C’è Wonder Woman, Giovanna D’Arco e Maria Teresa di Calcutta. Ma ci sono anche altre donne che, a mio avviso, sono le vere eroine dell’epoca moderna, donne che sacrificano la loro vita e la loro salute per mettere al mondo un figlio.
Una catena tinvisibile le unisce tutte. Alcune sono in coppia, con il marito o il compagno, altre sono sole…ma in fondo lo sono tutte, dentro, perché questa è una battaglia che combattono loro, contro il destino. L’uomo è diverso: vedi il suo coinvolgimento in base al numero di tentativi. Se é la prima volta sono forti, entusiasti, vicini. Se é già la terza, quarta o quinta volta dopo tanti fallimenti sono lì controvoglia, non ci credono più, sono nervosi e guardano continuamente l’orologio. Se invece sono coppie che vogliono un secondo figlio, dato che possono dare un fratellino al primo solo così, i padri sono assenti, spesso in disaccordo e con priorità diverse che alargare la famiglia.
Conosci così donne che, senza armatura, scendono in guerra. Non le conosci mai del tutto, perché siamo tutte lì con la testa bassa, come se fosse colpa nostra se il destino é stato crudele nei nostri confronti. Parlano poco, si nascondono dietro giornali o telefonini e fingono indifferenza. In realtà sono tese e nervose, a causa della botta di ormoni che ricevono ogni sera, con punture che spesso devono farsi da sole, su quelle pance troppo vuote.
Chi è lì per la prima volta si rivolge alle veterane come me con domande scontate: “ma dopo questa ecografia che succede?”, “quanto dura la terapia?”, “il pick up fa male?”.
Si parla poco, ci si guarda molto, per cercare di vedere se gli altri hanno dei difetti visibili che noi non ci rendiamo conto di avere. Scopri che sono tutte coppie giovani, coppie innamorate, più e meno, come nella vita reale. Vedi fisici in grado di portare a termine una gravidanza e te le immagini con il pancione, sorridenti, felici, complete, e poi mamme.
“Quella ha la faccia da mamma, lei ce la fa”, ti dici per far passare il tempo dell’eterna attesa alla quale sei costretta. “Quella ha già visto molte beta negative, chissà se le farà con me”.
Vorrei che la scienza riuscisse ad alzare quelle maledette percentuali che permettono solo a 3 di quelle 10 donne presenti di diventare mamme. Vorrei che a tutte quelle grandi eroine venisse data la possibilità di avere successo, di riuscire, di portare a casa il giusto premio di un sacrificio fisico e psicologico tanto pesante. Vorrei…ma la vita non va mai come vuoi e se io ce l’ho fatta in passato, non è detto che ce la faccia ora. Lascerò il mio posto ad una altra donna che potrà così cambiare definitivamente la sua vita.