I risultati delle elezioni amministrative in Russia hanno fatto esultare il Partito Comunista della Federazione Russa di Gennadij Zjuganov ed il Partito Liberal-Democratico di Russia di Vladimir Žirinovskij, mentre risulta in netto calo Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin. Oltretutto, non sono mancate le polemiche, e le elezioni del Krai di Primor’ saranno da ripetersi.
IL PRIMO TURNO (9 SETTEMBRE)
Molti dicono che sarebbe solo un luogo comune, ma anche i dati numerici elettorali hanno affermato che il comunismo sta tornando fortemente in voga tra l’elettorato russo. Il 9 settembre, infatti, si è svolto il primo turno le elezioni amministrative nel Paese più vasto del mondo, con un election day su vari livelli che ha coinvolto ottanta degli ottantacinque distretti della Federazione Russa.
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Gli esiti delle urne hanno fatto registrare un netto calo del partito Russia Unita (in russo: Единая Россия, Edinaja Rossija), quello che di fatto appartiene al presidente Vladimir Putin, anche se il capo di Stato, obbligato costituzionalmente alla neutralità, ha lasciato ufficialmente le redini del tutto al fido Dmitrij Medvedev. La sconfitta, in quel momento, non si era ancora concretizzata del tutto, e gli uomini di Putin serbavano ancora speranze in vista dei ballottaggi, in programma il 23 settembre, ma comunque già al termine del primo turno si poteva notare a vista d’occhio un netto cambiamento negli equilibri politici russi.
Pensiamo soprattutto a quattro regioni (Chabarovsk, Primor’, Vladimir e Chakassia) dove solo cinque anni fa Russia Unita aveva eletto i propri candidati al primo turno, superando quindi la soglia del 50% delle preferenze, mentre questa volta saranno tutti costretti al ballottaggio, senza neppure la certezza di vincere. Nell’oblast di Vladimir, ad esempio, la governatrice uscente Svetlana Orlova ha ottenuto solo il 36.42%, costretta ad andare al ballottaggio contro Vladimir Sipyagin del Partito Liberal-Democratico di Russia (in russo: Либерально-Демократическая Партия России,; Liberal’no-Demokratičeskaja Partija Rossii, LDPR), che si è attestato sul 31.19%. Confronto molto serrato anch nel Krai di Chabarovsk, dove Vyacheslav Šport (35.62%) ha visto la possibilità della propria conferma sottoposta allo spareggio nella sfida con Sergej Furgal (35.81%), altro candidato della forza di destra che ha il proprio leader nazionale in Vladimir Žirinovskij.
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A crescere, però, è stato soprattutto il Partito Comunista della Federazione Russa (in russo: Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF) di Gennadij Zjuganov, che ha ottenuto i risultati più importanti registrati negli ultimi anni. In Chakassia, Valentin Konovalov ha conquistato il primo posto tra i candidati, avendo ottenuto il 44.81% dei voti contro il 32.42% del governatore in carica, Viktor Zimin, anche lui al ballottaggio. Andrej Tarasenko, invece, sembrava vicino alla conferma nel Krai di Primor’, partendo da un 46.56%, ma comunque costretto al secondo turno contro il candidato comunista Andrej Išenko (24.63%). A questi risultati si aggiungono le ottime affermazioni del KPRF negli oblast di Irkutsk ed Ul’janov, così come nella città di Togliatti, dove Russia Unita ha perso addirittura più di trentasei punti percentuali, scavalcata dai comunisti come prima forza.
Gli unici successi di rilievo per Russia Unita sono arrivati nella capitale Mosca, dove Andrej Vorobëv ha ottenuto una vittoria netta (62.5%), venendo confermato al governo dell’oblast moscovita, mentre Sergej Semënovič Sobjanin resterà al posto di sindaco della città dopo un confortante 70.17%, essendosi imposto largamente davanti al candidato comunista Vadim Kumin (11.38%). Anche nella vittoria, però, Russia Unita non può dirsi soddisfatta, visto che l’affluenza alle urne è stata pari appena al 30% ed i comunisti hanno comunque fatto registrare un raddoppio dei consensi.
Indipendentemente da quelli che saranno i risultati dei ballottaggi, già al termine del primo turno appariva chiaro, dunque, il crollo di fiducia da parte dei cittadini russi nei confronti del partito di governo, mentre acquisiscono sempre più forza le due principali forze d’opposizione, i liberal-democratici a destra ed i comunisti a sinistra. Questi risultati sono stati soprattutto figli della contestatissima riforma pensionistica, probabilmente il provvedimento più impopolare nell’ultimo decennio della storia del Paese. L’unica certezza per Russia Unita resta la popolarità, a livello individuale, di Vladimir Putin, che a marzo ha stravinto le presidenziali con il 76.69% delle preferenze (67.54% di affluenza alle urne), ma non è detto che l’aumento dell’età pensionabile non possa influire anche sull’immagine di Putin.
I BALLOTTAGGI (23 SETTEMBRE)
I ballottaggi di domenica 23 settembre non hanno migliorato la situazione degli uomini di Putin e del partito Russia Unita. Nell’Oblast di Vladimir, ad esempio, Svetlana Orlova ha fallito la conferma alla presidenza, ottenendo solamente il 37.46% delle preferenze al secondo turno, contro il 57.03% di Vladimir Sipyagin. La governatrice uscente ha ottenuto appena un punto percentuale in più rispetto al primo turno, mentre appare chiaro come tutti i partiti d’opposizione abbiano concentrato le proprie preferenze su Sipyagin, che partiva con cinque punti di svantaggio, un dato notevole considerando che l’affluenza alle urne è addirittura aumentata tra i due turni, pur restando molto bassa (da 32.96% a 38.29%).
Scenario molto simile ne Krai di Chabarovsk, dove Sergej Furgal, esponente del Partito Liberal-Democratico come Sipyagin, ha ottenuto una schiacciante vittoria ai danni del governatore uscente Vyacheslav Šport. Il primo turno si era chiuso praticamente in parità, con entrambi i candidati intorno al 35%, ma Šport, nonostante un aumento dei consensi, ha ottenuto solamente il 27.97% delle preferenze al secondo turno, contro il 69.57% del candidato d’opposizione. Anche in questo caso, come a Vladimir, l’affluenza alle urne è aumentata, passando dal 36.09% al 47.44%.
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I CASI DEL KRAI DI PRIMOR’ E DELLA CHAKASSIA
Nel Krai di Primor’, il ballottaggio ha visto il confronto tra il governatore in carica, Andrej Tarasenko, di Russia Unita, e lo sfidante comunista Andrej Išenko. Al primo turno, Tarasenko aveva ottenuto un confortante 46.56%, praticamente il doppio delle preferenze di Išenko, ma al secondo turno, previsto in questo caso per il 16 settembre, l’esito sembrava doversi ribaltare. Con il 95% dei seggi scrutinati, il candidato comunista era al comando con il 51.6% dei suffragi, ma alla fine i conti hanno dato un esito diverso, con circa settemila voti in più per Tarasenko. In seguito alle proteste degli esponenti del Partito Comunista, le elezioni sono state invalidate, e dovranno ripetersi entro il 16 dicembre. Nel frattempo, Vladimir Putin ha nominato Oleg Kožemjako come governatore provvisorio.
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Ancora diverso è il caso della Chakassia, dove le elezioni sono state rinviate al 7 ottobre per il ritiro di Viktor Zimin, governatore uscente e candidato di Russia Unita. Con solamente il 32.42% dei voti al primo turno, Zimin ha voluto evitare l’umiliazione nella sfida con il comunista Valentin Konovalov, che si era attestato sul 44.81%. A questo punto, secondo regolamento, il ballottaggio è stato rinviato di una settimana, e vedrà di fronte Konovalov ed Andrej Filjagin, candidato di Russia Giusta (in russo Справедливая Россия, Spravedlivaja Rossija), partito di centro-sinistra. Konovalov, comunque, non dovrebbe avere problemi ad imporsi, visto che il suo sfidante partirà dall’11.23% del primo turno.