Ciao a tutti. Come rima cosa ci tengo a ringraziare YOUng per avermi dato la possibilità di esprimermi senza censure, in totale libertà e dunque per avermi concesso fiducia, cosa che in questo momento particolare della mia vita è abbastanza rara.
Tenendo conto che, come più volte ho dichiarato, come titolo di studio ho il battesimo, e dunque mi dovrete scusate per lessico e sintassi, veniamo all’argomento che voglio trattare, o meglio alla notizia che vorrei commentare.
Generalmente tendo a scherzare sul nostro costume e sui vari comportamenti dell’animale: – homo italicus coattus – ma oggi mi sembra doveroso unirmi allo sdegno generale per quello che è successo al povero Andrea Natali di Borgo d’Ale in provincia di Vercelli.
Il ventiseienne si è tolto la vita perché non ce la faceva più a sopportare la stupida crudeltà di chi da anni lo bersagliava con scherzi (se così si possono chiamare) atroci e umiliazioni ripetute che poi venivano regolarmente filmate, fotografate e postate in rete, divenendo quindi veri e propri esempi di cyberbullismo.
È quasi un ossimoro che uno che come me usa la rete ne denunci anche la sua pericolosità, in questo caso come tante volte, anche fatale ma non si può tacere davanti a tanta cattiveria aggravata e moltiplicata in modo esponenziale dall’idiozia di chi si diverte a distruggere la personalità di un individuo fragile e a ridere di tutto ciò.
Infatti non si tratta solo di usare violenza contro qualcuno, ma anche di certificarla e documentarla su YouTube o Facebook per dimostrare al mondo quanto siamo capaci di essere malati. Ma la cosa più atroce ancora è prendere atto che spesso ci sono degli utenti che osannano e apprezzano questo genere di azioni e spesso le incoraggiano. Basta anche solo un like per accreditare simili episodi di vergognoso bullismo.
Ora io non vorrei passare per un babbione vecchio e reazionario, ma occorrerebbero punizioni esemplari per determinati soggetti. Badate: non parlo né di pene corporali né di punizioni simili, ma della semplice e pura galera. Però tanta, tanta galera; decenni se non, in alcuni casi come questo, il carcere a vita.
Indurre al suicidio un essere umano è, a mio avviso, la più grande forma di bestialità e vigliaccheria esistente. Farlo per futili motivi, se non fossi contrario alla pena di morte, mi porterebbe ad invocare persino l’iniezione letale. Non ho detto sedia elettrica, che era la cosa che mi solleticava di più volendo dare ascolto alla mia “pancia”.
Io non so se in futuro la polizia postale o chi si dovrà occupare di questo genere di vicende prenderà dei provvedimenti più drastici, ma voi potete fare tanto isolando e denunciando chiunque usi la rete come uno strumento di tortura.
La nostra dovrebbe essere una grande comunità che si aiuta si sostiene e si protegge, una sorta di Isola di Wight virtuale e non un ricettacolo di stupidi, violenti e deviati.
Pensateci quando vi viene voglia di mettere un like dove non dovreste.
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