Alzi la mano chi è in grado di ricordare con chi è stato a cena, in una sera ben precisa di 15 mesi fa.
A meno che non fosse un compleanno o una ricorrenza ben precisa, sarebbe impresa molto difficile, soprattutto “per una persona impegnata come il sindaco”. E’ stato questo, in estrema sintesi, il ragionamento fatto da Ignazio Marino e dal suo legale, Enzo Musco, nelle quattro ore di chiacchierata in Procura sul caso scontrini.
Questo, più ovviamente la spiegazione dettagliata di come, nel lavoro di organizzazione delle ricevute, nella segreteria del primo cittadino possano essersi verificati degli errori. “Sono entrato in Procura come persona informata sui fatti e così l’ho lasciata, senza essere indagato” precisa Marino con quella punta di orgoglio che lo contraddistingue da sempre. E poi passa all’attacco: “Gli esposti presentati dal Movimento 5 Stelle e il gruppo An-Fdi in relazione alle vicende che mi riguardano non esito a definirli vergognosi, scritte da persone in malafede o ignoranti – spiega, entrando anche nel dettaglio di alcune voci di spesa contestate al sindaco uscente, come quella per ‘spese di lavanderia’ afferenti al lavaggio di abiti storici dei trombettieri di Vitorchiano che il Comune utilizza per ricevere gli ospiti illustri – Ma ho deciso di presentare le mie dimissioni perché ho un estremo rispetto dell’autorità giudiziaria e auspicavo di potermi presentare in Procura da dimissionario”. E adesso che Marino ha svolto il suo dovere in Procura, che succede?
A VOLTE RITORNANO
A Marino viene chiesto se stia pensando di tornare a correre per il Campidoglio, con una lista civica o addirittura correndo nuovamente per le primarie del Pd. Lui si trincera dietro una risposta, ripetuta più volte come un mantra, che in realtà prefigura un possibile colpo di scena: “Ribadisco oggi quanto scrissi al presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio nella lettera di dimissioni del 12 ottobre, ovvero che come prevede la legge ho 20 giorni di tempo per fare le opportune verifiche e riflessioni. Sto facendo le mie riflessioni…”. Vale a dire: non è escluso che le dimissioni vengano ritirate da qui al 2 novembre. Tanto più che Sel, dopo aver ricevuto moltissime critiche dalla base per averlo scaricato alla parti del Pd, ha capito di aver fatto una mossa elettoralmente azzardata ha offerto a Marino una ciambella di salvataggio: “Il sindaco Marino venga in aula ‘Giulio Cesare’ a riferire sugli incidenti che hanno caratterizzato questa fase istituzionale, e soprattutto per far capire alle forze politiche e ai cittadini come intende far ripartire Roma, noi siamo pronti ad ascoltarlo” dice adesso il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà in Campidoglio, Gianluca Peciola. E tanto più che un sondaggio realizzato da Datamedia Ricerche e pubblicato dal quotidiano romano Il Tempo darebbe tuttora Marino al terzo posto nell’indice di precedenza dei romani come possibile prossimo sindaco, dietro solo a Giorgia Meloni e Alessandro Di Battista (che però per le regole interne di M5S non sarebbe candidabile) e quasi 12 punti avanti rispetto al possibile candidato istituzionale del Pd (16,7% contro 4,8%, l’ipotesi era fatta sul nome di Roberto Giachetti).
MAFIA CAPITALE
Lo scorso 8 ottobre, giorno del colloquio finale Orsini-Marino, il sindaco prima di deporre le armi aveva chiesto invano di poter arrivare ancora in carica alla prima udienza del processo su Mafia Capitale, prevista per il 5 novembre, che vede alla sbarra tra gli altri Salvatore Buzzi, Massimo Carminati, Franco Panzironi e Luca Odevaine: Marino ci avrebbe tenuto moltissimo, per rimarcare il fatto di essere stato a lui far costituire Roma Capitale parte civile. Per far capire di essere la vittima e non l’artefice di Mafia Capitale. Per questo oggi era data per scontata la sua presenza all’inaugurazione dell’altro filone del processo, che vede coinvolto l’ex dg dell’Ama Giovanni Fiscon. Invece Marino ha mandato al suo posto l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella, preferendo convocare la stampa per parlare delle spese di rappresentanza. Segno, anche qui, che forse non ha rinunciato a essere presente quando partirà l’inchiesta principale…