Nel nostro paese, ogni giorno in maniera più evidente, si sta alimentando un pericoloso quanto perverso gioco politico, che unisce in maniera sempre più eclatante e marcata le sorti elettorali di Matteo Salvini, i gruppi terroristici che si ispirano all’integralismo islamico. Senza i secondi, infatti, e senza “l’emergenza immigrazione”, il segretario Leghista rimarrebbe confinato nel consueto recinto stracolmo del consueto letame anti-meridionale, anti-roma ladrona, anti “radical chic” ecc…
L’ultimo, triste e squallido episodio, riguarda l’ennesimo post mistificatore e strumentale postato sulla pagina fan del politicante, per aizzare il fuoco di quella guerra tra religioni, poveri e diversità che risulta essere il propellente principale di una destrucola priva di idee e spunti almeno quanto la sinistrucola attualmente al governo.
LA SCELTA INTELLIGENTE DELL’ISTITUTO MILANESE
“Teo”, infatti, ha lanciato un nuovo appello sdegnato: in una scuola di Rozzano, proprio alle porte di Milano, il preside ha deciso di mettere la laicità dell’istituzione pubblica al primo posto, consentendo feste natalizie all’interno delle aule ma evitando di far cantare canzoni come “Tu scendi dalle stelle” durante la tradizionale recita di Natale, spostata a fine gennaio e rinominata “Festa d’Inverno”. La vicepreside spiega che “Il programma del saggio quest’anno è basato sulle filastrocche di Gianni Rodari e sulle canzoni di Sergio Endrigo”. Insomma: anche una bella ed interessante variazione sul tema, non così folle ed irragionevole, proprio considerano la fase storica in cui ci troviamo, le forti tensioni inter-religiose e la necessità viva, oggi più che mai, di regalare neutralità laica alle istituzioni pubbliche. Una neutralità che non impone né nasconde, ma sperimenta strade nuove e meno conformiste, in una realtà scolastica che, come quella di Razzano, deve far fronte alle complessità di un sistema multiculturale. Tuttavia, per il retrogrado/reazionario medio, ogni tentativo di cambiamento è visto come un attentato all’identità tradizionale, una minaccia culturale, l’inizio della “colonizzazione straniera” e via discorrendo.
LA PREVEDIBILE PROTESTA DEI MUSULMANI MODERATI
Tra l’altro, a differenza di quanto detto e diffuso da chi trova giovamento nell’odio tra confessioni religiose diverse, sono gli stessi genitori di religione musulmana a chiedere con fermezza che il preside di Razzano faccia un passo indietro, reintroducendo i canti di Natale tradizionali. Questa protesta, però, non lascia certo sorpresi, dato che anche per gli islamici moderati il concetto di “Stato Laico” risulta un po’ ostico da comprendere e digerire. Stato laico significa anche istituzioni laiche, ergo neutrali nei confronti di qualsiasi religione. Non per volontà di censura, ma per necessità di equidistanza all’interno di una società, volenti o nolenti, sempre più multiculturale e variegata, dove lo Stato deve fare da arbitro e, in quanto tale, non prendere le parti di una “fazione” in particolare. Tra l’altro, il tanto criticato dirigente scolastico, non ha “cancellato il Natale” nell’istituto, ma esclusivamente sostituito i canti natalizi. Non è dunque una scelta banalmente oscurantista, che avrei criticato fermamente. Tuttavia, in un paese culturalmente confuso ed arretrato come il nostro, certi progressismi causano quasi sempre crocifissioni pubbliche, alla faccia della “tolleranza” professata.
LA (FALSA) QUESTIONE DEI CROCIFISSI
L’altra polemica, poi, riguarda la presunta eliminazione dalle aule del crocifisso, quando in realtà di crocifissi nelle aule ce ne sono sempre stati pochi (e così è in moltissime scuole italiane, dove oltre al simbolo di Cristo mancano anche, ad esempio, lavagne, gessetti e carta igienica), molti sono stati rimossi prima, durante un’operazione di pitturazione. Poi, il consiglio d’istituto ha semplicemente respinto la richiesta avanzata da alcuni genitori di inserirli nuovamente in tutte le classi. Ovviamente, però, fomentare odio e divisione è più conveniente (del resto raccoglie consensi e voti) che cercare di comprendere più a fondo una questione e di ascoltare tutte le voci prima di urlare e sbraitare. Del resto ci sentiamo migliori degli integralisti che, ottusamente, vogliono imporre con la violenza il loro credo e la loro visione distorta e fanatica della religione. Allora dimostriamolo, senza vivere ossessionati da complessi d’inferiorità e smanie cultural-campaniliste alquanto patetiche. Evitiamo di trovare altri motivi di divisione (sciocchi) a quelli già esistenti.
L’ALTRA VERITA’ RACCONTATA DAL CORRIERE
Fortuna che ci ha pensato, per il Corriere della Sera, il collega Nino Luca. Girando un video all’interno dell’istituto e raccogliendo le testimonianze del personale scolastico e di alcuni genitori, il reporter ha difatti raccontato una versione diversa e soprattutto più approfondita dei fatti. Prima di tutto, il timore di poter “offendere” o anche solo “imbarazzare” i bambini di fede musulmana sembra essersi dimostrato infondato, con i genitori di fede islamica interpellati e pronti a rassicurare tutti: “I bambini stanno insieme ed è giusto che festeggino insieme anche il Natale. Dobbiamo essere uniti. La religione islamica rispetta la religione cristiana”.
Al microfono anche un’anziana signora italiana, che però aveva alcune difficoltà ad esprimere concetti di senso compiuto nella sua lingua madre più di quanti ne avessero gli stranieri sentiti. Per lei “questi” non fanno altro che fare qualcosa che però non si è ben capito cosa sia di preciso.
Intanto, dibattito aizza gretti a parte, Luca sottolinea che la scuola elementare alle porte di Milano ha ben altri problemi da affrontare, come porte distrutte, divisori negli spogliatoi che sono fatti di cartone, tetti crollati, corridoi fatiscenti, bagni inagibili ed aula d’informatica con soli 4 computer (tutti perfettamente non funzionanti). Anche altri genitori sono concordi: i problemi sono ben altri, non il cambio di “policy” sui canti di Natale o i crocifissi mancanti nelle aule. Ma è chiaro che al politico leghista non interessa nulla della concreta risoluzione di questioni meno fumose e propagandisticamente facili da diffondere. Il caso Rozzano ne è ennesima e lampante dimostrazione: Salvini specula su problemi fittizzi e non pare mostrare interesse nel risolvere quelli concreti e reali, oltre che urgenti. Chi sostiene il contrario, potrebbe produrre un elenco (anche piccolo) di interventi (anche solo tentati e falliti) operati grazie all’uomo delle felpe nei suoi oltre 20 anni di politica e di poltronierato ininterrotto. Ovviamente i posti e gli incarici ottenuti per moglie ed ex moglie non valgono come casi di successo ed aiuto al prossimo in difficoltà.
IMMAGINATE SALVINI SENZA “EMERGENZE”
Ora immaginate Salvini senza ISIS, senza minaccia terroristica e senza drammi umanitari che portano ondate migratorie nel nostro paese. Di cosa parlerebbe? Probabilmente tornerebbe a prendersla con il Sud Italia, con “Roma ladrona”o comunque con qualche emarginato di razza non puramente padana. Il punto in effetti è proprio questo: senza le varie (reali o solo montate ad arte) emergenze di stampo economico, culturale e sociale, il numero uno della Lega non sarebbe così forte e, soprattutto, così mediaticamente sovraesposto. Inoltre, con il suo fomentare odio, divisione, diffidenza e pregiudizio, Salvini è tra gli (inconsapevoli) alleati più efficaci proprio dell’ISIS. Un alleato “interno”, che scardina il sistema e lo rende ancora più fragile grazie proprio alla sua politica di reazione emotiva, strumentale, ottusa e rabbiosa.
Politici come Salvini, al contrario di ciò che credono certi ingenuotti o certi razzisti veri, sono in realtà uno dei problemi e non certo la soluzione al problema dell’integralismo islamico e dell’immigrazione incontrollata. Non hanno idea di cosa fare e, se fanno qualcosa, come è sempre accaduto, accentuano solo i danni già grossi e pre-esistenti. Che poi, quando erano i “terroni” quelli nel mirino, l’Italia ovviamente non rischiava nulla. Nessun meridionale decapita il prossimo, lo ammazza a colpi di mitra o si fa esplodere in una piazza. Inimicarsi anche la parte moderata dell’Islam, per mere ragioni politico-elettorali, è un in tutta evidenza un’azione di suicidio. Salvini e compagni dovrebbero capire che questo non è un giochetto elettorale su cui speculare per raccattare facile consenso da gente incolta e/o spaventata, ma una guerra vera e radicata che è prima di tutto psicologica e culturale. Si fonda, dunque, proprio su diffidenza reciproca, odio razziale, pregiudizio, provocazione e reazione. L’ISIS possiamo renderlo ancora più forte solo noi che siamo attaccati dai suoi deliri, aggiungendo altri deliri ed altre azioni scomposte e sguaiate. Ricordiamo chi ha avuto le reni sul serio spezzate, durante lo sfigatissimo periodo fascista, dove il baldo e fiero esercito italiano, le prendeva anche dalle popolazioni africane armate di arco e frecce.
Non saranno politicanti mediocri e furbastriche si riciclano dal 1990 a risolvere questa “crisi”. Lo capirebbe anche un povero bimbo poco sveglio della scuola elementare di Rozzano. Da cristiano-cattolico, concluso dunque invitando a portare prima di tutto la cultura laica nella scuole e nei luoghi pubblici…e poi magare anche qualche rotolo di carta igienica in più e qualche pc funzionante.
AGGIORNAMENTO: I GENITORI CHE MANIFESTANO IN FAVORE DEL PRESIDE PARMA
Alla fine, come avevamo raccontato, dietro la vicenza di Rozzano c’è un’evidente quanto sostanziosa base di strumentalizzazione politica, come sempre senza scrupoli né dignità. Alla notizia delle dimissioni presentate da Marco Parma, dirigente dell’istituto, personale scolastico e soprattutto numerose famiglie hanno prima chiarito la situazione (ribadendo che nessuna festa natalizia è stata cancellata o rimandata) e, in un secondo momento, prima ancora che Salvini & Co. si presentassero in paranza ai cancelli della scuola elementare, hanno organizzato una piccola ed ordinata manifestazione in sostegno del preside e delle sue scelte, guidate dal buonsenso e dalla necessità di gestire un istituto multi-etnico. Qui potete vedere il breve ma eloquente video della manifestazione.
Di seguito, invece, la lettera del dirigente