C’era una volta il re del mondo che trascorreva la stagione dell’amore a osservare la via lattea. Aveva issato una bandiera bianca a sovrastar la torre dalla cui altezza riusciva a seguire i voli deGli uccelli. Lui Sognava mondi lontanissimi, mentre le aquile cercavano ovunque segnali di vita. Sapevano bene che, essendo l’era del cinghiale bianco, col risveglio della primavera, l’animale avrebbe affrontato l’esodo e compiuto una stranizza d’amuri.
Considerata la prospettiva Nevsky, il re del mondo, fischiettando un’arabian song, decise che up patriots to arms per permettere la realizzazione di una pasqua etiope.
Sotto una luna indiana, seguendo le strade dell’est, da Venezia a Istanbul, I patriots fecero scalo a grado e, fermi sui treni di Tozeur, davanti ai passaggi a livello chiusi, iniziarono la loro ricerca di un sentimiento nuevo, una temporary road governata da “No time, no space”, in cui potersi perdere e ritrovare con una fisiognomica interiore migliorata. Pensarono che avrebbero potuto intonare una chan-son egocentrique o gridare cuccurucucù riuscendo finalmente a trasformarsi in gente in progresso.
Nei frammenti di orizzonti perduti un tramonto occidentale guardava sommessamente le new frontiers. I clamori di un’altra vita risuonarono scanditi dalle campane tibetane. La frequenza del mondo rilassò gli animi e la voce del padrone risuonò attraverso radio varsavia scuotendo le zone depresse dal mal d’africa. Come in un magic shop di personal computer, la summer on a solitary beach divenne l’arca di noè, salvifica e speranzosa. Un nuovo centro di gravità permanente sorse e il re del mondo guardò finalmente alice e le disse “voglio vederti danzare anche se la musica è stanca”. Alice si sciolse in un dolcissimo pianto e ricordò la promessa del re del mondo “E Ti Vengo a Cercare nel secondo imbrunire perchè il mito dell’amore, il plaisir d’amour, è La cura e noi avremo cura di noi”.
Era un tiepido aprile quando Apparenza e realtà si fusero dando vita alLe sacre sinfonie del tempo.
Ancora ora si ode una voce che sussurra “Finchè non saremo liberi torneremo ancora”.
[illustrazioni by MaPe]