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Il riscatto delle donne passa per Big Little Lies

Postato il Aprile 4, 2017 Manuela Stacca 0

Per leggere questo articolo ti servono: 4 minuti

Si era detto che la serialità del 2016 aveva dato ampio spazio alle donne, diventate eroine attive e motore dell’azione, con un protagonismo assoluto e indiscusso, a discapito di personaggi maschili spesso deboli. Basti pensare all’osannato Game of Thrones, al distopico Westworld, al nostalgico Stranger Things, e ancora a Peaky Blinders, Mr. Robot e così via. Il 2017 continua sulla stessa linea già tracciata, grazie anche alla HBO che propone una miniserie che esplora il mondo femminile con una maestria, precisione e sensibilità tali da eleggerla a furor di popolo, e di critica, la miglior serie tv, finora, dell’anno.

Big Little Lies, tratta dal romanzo omonimo di Liane Moriarty, racconta la storia di tre donne, tre madri, tre amiche, Madeline (Reese Whiterspoon), Celeste (Nicole Kidman), e Jane (Shailene Woodley): le prime due, entrambe sposate, vivono una vita agiata e all’apparenza perfetta, l’ultima è invece una madre single, appena arrivata Monterey con il figlio Ziggy. Ad accomunarle sono le piccole grandi bugie, che danno il titolo alla serie, i segreti che custodiscono gelosamente, legati ad un misterioso delitto annunciato nel primo episodio, del quale non sappiamo chi sia né la vittima né il carnefice, svelati solo a fine stagione.

A primo impatto Big Little Lies potrebbe essere il nuovo Desperate Housewife, con protagoniste delle casalinghe disperate, divise tra bugie, intrighi e tradimenti. Ma la serie, scritta e creata da David E. Kelley (Ally McBeal), va ben oltre le classiche convenzioni e cliché di genere, dipingendo un quadro meraviglioso della figura femminile estremamente sfaccettato, complesso, vero e autentico come poche volte si è visto sul piccolo e grande schermo. La sceneggiatura impeccabile e il cast stellare davvero mirabile sono le componenti fondamentali di un racconto teso e appassionante, che gioca sapientemente con il non detto, con i silenzi ricchi di significato, grazie a una fotografica di grande impatto, una colonna sonora eccelsa, un montaggio chirurgico, e una regia altrettanto precisa, firmata Jean-Marc Vallée (lo stesso di Dallas Buyers Club e Wild).

Fin da subito siamo messi al corrente che avverrà un omicidio, di cui le protagoniste saranno testimoni e/o complici e/o vittime. La storia alterna, dunque, flashback e flashforward e viene costantemente intervallata dagli interrogatori della polizia e dai commenti dei cittadini, che speculano, additano e insinuano la colpevolezza di Madeline, Celeste e Jane.

Eppure, a conti fatti, la curiosità di sapere cosa sia successo quella notte, durante una serata di beneficenza della scuola elementare, è davvero minima. Ciò che importa è scoprire “cosa si nasconde sotto la superficie del mare”, cosa si cela dietro una donna come Madeline, madre di due figlie, combattiva ma insoddisfatta, o come Celeste, donna complessa che ha messo da parte la carriera di avvocato per la famiglia, o ancora come Jane, madre giovane e riservata dal passato oscuro che cerca (o forse no) di lasciarsi alle spalle. A loro si aggiungono altre due donne, forti, intraprendenti ma anche vulnerabili: Renata (Laura Dern), madre protettiva e arrogante donna in carriera, e Bonnie (Zoë Kravitz), sensuale insegnante di yoga e seconda moglie di Nathan (ex marito di Madeline), con il quale ha una figlia.

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In tutto ciò, gli uomini vengono nuovamente oscurati dal carattere delle donne, spesso privi di personalità (Nathan), inetti (Gordon, marito di Renata) o nel peggior caso violenti (Perry, marito di Celeste).

La violenza, e la rappresentazione di essa, con le sue conseguenze, è una tematica centrale in Big Little Lies: gli abusi e maltrattamenti, già visti anche nelle serie del 2016 sopracitate, ritornano con forza e vengono messi in scena con la giusta drammaticità e delicatezza. Le vittime di tali soprusi non sono però solo le madri ma anche i figli, co-protagonisti della storia, che vedono, osservano e assorbono tutto ciò che li circonda. Ma come si vince la violenza e la prevaricazione maschile? Con la solidarietà femminile, la sorellanza che passa attraverso l’unione, l’amicizia e la complicità di queste donne così fragili e forti, determinate e insicure, che trovano il coraggio e quella forza, per l’appunto, l’una nell’altra.

Come anticipato, il cast è davvero stellare. Le Premio Oscar Reese Whiterspoon e Nicole Kidman (anche produttrici esecutive della serie), insieme a Shailene Woodley, Laura Dern e Zoë Kravitz danno un’eccellente prova attoriale, tratteggiando delle figure difficili e affascinanti, costrette in una società piena di ipocrisie e invidie, che è impossibile non amare nei loro slanci generosi così come nelle loro contraddizioni. Non sono da meno Alexander Skarsgård (l’iracondo e minaccioso marito di Celeste), James Tupper (l’insignificante marito di Bonnie), Jeffrey Nordling (il marito vacuo di Renata) e Adam Scott (uomo onesto e marito sincero di Madeline, l’unico a spiccare come personalità maschile).

Il risultato è dunque quello già annunciato: la miglior serie tv vista finora nel nuovo anno appena iniziato che, in quanto miniserie auto-conclusiva, non avrà un seguito. Big Little Lies si chiude con un finale idilliaco e assolutamente perfetto, dopo aver raccontato con umanità – nei suoi sette episodi – una storia intensa, potente e mai banale, che rappresenta il trionfo delle donne e il loro degno, totale riscatto.

#big little lies#HBO#Nicole Kidman#Reese Whiterspoon#serie tv#Shailene Woodley

Pubblicato da

Manuela Stacca

Classe 1991. Laureata in Scienze delle Lettere e della Comunicazione, lavora come freelance per diverse testate giornalistiche. Appassionata di cinema, serie tv e moda.


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