In queste ultime feste natalizie ne abbiamo lette davvero tante. Madri che durante il parto sono morte, alcune con i propri figli appena nati, altre per improvvise complicazioni o per ragioni inspiegabili. Bambini che dopo 40 settimane nel ventre materno perdono il battito del loro cuoricino o che nascono senza arti inferiori dopo che l’ultima ecografia aveva calcolato la lunghezza del femore.
Situazioni e numeri inaccettabili. Nonostante il Ministro della Salute sostenga che in Italia il tasso delle morti in sala parto è tra i più bassi al mondo, come per Francia e Regno Unito ossia pari a 10 casi su 100 mila.
Non basta. Non basta se 10 famiglie quest’anno non hanno potuto festeggiare il Natale con una neo mamma e il suo neonato.
Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) ogni anno nel nostro Paese circa 50 donne muoiono di parto.
Alcuni sono casi impossibili da evitare ma per altri si può fare qualcosa. Il servizio sanitario prevede che una donna sana senza problemi passati di parto o età e peso eccessivo faccia solo tre ecografie in nove mesi. E che quando il termine scade possa attendere altre due settimane prima dell’induzione al parto.
Un uomo che resta in un attimo senza la compagna e il figlio non se ne fa nulla dei numeri.
Una famiglia distrutta se ne frega se “ha fatto tutte le ecografie necessarie, di più non si poteva fare“. La gravidanza e il parto devono essere soli esperienze positive, per tutti. Lottiamo quindi per evitare il verificarsi anche di uno solo di questi casi.
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