Il 6 ed il 27 ottobre si sono tenuti in Gabon i due turni validi per le elezioni legislative, con il fine di rinnovare i 143 seggi che compongono l’Assemblea Nazionale. Poche ore dopo, il presidente Ali Bongo è stato ricoverato d’urgenza in ospedale.
Repubblica africana abitata da 1.7 milioni di persone ed indipendente dalla Francia sin dal 1960, il Gabon è divenuto da allora una democrazia di facciata, il cui potere è sempre stato detenuto dal Partito Democratico Gabonese (Parti Démocratique Gabonais, PDG). Forza conservatrice e nazionalista, il PDG ha monopolizzato la presidenza del Paese, inizialmente con Léon Mba, primo capo di Stato dopo l’indipendenza, e poi con la lunga dittatura di Omar Bongo, al potere dal 1967 fino alla sua morte, sopraggiunta nel 2009.
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Come se non bastasse, dopo la morte di Omar Bongo, il potere è passato nelle mani del figlio Ali Bongo, facendo del Gabon una repubblica ereditaria de facto. Anche le elezioni legislative di quest’anno hanno confermato lo strapotere del PDG e della famiglia Bongo, nonostante siano passati quasi trent’anni da quando il Paese ha ammesso ufficialmente il multipartitismo.
Dopo diversi rinvii a causa della mancanza di fondi (le elezioni erano previste per il dicembre del 2016), i gabonesi sono finalmente stati chiamati alle urne, rispondendo però con un’affluenza piuttosto bassa (58.63%). Nonostante un leggero calo, il PDG di Bongo ha mantenuto il netto primato nella composizione dell’Assemblea Nazionale, assicurandosi 98 seggi su 143, sinonimo di maggioranza assoluta, seppur con una perdita di quindici deputati.
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Tra le forze di un’opposizione assai frammentata, il partito I Democratici (Les Démocrates, LD) ha ottenuto undici seggi, davanti ai sei della Restaurazione dei Valori Repubblicani (Restauration des Valeurs Républicaines, RV) ed ai cinque dei Social-Democratici del Gabon (Sociaux-Démocrates du Gabon, SDG). In tutto, sono tredici i partiti entrati in parlamento, ai quali si aggiungono otto deputati eletti come indipendenti.
Nonostante la perdita di qualche seggio rispetto alle precedenti legislative, per Ali Bongo queste elezioni hanno rappresentato una boccata d’ossigeno tale da ristabilire la solidità del suo potere. Solo due anni fa, in occasione delle elezioni presidenziali, Bongo aveva infatti rischiato di essere sconfitto da Jean Ping, suo ex ministro, che alla fine si era dovuto arrendere per soli cinquemila suffragi, esito che aveva portato le opposizioni ad accusare Bongo di brogli. Questa volta, invece, per il cinquantanovenne presidente non ci sono stati reali pericoli, mentre a preoccuparlo è piuttosto la sua salute: secondo alcune fonti, Ali Bongo sarebbe stato vittima di un attacco cardiaco ed ora si troverebbe in un ospedale saudita. L’evento ha portato anche ad una crisi diplomatica con il Camerun, visto che la televisione camerunense aveva addirittura annunciato la morte del presidente gabonese, notizia smentita da fonti ufficiali di Libreville.