Avete presente quel desiderio di vivere una vita piena ed entusiasmante, ricca di esperienze, di persone interessanti e perché no anche abbastanza soldi da non doversi preoccupare di arrivare alla fine del mese? Chi non lo vorrebbe? in quanti ci hanno provato VERAMENTE? se stai leggendo queste righe forse non fai parte di questa schiera.
Non è mia intenzione metterti a disagio, al contrario, ma parlarti della cosiddetta “sindrome dell’impostore“. Chi ne soffre teme di non essere all’altezza del lavoro che svolge o delle proprie aspettative e resta bloccato dalle proprie paure, imparando la sottile arte della procrastinazione.
Tale sindrome colpisce principalmente persone con un buon livello culturale con alle spalle un percorso accademico avanzato. Persone abituate a misurare il proprio valore in base al risultato degli altri ( spinti dalla famiglia, dalla scuola o dalla società) tendono a sentirsi sicuri solo quando sono “più bravi” degli altri, ma quando si trovano a confrontarsi con qualcuno altrettanto preparato sulla questione o vedono una propria richiesta di lavoro respinta ecco che inizia a farsi largo l’insicurezza e mettono in discussione le proprie abilità. Così si inizia a rimandare , finché quel determinato lavoro non sarà perfetto, finché noi non saremo completamente preparati. Ma la verità è che per quanto si possa essere preparati non lo si sarà mai completamente, infatti anche qualora si dovesse oggettivamente raggiungere un risultato si avrà comunque la sensazione di non aver fatto abbastanza spingendolo in una spirale di crescente insicurezza.
Come superarla? Cambiando la nostra autovalutazione e il metro con il quale la misuriamo ed evitando i confronti. La cosa curiosa è che questo disagio sembra essere il totale opposto di un’altra sindrome: quella di Dunning-Kruger. Chi soffre di questo disturbo ha spesso una cultura scarsa, ma è comunque convinto di essere un esperto in uno o più settori e spesso di avere un’intelligenza addirittura superiore alla media. Il fatto di non sapere, li porta a non mettere in discussione le loro tesi e quindi a sentirsi più sicuri.
Domanda paradossale: preferisci essere una persona felice ma ignorante o colta e insicura?
La domanda è naturalmente retorica e studiatamente provocatoria : se soffri della sindrome dell’impostore probabilmente hai anche gli strumenti intellettivi per poter vivere la vita che desideri. Meno speranze ci sono per la sindrome di Dunning-Kruger ( in linea con il profilo psicologico del complottista medio, ci avevi fatto caso?). Anche la scienza non gli dà torto; come sarebbe il mondo se tutte gli individui dotati di spirito critico riuscissero ad avere la stessa sicurezza dei complottisti e questi messi davanti alla loro ignoranza iniziassero a porsi qualche domanda?