Parikrma in sanscrito indica il percorso che circonda qualcosa, e rende perfettamente l’idea della missione che Parikrma Humanity Foundation svolge con tanta dedizione: concepita nel 2003 con l’intento di aiutare i bambini dai 5 ai 18 anni provenienti dai bassifondi più poveri e disagiati di Bangalore (India) ad avere un futuro migliore, la fondazione offre un modello di sviluppo a 360° costruito intorno alla vita del bambino includendo la migliore istruzione possibile in inglese, una corretta alimentazione (tre pasti al giorno), assistenza sanitaria e cura della famiglia. Ho potuto visitare la scuola ed ho imparato una grande lezione di leadership, qualcosa di inatteso e sorprendente.
Tutto è iniziato lo scorso febbraio. Durante uno scambio internazionale con l’India, nell’ambito del corso di leadership e differenze culturali del mio MBA alla WHU ci è stato insegato quanto fosse importante fare proprio un valore ed utilizzarlo come fondamento stesso della nostra leadership. Io ero ancora alla ricerca del mio, quando ho avuto la fortuna di visitare la scuola di Parikrma in compagnia della mia classe. Rimasi immediatamente colpito dalla grandissima gioia che tutti i bambini riuscivano a trasmettere, e questo nonostante le loro difficili storie personali. Negli anni ho lasciato che la mia vita si basasse su emozioni positive, come l’entusiasmo, la passione e l’euforia così che servissero da guida per la mia condotta personale. E lì ho capito dove riposava la mia leadership. Ho quindi difeso l’idea della leadership by joy, ossia dirigere gli altri con gioia perché ho sempre creduto che mostrando gioia si ottengano risultati positivi. Grazie a quei bambini ho avuto la conferma di quanto la gioia possa essere una potente risorsa per non soccombere. È fondamentale per un leader comprendere la semplicità della gioia poiché essa ci riporta in contatto pieno con noi stessi aiutandoci a conoscerci meglio – e soltanto conoscendo bene noi stessi potremo arrivare a conoscere meglio gli altri e quindi a dirigerli, far loro da leader.
Lasciavo la scuola pensando che non avrei mai più rivisto quei bambini… ma il destino ha un buffo senso dell’umorismo e trova sempre il modo di sorprenderci. Infatti, a luglio sono tornato a Bangalore per lavorare su un progetto di consulenza e la prima cosa che ho fatto, ancor prima di preoccuparmi di trovar da mangiare, è stata quella di contattare Parikrma e chiedere se fosse possibile fare del volontariato per loro durante il fine settimana. La risposta non poteva che essere positiva, perché associazioni benefiche come Parikrma contano sull’aiuto di volontari per sopravvivere.
Così il giorno del mio compleanno inizio fiero la mia esperienza umana da Parikrma – quale modo migliore per celebrare la vita? Nell’arrivare, sono stato nuovamente pervaso da quella gioia che mi era familiare, ma che pensavo di aver perso per via di alcuni problemi personali. Tuttavia, l’India è ripiombata nella mia vita al momento giusto, quasi come una benedizione o uno schiaffo emotivo, e Parikrma mi ha aiutato a ritrovare me stesso. Il mio compito consiste nel creare schede informative sugli studenti, che serviranno ad aumentare la visibilità della scuola così da attrarre sponsor, e quindi fondi. Un incarico che richiede intelligenza emotiva, e che mi consente di passare del tempo “gioioso” con i bambini. Mi siedo con loro, individualmente, parliamo, loro mi raccontano storie, io pongo domande, mi incuriosisco alle loro vite e loro sono sempre contenti di raccontarmi avventure divertenti riuscendo anche a sorprendermi con gli indovinelli più incredibili (“quale frutto ha i semi all’esterno?”).
Eppure sono bambini le cui storie personali farebbero inorridire i più: provengono da famiglie difficili, il cui reddito mensile non supera i 50 euro, e molto spesso hanno padri alcolisti o violenti. Grazie a Parikrma ed al programma di sviluppo a 360°, questi bambini potranno avere un futuro migliore non solo perché viene garantita loro un’istruzione che altrimenti non avrebbero, ma anche perché l’associazione provvede alla “riabilitazione” dei genitori in modo da permetter loro una reintegrazione nella società. Sono bambini sfortunati per i nostri standard occidentali, eppure loro si sentono fortunatissimi a far parte del progetto Parikrma, a cui sono profondamente grati. Conservano sempre il sorriso e sono contenti di andare a scuola “perché ci offre una buona istruzione, vestiti e cibo delizioso” come Divya, una dei bambini, mi ha confidato. Questi bambini non si lamentano di nulla, non fanno i capricci e mostrano maturità. Deepika vuole diventare una maestra così da poter istruire chi non può andare a scuola, “le maestre al Parikrma sono gentili e buone con noi” mi spiega “non ci picchiano mai, al contrario di altre maestre, ma ci fanno capire dove sbagliamo con la comunicazione.” Geetha, un altro esempio di gioia pura, vorrebbe diventare preside della scuola così da poter dare istruzione a tutti i bambini poveri. Lei è contentissima di essere al Parikrma, così come tutti gli altri bambini, tuttavia è un po’ triste perché il suo fratellino più piccolo non può iscriversi: la politica della scuola infatti prevede che massimo due bambini della stessa famiglia possono partecipare al programma, e Geetha ha già un fratello a scuola con lei, così la sera quando torna a casa insegna al fratellino più piccolo ciò che ha imparato al Parikrma, “mi sento così male per il fatto che il mio fratellino non possa essere qui” mi confida con una scintilla negli occhi. A quel punto i bambini vogliono mostrarmi la loro classe, i progetti su cui hanno lavorato, la loro conoscenza della tabellina del 7… e sono pazzi dei selfie con il mio smartphone. Sono bambini ambiziosi, eppure semplici ed umili, dall’animo puro ed una forza interiore esemplare!
Nata dalla semplice idea di aiutare i bambini poveri ad avere un’istruzione adeguata a competere con gli standard internazionali, Parikrma conta oggi quattro scuole e un junior college che hanno permesso a quasi 2000 bambini di emergere dai bassifondi e raggiungere i propri ambiziosi obbiettivi. Ex alunni di Parikrma sono oggi medici, chirurghi, consulenti, direttori marketing, professori… Senza Parikrama, sarebbero probabilmente sulla strada ad elemosinare come una grande parte della popolazione dell’India, un paese dove il contrasto sociale è fra i più alti e preoccupanti al mondo. Per quanto possa sembrare importante, 2000 è in realtà irrisorio se paragonato al numero di bambini che affogano ancora nell’analfabetismo e che non sono stati ammessi a Parikrma. La scuola infatti, per ovvie ragioni di spazio, non può accogliere tutti i bambini degli slum di Bangalore e ha dovuto imporsi delle regole di ammissione piuttosto rigide: priorità è data alle femminucce, ai bambini che hanno già un fratello o una sorella nella scuola e agli orfani che vivono in strutture specializzate. L’ambizione di Parikrma è tuttavia grande: obbiettivo è quello di crescere e riuscire ad esportare il Modello di Sviluppo a 360° di Parikrma anche ad altre città dell’India, come Mumbai e Delhi. La strada è ancora lunga, anche perché la scuola si autofinanzia grazie alle donazioni volontarie di persone generose (come ogni organizzazione non-profit d’altronde), e la sostenibilità del modello potrebbe essere messa a repentaglio in qualunque momento, per esempio se Parikrma dovesse improvvisamente perdere visibilità e quindi sostenitori.
Esiste una parola in hindi, Jugar (potrebbe tradursi con “l’arte di arrangiarsi”) che a mio avviso riassume perfettamente il concetto stesso della gioia dei bambini di Parikrma: non avendo sedie e banchi, i bambini siedono per terra; non avendo materiale didattico a sufficienza, i bambini cercano esercizi su internet – bisogna riuscire a trovare soluzioni “semplici” a problemi reali. Ecco allora la lezione che ho imparato. In qualità di futuri leader dobbiamo riuscire a prendere una situazione difficile e girarla a nostro vantaggio, con gioia. Prima o poi incorreremo tutti in momenti difficili, ma affrontare il problema con gioia ci aiuterà a trovarne la soluzione più serenamente. Dirigere con gioia significa mostrare entusiasmo, passione ed euforia così da motivare, inspirare e accrescere il potenziale degli altri. Ed il risultato potrà essere solo positivo. Le maestre di Parikrma insegnano con gioia a bambini gioiosi e tutto ciò che se ne ricava è una gioia accresciuta, contagiosa.
Dal sogno al miracolo c’è a volte un piccolo passo, quello di crederci. Credere nella vita, credere in noi, credere nel presente. I bambini riescono a farlo, dovremmo forse fare come loro e non lasciar morire il bambino dentro di noi. Questo è il miracolo che auguro a noi, futuri leader.
Per ottenere maggiori informazioni su Parikrma, sapere come aiutare o magari fare una donazione, visita il sito: http://www.parikrmafoundation.org/. Al momento l’associazione sta cercando fondi (poco più di 50€) per l’acquisto di nuovi libri, materiale didattico, penne e matite…