Il prossimo 6 settembre, i cittadini della Repubblica di Guatemala saranno chiamati alle urne per una importante consultazione elettorale. I guatemaltechi dovranno infatti scegliere il nuovo presidente che succederà ad Otto Pérez Molina, in carica dal 2012, ma impossibilitato dalla costituzione a chiedere un secondo mandato consecutivo. Il leader conservatore del Partido Patriota sarebbe dovuto restare comunque al suo posto fino al gennaio 2016, quando scadranno i quattro anni del suo mandato, anche perché ci sono forti possibilità che per eleggere un nuovo presidente si debba ricorrere al secondo turno, già previsto per il 20 ottobre, a meno che uno dei candidati non riesca a superare la soglia del 50% delle preferenze già al primo turno. Nelle ultime ore, però, lo stesso capo di stato ha perso la propria immunità ed è stato oggetto di un mandato di arresto, in quanto coinvolto di uno scandalo di corruzione riguardante le dogane del Paese. Ironicamente, Pérez Molina aveva fatto della lotta alla corruzione ed alla criminalità il proprio cavallo di battaglia in occasione della sua elezione.
Oltre al nuovo capo dello stato, i sette milioni di aventi diritto sceglieranno il nuovo vicepresidente, i 158 nuovi membri del Congreso de la República, l’unica camera del parlamento guatemalteco, ed i venti deputati che rappresenteranno il Paese al Parlamento dell’America Centrale, nonché i nuovi sindaci e consigli comunali per i 338 comuni che compongono il Paese. In Guatemala, infatti, tutte le cariche più importanti hanno la durata di quattro anni, e dunque tutti gli organi più importanti, salvo crisi politiche, vengono rinnovati simultaneamente al termine del quadriennio.
Quest’oggi vogliamo in particolare concentrarci sui principali aspiranti alla successione dell’ex generale Otto Pérez Molina, anche il quadro dei candidati resta molto frammentario e non è facile prevedere il vincitore della consultazione, fatto che ci porta a dire nuovamente che il presidente potrebbe essere scelto solamente dopo il secondo turno del 20 ottobre.
Dopo il discusso mandato di Pérez Molina, il Partido Patriota spera di restare al potere con la candidatura di Mario David García Velásquez, sessantanovenne avvocato e giornalista, che però è da molti considerato un candidato debole. Il PP, infatti, è stato colpito, oltre che dal caso riguardante lo stesso presidente, da diversi scandali altri di corruzione che hanno portato a scartare i pretendenti più accreditati al posto di prima carica dello stato, fatto che potrebbe portare ad una sconfitta della forza conservatrice, oramai considerata poco affidabile da gran parte dell’elettorato.
Secondo alcuni, il favorito potrebbe essere il quarantacinquenne Manuel Baldizón Méndez, già sconfitto solamente al secondo turno nella consultazione di quattro anni fa. L’esponente del partito LIDER (Libertad Democrática Renovada), altra forza di centro-destra, è però a sua volta stato coinvolto in alcuni casi di corruzione, ma ha rinunciato alla sua immunità per ingraziarsi gli elettori, nel tentativo di dimostrare la propria innocenza.
Il sessantacinquenne Mario Estrada Orellana è il candidato dell’UCN (Unión del Cambio Nacional), forza liberista e nazionalista. Già deputato dal 2000 al 2007 e candidato alle ultime presidenziali, Estrada gode di una grande notorietà tra le classi sociali più agiate, mentre ha subito numerose accuse da parte degli oppositori per via di uno stile di vita estremamente lussuoso che contrasta con quello della popolazione guatemalteca.
Roberto González Díaz-Durán, nonostante i suoi quarantaquattro anni, vanta una carriera politica molto ricca. Candidato della colazione fra le forze liberali e centriste CREO (Compromiso, Renovación y Orden) e PU (Partido Unionista), è stato ministro dell’energia e delle miniere dal 2004 al 2007, sotto la presidenza Óscar Berger.
Per il centro-destra saranno candidati anche Lizardo Sosa, presidente della Banca Centrale dal 2006 al 2010, rappresentante di Todos, il nazionalista Jimmy Morales del FCN (Frente de Convergencia Nacional), Alejandro Giammattei Falla di Fuerza, l’impresario Juan Gutiérrez del PAN (Partido de Avanzada Nacional) e Luis Fernando Pérez, ex deputato ed ora leader del Partido Republicano Institucional (PRI), la forza fondata dal generale Efraín Ríos Montt, sanguinario dittatore a capo del Paese tra il 1982 ed il 1983. Oltretutto, tra i candidati ci sarà anche la figlia dello stesso Ríos Montt, Zury Ríos, che si presenterà per il partito VIVA (Visión con Valores).
Passando al centro-sinistra, la candidata più papabile è Sandra Torres Casanova, candidata del partito socialdemocratico UNE (Unidad Nacional de la Esperanza). La sessantenne è l’ex moglie di Álvaro Colom, presidente progressista che ha guidato il Paese dal 2008 al 2012, prima di essere sostituito da Pérez Molina. La presidenza di Colom rappresenta però un’eccezione nella storia recente del Guatemala, sempre guidato da presidenti di destra o giunte militari dal 1970, data della fine della presidenza di Julio César Méndez Montenegro del Partido Revolucionario, al 2008. L’altro candidato del centrosinistra sarà José Ángel López di EG (Encuentro por Guatemala).
Infine, alla sinistra dello spettro politico guatemalteco si collocano le candidature di Aníbal García del MNR (Movimiento Nueva República), partito progressista che fa dell’antimperialismo e dell’antiamericanismo la propria bandiera, e di Miguel Ángel Sandoval, sostenuto da due partiti, il socialista URNG-MAIZ (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca) e l’indigenista WINAQ, alla quale aderisce anche la nota attivista Rigoberta Menchú Tum, insignita del premio Nobel per la Pace nel 1992 ed a sua volta candidata alla presidenza nel 2011. Le forze di sinistra, sono le uniche che affermano la necessità di un sistema economico più egualitario e soprattutto indipendente dalle imposizioni di Washington, ma la tradizione politica guatemalteca, caratterizzata oltremodo dalle influenze e dalle ingerenze statunitensi, non si è rivelata fino ad ora propizia per un successo di questi partiti.