Manuale per riconoscere uno Stato Civilizzato .
Numerosi sociologi, studiosi del diritto e della politica hanno cercato di dare definizioni più o meno precise del concetto di “Stato”, cercando di enunciare anche le condizioni necessarie affinché esso possa essere considerato tale.
Max Weber percepiva l’idea di Stato come “un’impresa istituzionale di carattere politico, in cui l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell’attuazione degli ordinamenti”.
Charles Tilly lo vedeva come: “Un’organizzazione che controlla la popolazione occupante un determinato territorio costituisce uno Stato se e in quanto, si differenzia rispetto ad altre organizzazioni che operino sul medesimo territorio è autonomo, centralizzato,
e le sue componenti sono formalmente coordinate le une con le altre“.
Hobbes scrisse: «Lo Stato rappresenta l’istanza unitaria e sovrana di neutralizzazione dei conflitti sociali e religiosi attraverso l’esercizio di una summa potestas, espressa attraverso la forma astratta e universale della legge che si legittima in base al mandato di autorizzazione degli individui, in cui si realizza il meccanismo della rappresentanza politica; i cittadini si trovano infatti in quella fase pre-politica che è definita come stato di natura e il sovrano svolge un ruolo “rappresentativo” unificando in sé la “moltitudine dispersa”»
Ecco, queste sono alcune delle definizioni di Stato, per esistere quindi ha bisogno di un Territorio, dei cittadini, Organi Costituzionali e Ordinamenti Giuridici.
Pensate, il termine “civiltà” ha origini antichissime: proviene dal Latino “civilĭtas” e si è poi fusa in maniera quasi automatica con la parola “cultura” che, tra gli altri significati, sta ad indicare le caratteristiche di un popolo, “idee, valori, tradizione, ecc…”.
Un paese che si professa “civilizzato” e che frequenta i più grandi “salotti mondiali” (G8/G20), dovrebbe garantire la libertà di espressione (73° posto nel mondo della stampa libera), di pensiero, di vita. Uno Stato non dovrebbe nascondere i “cazzi” per un leader a cui potrebbero “fare impressione“. Un paese “civile” non dovrebbe fare il Family day (la famiglia non è chi ti mette al mondo, ma chi ti cresce e ti ama), non dovrebbe fare manifestazioni pro-gay (perché non dovremmo nemmeno pensarci, dovrebbe essere naturale), non dovrebbe scendere in piazza “solo” per la Nazionale di Calcio, non dovrebbe far vivere (a volte morire) i bisognosi nelle strade, non dovrebbe fare progetti per ponti, strade e via dicendo che partono dagli anni ’70 tanto per nepotismo, non ci dovrebbe essere uno stacco Nord-Sud vistoso come oggi (la Piemontizzazione parte dal 1860), non dovrebbe fare differenze tra extracomunitari e cittadini… Ci sarebbero altre, innumerevoli, cose che non sto qui ad elencare per ragioni di tempo e spazio. Le tradizioni, i valori le idee, sono morte, sepolte con i nostri nonni.
La civiltà si è alienata e tutto questo non dipende solo dalla politica scorretta e corrotta, ma dipende da tutti, da tutto, dipende dall’idraulico che non fa la fattura, dipende dal ragazzo che preferisce fare uno stage non retribuito, dipende dai fannulloni che non vogliono uscire dalle “mura domestiche”, dipende da chi rimane fermo, da chi è presuntuoso perché ha una laurea, dipende da chi non ce l’ha, dipende da chi ama troppo questo paese e chi non lo ama affatto.
La civiltà si è alienata e tutto questo non dipende solo dalla politica scorretta e corrotta, ma dipende da tutti, da tutto, dipende dall’idraulico che non fa la fattura, dipende dal ragazzo che preferisce fare uno stage non retribuito, dipende dai fannulloni che non vogliono uscire dalle “mura domestiche”, dipende da chi rimane fermo, da chi è presuntuoso perché ha una laurea, dipende da chi non ce l’ha, dipende da chi ama troppo questo paese e chi non lo ama affatto.
Un tale una volta disse: “Meglio essere Europei in Italia che Italiani in Europa”, aveva ragione.
L’unica cosa che devono ricordarsi i “nostri” (tra virgolette, perché fin quando non voteremo non saranno NOSTRI) Politici è che la ragion di Stato non deve opporsi allo stato della ragione…
Andrea Paone