Presidente Laura Boldrini ho visto e letto il suo post per l’8 Marzo sulla sua pagina facebook che recita cosi:
“Oggi ho voluto abbassare la bandiera di Montecitorio in segno di lutto per tutte le donne uccise dagli uomini che avrebbero dovuto amarle.
Un atto simbolico e di attenzione verso le vittime, sono oltre 1700 le donne uccise nel nostro Paese in dieci anni, ma anche verso i loro figli, spesso spettatori inermi della violenza che ha ucciso le loro madri per mano dei loro padri. Orfani due volte.
1700 donne uccise in 10 anni, significa una media di 170 l’anno, una ogni due giorni. Sono i numeri di una strage. E di fronte ad una strage lo Stato osserva il lutto”
Siccome Repubblica , presidente Laura Boldrini, è sostantivo femminile mi sento di intervenire in questo 8 marzo in onore della Repubblica Italiana facendo notare che la sua allocuzione “Oggi ho voluto abbassare la bandiera di Montecitorio” non onora la Repubblica (art 54 Cost.). Infatti lei rappresenta e non incarna il potere in questo paese, e quindi dovrebbe evitare accuratamente una prossima volta di citare nelle sue parole di rappresentante istituzionale il suo Io privato, la sua volontà personale in quanto fonte di autorità dei suoi gesti istituzionali; parole le quali, espresse in questo modo, -“Oggi ho voluto abbassare la bandiera di Montecitorio” -fanno della sua volontà personale la sorgente del potere di questo gesto di manipolare un simbolo dell’identità nazionale come fosse cosa sua, e che offendono la pluralità della Res Publica (declinata ovviamente nei vari generi sessuali che la compongono). Questa allocuzione “ho voluto abbassare la bandiera di Montecitorio” in cui suona stonato l’Io della sua persona privata è più attinente ad un monarca che incarna il potere, potere che coincide con la propria volontà, che a chi come Lei, invece, il potere lo rappresenta transitoriamente in nome di una pluralità e che risponde soltanto alle leggi emanate in nome del popolo italiano dagli eletti del popolo italiano -le ricordo infatti che le sentenze dei tribunali sono emesse in nome del popolo italiano e non dei suoi transitori rappresentanti quali anche Lei è. Rammentiamo Presidente Laura Boldrini l’antico motto greco: Νόμος ὁ πάντων βασιλεύς, la legge è sovrana di tutte le cose.
Mi perdoni se non mi lascio troppo commuovere dalla retorica del messaggio, anche parecchio grossolano e sommario sinceramente, che trovo addirittura istigatore, fomentatore di odio tra i sessi, (…) i loro figli, spesso spettatori inermi della violenza che ha ucciso le loro madri per mano dei loro padri. Orfani due volte (..) -lei sta descrivendo una categoria qui i padri come degli assassini- messaggio questo per me assolutamente non consono perciò a una terza carica dello Stato che dovrebbe sempre propugnare la pace sociale e non fomentare con slogan simili la tensione nelle famiglie, che dovrebbe quindi lasciare ad altre figure istituzionali più preparate semmai di rilasciare dichiarazioni sul tema più opportune di questo slogan sommario, slogan che Lei ha lanciato con questa iniziativa della bandiera, ma sono stato politicamente educato dal figlio di Nello Rosselli e quindi, per motivi storici, mi urge molto di più la sostanza che la celebrazione se questa celebrazione è lesiva della sostanza delle istituzioni per cui sono cadute anche tante Donne nella lotta per la democrazia.
Istituzioni per le quali molte Donne diedero la vita togliendo con il loro sacrificio per la democrazia la possibilità a chiunque di affacciarsi dai balconi per parlare a nome della propria volontà personale al popolo: cosa questa, purtroppo è cosi, e in qualche modo oltraggiando quindi il sacrificio di quelle donne che hanno dato la vita per la democrazia, che Lei oggi ha fatto; inavvertitamente certo, ma stia più attenta la prossima volta perché proprio una donna, che citerò alla fine di questa riflessione, scriveva che “in politica apparire ed essere sono la stessa cosa“. E quale sia l’intenzione e il contenuto del suo gesto ciò a questo punto non interessa, poiché il suo gesto, la citazione e la sottolineatura della sua volontà personale come sorgente del potere di un gesto del genere, è corrosivo della intoccabile sostanza politica di una repubblica (Art. 139 Cost.), di una democrazia parlamentare.
Mi sembra anche una caduta di stile , semmai a nome del popolo italiano il parlamento avesse desiderato manifestare questa bandiera a mezz’asta, farsi riprendere da una telecamera lei stessa nell’atto di questo ammainamento. Sarebbe stato certamente più propedeutico al rispetto delle istituzioni, invece che al protagonismo delle persone che le istituzioni le frequentano in nome del popolo, appunto senza farci vedere il suo personaggio fare questo gesto, eventualmente, semplicemente mostrare la bandiera ammainata e basta, e senza profferire“ho voluto” ma semmai “abbiamo deciso” , o meglio “la presidenza della camera ha deciso” presidenza della camera in cui lei siede come rappresentante del popolo non di se stessa.
Aggiungo che forse per onorare le vittime femminili della violenza in questo 8 Marzo in un modo più costruttivo e meno retorico, avrebbe piuttosto potuto regalare libri scritti da donne a dei giovani, senza distinzione di sesso ovviamente, e mi viene in mente per esempio Hannah Arendt, la donna che appunto ha scritto che in politica “apparire ed essere sono la stessa cosa” per dirne solo una, il cui contributo, proprio in quanto rara espressione femminile della teoria politica e della filosofia è stato veramente cruciale nell’orizzonte quasi prevalentemente maschile del pensiero del 900 e di sempre, invece che diffondere retoriche da calendario e sillogismi su cosa è o cosa non è una strage (i morti d’alcool e di fumo Monopolio di Stato –parecchie decine di migliaia ogni anno– per esempio che cosa sono? sono strage? E i morti giovanissimi di macchine e moto costruite troppo potenti cosa sono? sono strage o no?) Sillogismi e retoriche usati nel post/spot per l’8 Marzo sulla sua pagina Facebook, libri la cui lettura avrebbe invece ben altrimenti contribuito alla comprensione e quindi alla speranza di una neutralizzazione futura della dimensione e del problema della violenza nella vita degli esseri umani e tra gli esseri umani
Con il dovuto rispetto Presidente –participio presente di presiedere e dunque forma neutra ne maschile ne femminile- Laura Boldrini, le porgo i migliori auguri.