gli elicotteri che le Forze Armate dicono poter volare in condizioni meteo estreme, insieme ad una una operazione congiunta del 4° reggimento ranger alpini paracadutisti super addestrato per operare in climi polari e ostili ; un reggimento Ministro non è una dozzina di militari a scavare con le pale a Rigopiano a valanga caduta.
E se c’era la guerra il 18 Gennaio? E se c’era un gruppo di terroristi armati e ostili allo Stato, li dentro a Rigopiano, Con ostaggi a lanciare proclami o con una qualche arma batteriologica che minacciavano di far esplodere ? Restavano indisturbati dalle 7 del mattino alle 12 del del giorno dopo –tanto è il tempo che che lo stato ha impiegato a raggiungere nel 2017 Rigopiano bloccato da una classica nevicata straordinaria appenninica– perchè nevicava abbondantemente? Chi mi risponde Lei Onorevole Gentiloni o il Ministro Pinotti o chi? Oltre 24 ore, un giorno di buio istituzionale, un piccolo ma gravissimo “8 settembre” in cui lo Stato non è riuscito a far intervenire –veramente a causa neve ci domandiamo?– una forza armata che possiede anche una forza di proiezione rapida capace di andare a guerreggiare in tutto il mondo in poche ore. Tutto al modico prezzo di 30 morti, prego si accomodino signori.
Ricordiamo cosa scriveva la Repubblica il 22 gennaio “Gli uffici preposti a coordinare gli interventi per far fronte alla nevicata e alla mancanza di elettricità erano consapevoli già alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, una decina di ore prima della valanga, che la situazione del Rigopiano era estremamente difficile” o il Fatto quotidiano “E dire che la provincia di Pescara era stata informata già alle ore 7 del 18 gennaio del fatto che per raggiungere l’hotel Rigopiano fosse necessaria una turbina. “A Rigopiano non si va”, viene riferito da un dirigente nella Sala Operativa. Gli spazzaneve erano al lavoro dalle 3 di notte e si erano dovuti fermare ad un bivio che porta all’hotel” dunque, dal momento che i primi mezzi sono arrivati a Rigopiano alla informazione che la strada per Rigopiano era bloccata sono passate oltre 24 ore.
A proposito di Forze Armate vorrei dire che sui social gestiti da Ministero della Difesa, da Stato Maggiore Difesa, e da Roberta Pinotti Ministro della difesa c’ è una ridondanza di esposizione di quanto facciano le Forze Armate nel paese nella attuale situazione emergenziale, foto di soldati che aiutano vecchine, o che portano bambini in braccio è quanto altro: ora tralasciando il grandissimo affetto che la nazione prova per i suoi ragazzi e ragazze in divisa, andiamo alla questione come questione istituzionale : non dico che si dovrebbe arrivare al sant’agostiniano “Fai il bene e non lo dire” ma sarebbe veramente auspicabile un profilo molto più consono ad una istituzione che non sta facendo favori a nessuno, ma, retribuita dal paese, fa’semplicemente il proprio dovere. Bisogna ricordare che le Forze Armate esistono grazie allo sforzo economico dei cittadini, che con parte di ciò che guadagnano con il loro lavoro comprano dai lacci delle scarpe dell’ultimo soldato al più avanzato sistema d’arma e pagano gli stipendi tanto al Ministro della Difesa quanto a Tutto lo Stato Maggiore.
Va ricordato che il dovere di servire il paese – nelle calamità e negli stati di emergenza- oltre che per la difesa militare, era espletato in tutta umiltà, pensiamo alla inondazione di Firenze del 66, anche quando l’esercito era ancora un esercito di leva, e migliaia di cittadini, come il sottoscritto, vi hanno servito gratuitamente e con fedeltà il paese: oggi che si viene pagati per fare il soldato, ci sembra che le istituzioni dovrebbero lasciare ancora di più alla spontaneità dei cittadini il fatto di ringraziare, invece di suscitare, quasi di chiedere quei ringraziamenti con la pubblicazione enfatica di fotografie che immortalano le forze armate nell’atto di adempiere ai propri doveri istituzionali. E’ come se sul sito del Ministero della Sanità pubblicassero le foto degli infermieri che lavano gli anziani, o dei chirurghi che operano a cuore aperto, scrivendo il Ministero della Sanità aiuta gli italiani. Anche i postini potrebbero pretendere di essere ringraziati perché ci portano le lettere, e noi vogliamo farlo, grazie postini.
A tal proposito, per il cittadino che voglia comprendere come è strutturata anche giuridicamente la macchina delle emergenze nazionali, quali istituzioni, ad esempio, siano tenute al soccorso immediato delle vite umane, consigliamo sicuramente la lettura integrale ed attenta della Direttiva del Consiglio dei Ministri 3 Dicembre 2008 direttamente qui dal sito della protezione civile direttiva che per quanto riguarda le disposizioni alle Forze Armate al punto 3.3 recita così:
“Forze armate
azioni immediate:
a) fornisce dettagliate informazioni riguardo le conseguenze determinate dall’evento al fine di definire una prima stima della perdita di vite umane, del numero di feriti, della popolazione che necessita di assistenza e dell’accessibilità dell’area colpita dall’evento;
b) a seguito di una qualificata richiesta di Sistema, fornisce gli elementi informativi riguardo le risorse umane, logistiche e tecnologiche presenti ed impiegabili nell’immediatezza sul territorio colpito dall’evento, con particolare riguardo a quelle destinate alle attività SaR, e sull’agibilità delle infrastrutture aeroportuali;
c) propone l’eventuale impiego di risorse aggiuntive, individuandone provenienza, caratteristiche, tempistica e modalità di impiego;
d) attiva, qualora e laddove disponibili, le risorse di terra, aeree o navali destinate, autonomamente o in concorso con altre amministrazioni, enti o strutture, all’afflusso dei soccorsi, all’immediata evacuazione e al trattamento o al trasporto dei feriti (MEDEVAC) verso aree sicure o verso le strutture ospedaliere di destinazione;
e) dispone l’emissione di NOTAM per regolare l’attività di volo sulle aree a rischio laddove le stesse ricadano entro aree di giurisdizione militare, al fine di facilitare le operazioni di soccorso” etc.
Vediamo bene che evacuare persone in pericolo di vita rientra nelle azioni immediate che la Forza Armata sarebbe tenuta ad attuare. Evacuazione mai chiesta allo stato attuale dei fatti. E chiederne ragione è un dovere civico che ci compete.
Ora riguardando la foto di copertina di questo articolo, e anche quella qui accanto , dove è ritratto un poderoso Elicottero delle Forze Armate italiane CH 47 da cui, sul candido manto nevoso di Plan de Corones , scende una Ferrari dal costo di varie centinaia di migliaia di euro, simbolo di lusso sfrenato in una epoca che vede milioni di cittadini italiani a rischio di povertà assoluta –in realtà volarono ben 2 elicotteri, quella volta di queste foto, che trasportarono 4 Ferrari sulle Alpi- , e meditando che un simile poderoso mezzo, di cui in definitiva è proprietario il popolo italiano, tra cui anche i morti sotto la valanga, che lo ha comprato con la propria fatica, invece non sia stato mandato a evacuare quella gente per portarla in salvo con un ardita operazione di salvataggio (una volta i soldati coraggiosi dei reparti speciali si chiamavano arditi e osavano) sentiamo che molte cose veramente non vanno nel verso giusto in Italia e che i morti di Rigopiano ci sembrano veramente i morti di una strage di Stato colposa. Ferrari sugli elicotteri militari e cittadini sotto le valanghe ? Ai cittadini giudicarne.
E se il paese avesse a disposizione 64 milioni di euro al giorno per mettere in sicurezza tutto il territorio, per un totale di 23 miliardi all’anno, tutti gli anni, come i soldi che diamo alle Forze Armate, non sarebbe questa la vera Difesa? Non è forse come se ci bombardasse un nemico lo stillicidio dei terremoti che sta sgretolando i nostri mille comuni il nostro inestimabile patrimonio? E insieme ai sismi il terribile dissesto idrogeologico. Non è forse da questo più che da altro che dovremmo veramente e urgentemente difenderci? Non dovremmo forse formare una Forza Disarmata Antisismica a difesa del nostro paese piuttosto che andare a partecipare alle varie puntate della nuova “guerra mondiale combattuta a pezzi“? Ai cittadini giudicarne.
Non dovremmo forse, chiedendo all’Europa una forza di difesa comune, a cui partecipare con la nostra quota di Forza Armata composta solo di unità d’élite a questo punto, riconvertire tutto il grosso delle nostre Forze Armate in questa Forza Antisismica e investire le immense risorse che oggi investiamo nel settore militare in questo ampio progetto di messa in sicurezza di tutto il nostro patrimonio architettonico, urbanistico, edilizio, artistico, storico e naturale come anche chiedeva giorni fa di fare il Senatore a Vita, l’architetto Renzo Piano qui dalle pagine del Sole 24 Ore? E in ricerca in questo settore, ricerca che diventerebbe senza meno volano di economia e sviluppo? Ai cittadini e alla loro sovranità il deciderlo.
Ai parenti delle vittime, di cui si stanno celebrando o si celebreranno le tristi esequie, esprimiamo tutto il nostro cordoglio, sperando che mai più accada di non poter contare sulla immensa forza di uno Stato al momento del bisogno, quando lo Stato invece del cittadino e del suo contributo non fa mai a meno.